La Juve condece il bis in Champions. E lo fa con un'altra prova di forza dopo la vittoria in dieci a Valencia. Senza CR7 e con un Dybala sontuoso. Certo, lo Young Boys non è il Real Madrid, ma in Europa ogni avversario nasconde le sue insidie e vincere non è mai facile. Soprattutto in questa maniera. Contro gli svizzeri allo Stadium i bianconeri mettono in scena lo spettacolo perfetto, mostrando il meglio del repertorio e conquistando la nona vittoria di fila tra campionato e Champions. Roba mai vista. Un ruolino inarrestabile, conquistato grazie a una corazzata che travolge tutto quello che incontra, dosando alla perfezione le forze e sfruttando al meglio la rosa. Merito di Allegri, capace di mischiare sempre bene le carte, motivare tutti e dettare i tempi ai suoi fenomeni. E di un gruppo di grandissima qualità tecnica, fisica e mentale. Questa Juve sa solo vincere. Con o senza Ronaldo.
Lo dicono i numeri e il campo conferma tutto. Anche con lo Young Boys. Orfano di CR7, Allegri per la seconda di Champions opta per la difesa a tre, piazzando Bernardeschi in mediana e Dybale e Mandzukic in attacco. Un 3-5-2 aggressivo, che indirizza subito la gara sui binari bianconeri. Come da programmi, la squadra di Allegri parte forte, aggredendo con gli esterni e tenendo in mano il pallino del gioco. Accerchiato dagli svizzeri, Pjanic ha poco spazio in mezzo al campo. E allora ci pensa Bonucci a vestire i panni del play basso, regalando subito a Dybala un assist col contagiri. Una perla che la Joya bianconera insacca al volo, facendo esplodere lo Stadium. In vantaggio, gli uomini di Allegri concedono qualche metro allo Young Boys, ma controllano sempre il match manovrando con calma e precisione soprattutto sulla corsia sinistra. In palla, Bernardeschi prima impegna Von Ballmos, poi pesca Dybala in mezzo all'area, ma la Joya bianconera si mangia il raddoppio. Quello bianconero è un forcing ragionato, mix perfetto di giocate in controllo e accelerazioni improvvise. Come poco dopo la mezz'ora, quando Pjanic dà il via all'azione e Cuadrado e Matuidi spianano la strada alla doppietta di Dybala, che concretizza la superiorità tecnica e fisica della Juve appoggiando in rete dopo una respinta corta di Von Ballmos.
Nella ripresa la musica non cambia. Anzi. Sulla sinistra Bernardeschi ha un altro passo e ogni volta che parte son problemi per Schick & Co. Col match in mano, la Juve alza la diga in mediana e prova a colpire in contropiede, affidandosi alla rapidità e alla fisicità dei suoi uomini migliori. Il palo ferma Dybala, ancora perfettamente servito da Bernardeschi, poi Von Bergen stende la Joya in area, ma Karasev lascia correre. Una svista che non intacca le certezze bianconere. Anzi, esalta la differenza tecnica. A caccia del colpo del ko, i bianconeri scelgono la via della qualità per risolvere il match, insistendo sul palleggio. Bernardeschi fallisce da buona posizione dopo un'incursione di forza, poi Dybala cala il tris in spaccata su un cross di Cuadrado, coronando alla perfezione una serata magica. Anche senza CR7, questa Juve mette paura e con un Dybala così tutto è possibile.