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Pantani, mamma Tonina: "Restituiscano a mio figlio quel Giro ingiustamente tolto"

Le parole nel corso della presentazione del libro di Davide Dezan 'Pantani è tornato'. L'avvocato De Rensis: "Deve essere una battaglia di tutto il ciclismo"

23 Mar 2016 - 23:15

"Mio figlio Marco l'aveva detto subito: 'A Campiglio mi hanno fregato', ma nessuno gli ha mai creduto. Marco aveva scritto: 'Rivoglio il Giro d'Italia che mi è stato rubato'. Dopo quello che è emerso dall'indagine di Forlì chiedo che venga restituita a mio figlio quella maglia rosa che gli è stata ingiustamente tolta". Parole di Tonina Pantani a Milano in occasione della presentazione del libro inchiesta del giornalista di Premium Sport Davide Dezan 'Pantani è tornato'.

Alla presentazione era presente anche l'avvocato della famiglia Pantani, Antonio De Rensis: "La probabile alterazione del finale del Giro d'Italia del '99 non rappresenta soltanto l'inizio della fine della vita di Marco Pantani e la distruzione di un grandissimo e amatissimo atleta - ha detto nell'occasione - Rappresenta, a nostro parere, un'irreparabile offesa al ciclismo, ai milioni di appassionati, alla Federazione e agli organizzatori. Tutte queste componenti sono e devono considerarsi parti offese da questi avvenimenti. Tutti insieme, quindi, dobbiamo trasformare quell'irreparabile evento in una riparabile ri-assegnazione della dignità a un grandissimo campione e del Giro d'Italia al reale vincitore. Tutti insieme dobbiamo ridisegnare la vera conclusione di quel Giro. Questa non deve essere una battaglia della sola famiglia Pantani, deve essere una battaglia di tutto il ciclismo".

"A Campiglio la Madonna non c'era quel giorno e ho pagato un prezzo che il mio ben che duro carattere non sopporta. Una macchia indelebile non troppo sincera". E' il contenuto di una lettera scritta da Marco Pantani e diffusa dalla madre Tonina durante la presentazione del libro. "Sono stato un pessimo bambino. Un selvaggio e a volte furbo. Ma la bici mi ha portato a conoscere la legge del dare e del raccogliere - si legge ancora nella lettera - Sono diventato discretamente onesto, la mia carriera è stata molto spezzettata dal mio poco feeling con la fortuna. Ma mi sono ritagliato con coraggio e sacrificio non tanto il danaro, ma un po' di quella giusta gioia ma anche questa subito compressa dal mio personaggio che cresceva e convinceva. A Campiglio la Madonna non c'era quel giorno e ho pagato un prezzo che il mio ben che duro carattere non sopporta. Una macchia indelebile non troppo sincera. Sono con la coscienza, per ciò che è Campiglio, pulito. E ciò fa male ancora di più. Sono tornato a casa e tutto di ciò che era possibile è accaduto.