Abruzzesi trasformati dall'arrivo del boemo: autogol di Orban, poi Benali, Cerri e una doppietta di Caprari. Gli abruzzesi vincono sul campo per la prima volta in stagione e si portano a -10 dalla quota salvezza
Zemanlandia riapre subito i cancelli: il boemo trasforma il Pescara che travolge il Genoa 5-0, ottiene la prima vittoria in Serie A di questa stagione (l'ultima era datata dicembre 2012) e si porta a -10 dal quart'ultimo posto. Il 4-3-3 è subito efficace e dopo 31 minuti gli abruzzesi sono già sul 3-0 grazie all'autogol di Orbban (5') e alle reti di Caprari e Benali al 19' e 31'. Chiudono nella ripresa ancora Caprari all'81' e Cerri all'87'.
La curva del Pescara che resta vuota per protesta si perde lo spettacolo di un Pescara da favola, che gioca a memoria ed esprime in maniera sublime la filosofia calcistica di Zeman, appena arrivato eppure capace di scuotere i suoi nella testa e nelle gambe. Il Genoa crolla in soli 31 minuti, non dà mai l'impressione di potersi rimettere in partita e ben presto va in difficoltà mentalmente ma anche fisicamente. Allo stadio Adriatico il protagonista annunciato è, appunto, Zdenek Zeman, al ritorno nel campionato italiano dopo due stagioni (l'ultima panchina a Cagliari nel 2015) e a Pescara dopo 5 (se ne era andato nel maggio 2012 dopo la cavalcata trionfale in Serie B). Al boemo il difficile compito di rianimare una squadra in caduta libera che che non vince da 22 turni, non fa risultato positivo dal 22 dicembre (1-1 col Crotone) e perde da 6 partite consecutive durante le quali ha incassato 22 reti. Non sono migliori i numeri del Genoa che ha raccolto 6 ko nelle ultime 8 gare e non ottiene il bottino pieno dal 15 dicembre. Pescara-Genoa si presenta dunque come una sfida delicata tra due squadre a caccia del rilancio ma che sono anche le due peggiori difese del girone di ritorno. Zeman parte dalla certezza del suo classico 4-3-3, deve rinunciare a Gilardino per un problema fisico della vigilia e lancia l'attacco composto da Benali, Cerri e Caprari. Juric ritrova Izzo dopo la squalifica, deve rinunciare a Veloso e Gentiletti, finiti ko a Napoli, e schiera un 3-4-2-1 dove, in fase di non possesso, Laxalt ha il compito di arretrare sulla linea difensiva mentre in avanti Rigoni e Palladino hanno la consegna di supportare Simeone.
Il primo tempo è un totale dominio del Pescara che dopo soli 31 minuti si trova sul 3-0, dato non da poco per una squadra che fino ad ora, nei primi 45 minuti aveva realizzato 6 sole reti. L'avvio è scoppiettante con la squadra di Zeman subito all'attacco e in pressing: gli abruzzesi sono avanti dopo soli 5 minuti grazie a una bella iniziativa di Cerri sulla sinistra che fa fuori Burdisso, evita l'intervento del portiere e mette nell'area piccola un pallone che Orban devia goffamente e sfortunatamente nella propria porta. Il Pescara ha le idee chiare: secondo i dettami di Zeman i due terzini Zampano e Biraghi supportano costantemente le folate offensive di una squadra che lascia per lo più la palla all'avversario ma riparte pericolosamente e spesso riesce a sfondare sulla sinistra. Il Genoa fa molto possesso e cerca di allargare il gioco dove Laxalt e Lazevic mettono diversi cross in area che i tre davanti non riescono mai a intercettare. L'unica occasione da gol per i rossoblu capita sui piedi di Palladino che da centro area raccoglie un assist di Lazovic ma spara alto di destro. Il Pescara invece viaggia bene sulla sinistra da dove nasce il raddoppio al 19' quando Caprari, che si butta in area, riceve un filtrante perfetto e infila Lamanna con un destro preciso di punta. Juric prova la mossa della disperazione e al 29' inserisce Pandev per Hiljemark ma l'effetto ottenuto non è quello desiderato. Dopo pochi minuti il Pescara trova il tris con un'azione da manuale del calcio: triangolazione al limite dell'area sulla destra tra Memushaj e Cerri con quest'ultimo che serve un assist al bacio per Benali che di precisione buca ancora Lamanna. Il Genoa è stordito mentre il Pescara vola sulle ali dell'entusiasmo: gioca in velocità la squadra di Zeman che tiene poco la palla ma gioca rapido in verticale. Poco possesso ma tanto equilibrio e zero occasioni concesse al Genoa per una squadra che sembra letteralemente rinata.
Nella ripresa Juric prova a dare la scossa inserendo Pinilla al posto di Lazozovic e impostando un 4-2-4 disperato ma la storia non cambia. E' sempre il Pescara ad avere le occasioni più pericolose prima con Caprari che se ne va in campo aperto lasciando sul posto tutta la difesa rossoblu (ma invece di servire Zamapano conclude centrale su Lamanna) poi con Benali su una splendida azione in verticale: lancio di Verre che scavalca la difesa, sponda di testa di Cerri che appoggia indietro a Benali il quale però spara una botta altissima sulla traversa. Il copione resta simile a quello del primo tempo con il possesso sterile del Genoa e le riapartenze pericolose di un Pescara che sembra giocare a memoria e sfiora il poker in contropiede al termine di una belle azione iniziata da Verre sulla sinistra, proseguita da Mumushaj che mette in area un pallone che è però troppo indietro rispetto all'inserimento di Caprari, il quale per un soffio non riesce a impattare sulla palla. Il Pescara controlla benissimo la gara concedendo all'avversario solo qualche calcio d'angolo. All'81' si concretizza la giornata perfetta del Pescara e di Caprari che realizza la doppietta personale con un gioiello di sinistro dopo aver fatto lo slalom tra la difesa rossoblu al limite dell'area dopo un appoggio di Memushaj: 7° rete stagionale per l'attaccante classe '93 e di scuola Roma che si conferma il cannoniere degli abruzzesi. All'87' l'apoteosi con il il primo e meritatissimo gol in Serie A di Cerri che si fa trovare pronto nell'inseriemnto davanti alla porta raccogliendo un bel cross di Zampano dalla destra. Per il Genoa è notte fonda: settima sconfitta nelle ultime 9 e classifica ferma a 25 punti con un poco affascinante quint'ultimo posto. La panchina di Juric traballa, quella di Zeman ha portato una scossa che nemmeno i più ottimisti potevano immaginare. E' servito il ritorno del boemo per far esultare l'Adriatico che non vedeva una vittoria nella massima serie dal dicembre 2012 contro il Catania. Ora la salvezza è lontana 10 punti ma se il Pescara è questo, nulla sembra impossibile. Bentornati a Zemanlandia.
Caprari 8: hombre del partido e capocannoniere della squadra. Indirizza il match con il tocco preciso del 2-0 e lo chiude definitivamente nella ripresa con una perla di sinistro che non è nemmeno il suo piede. Vivace e sempre pericoloso come tutto il reparto d'attacco.
Stendardo 7: guida con sicurezza una difesa che non va mai in difficoltà e non concede mai occasioni davvero pericolose. Chiude bene ed è sempre puntuale.
Verre 7: illumina con grandi giocate a centrocampo: ha piedi e qualità per fare la mezz'ala e il trequartista e fa bene tutto, compresa l'assistenza ai compagni che sembra trovare sempre a memoria.
Cerri 7,5: apre il match di prepotenza con una bella inziativa che propizia l'autogol di Orban e chiude i conti con l'inseremento puntuale nel finale che gli vale la prima gioia in Serie A. Oggi lui, Caprari e Benali sembravano la nuova versione del trio dei sogni Immobile-Insigne-Verratti: si trovano a meraviglia, sempre pericolosi e quanto mai concreti.
Simeone 5: all'andata contro il Pescara aveva trovato la prima maglia da titolare e la prima rete in Serie A. Prova a lottare da solo in mezzo alla difesa avversaria ma è l'emblema di una squadra che non riesce mai a concludere in maniera pericolosa.