Il tecnico dell'Atalanta dopo il coinvolgimento nell'inchiesta di Cremona: "Non sto bene, non sono sereno. Credibilità a rischio"
"E' tutto massacrante". Così Colantuono descrive il periodo che sta attraversando dopo il suo coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse. "Moralmente è devastante - ha spiegato -. E' stato come prendere due pugni in faccia. Ho fatto tanta fatica per costruirmi un'immagine e una carriera: stiamo studiando le carte, ma sono talmente tante che non sono ancora riuscito a leggerle tutte".
Dopo aver sottolineato di essere solo indagato e non condannato, Colantuono si è sfogato davanti ai giornalisti: "Da cinque anni ci troviamo sempre in mezzo. Ora però devo pensare alla sfida con l'Inter: già con la penalità dei sei punti la testa non era sgombra, adesso è anche peggio". "Ma non voglio piangermi addosso. Ho ricevuto tanti attestati di stima, dai tifosi, dalla società e da tanti amici. Gente che sa chi sono: non sono uno senza difetti, ma certo le cose che mi sono contestate sono fuori dalla norma", ha aggiunto.
Il coinvolgimento nell'inchiesta pesa al tecnico dell'Atalanta, che non nasconde la sua amarezza: "Potrebbe risolversi tutto a breve, però la notizia è uscita e veder messa in discussione la mia immagine mi ha turbato. Ho saputo dai media di essere indagato. Ho ricevuto l'avviso l'altro giorno, devo andarlo a ritirare in questura".
Quanto invece al campo, per l'Atalanta c'è anche l'ostacolo Inter. "La squadra ha lavorato come sempre, anche se i primi due giorni non sono stati semplici - ha detto Colantuono -. E' vero che in queste situazioni di solito l'Atalanta si compatta, ma è uno stimolo di cui avrei fatto volentieri a meno".