Il Milan ingrana la terza. Dopo Crotone e Cagliari, Gattuso infila il terzo successo di fila e continua a guadagnare terreno. Non accadeva da oltre un anno. Ed è un segnale incoraggiante per Ringhio. Buona prova per la banda rossonera, che è apparsa in grande fiducia e buone condizioni fisiche. Gambe, gioco e idee chiare. Gattuso sembra aver trovato la chiave e gli uomini per rilanciare i rossoneri a caccia di un posto in Europa. Merito di un gruppo che sta lavorato a testa bassa per trovare equilibri e meccanismi. Il sesto posto della Samp, del resto, ora è a tiro e per il Milan il resto della stagione ora potrebbe avere tutto un altro sapore. Battuta d'arresto amara invece per la Lazio, che si è presentata a San Siro senza il solito piglio. Al netto del gol di mano di Cutrone, i biancocelesti non sono apparsi brillanti come al solito. Nonostante la qualità degli interpreti, infatti, col Milan si è vista una Lazio poco aggressiva, mentalmente scarica e fisicamente stanca. Il terzo posto biancoceleste resta saldo, d'accordo, ma la sconfitta brucia. E arriva dopo otto risultati utili consecutivi.
Senza Immobile, Inzaghi si affida a Caicedo in attacco. Con Kalinic acciaccato, Gattuso sceglie invece Cutrone. In fiducia, la Lazio comincia senza fretta. Tutta dietro la linea della palla, la squadra di Inzaghi aspetta il Milan. E i rossoneri si appoggiano a Suso, bravo a piazzarsi subito tra le linee e a provare a rompere gli equilibri. A ritmi blandi, i biancocelesti impostano da dietro con De Vrij, cercando di tenere stretti i reparti e verticalizzando per i tagli di Marusic e Lulic. Ma è il Milan a sbloccare il match. Ben organizzati e compatti, gli uomini di Gattuso prima provano a sfondare per vie centrali, poi al quarto d'ora passano in vantaggio con Cutrone, che devia in rete con un braccio una punizione di Calhanoglu. Un gol che sveglia la Lazio. Dopo cinque minuti, infatti, arriva subito la replica della squadra di Inzaghi, che sfrutta l'asse Leiva-Marusic per beffare Donnarumma e pareggiare i conti. Si infiamma il match. Da una parte la Lazio manovra con ordine sfruttando le incursioni di Lulic e la corsa di Parolo, dall'altra i rossoneri aggrediscono invece sulle seconde palle con Kessie, puntando sul possesso e spingendo sulle corsie. A ridosso di Caicedo, Luis Alberto ha spazio e alla mezz'ora centra la traversa con un destro delizioso dal limite. Ma la Lazio gioca solo a sprazzi, affidandosi al colpi dei suoi uomini migliori. Il Milan invece tiene in mano il pallino del gioco, aggredisce alto e può contare sulla qualità di Suso e Calhanoglu. In serata, il turco semina il panico sulla sinistra e testa i riflessi di Strakosha, ma tocca a Bonaventura, servito col contagiri da un ottimo Calabria, riportare il Milan avanti poco prima della fine del primo tempo.
Nella ripresa Inzaghi fa entrare Felipe Anderson per dare più qualità e imprevedibilità, ma il Milan tiene bene il campo e continua a chiudere bene gli spazi per le imbucate e a ripartire con Suso e Calhanoglu. In mediana Kessie è un gladiatore e la palla gira bene. La Lazio invece fatica a trovare le distanze e si affida solo alle giocate individuali. Felipe Anderson prova a far saltare il banco, ma Romagnoli è attento e il colpo a botta sicura di Milinkovic non passa. Poi tocca a Donnarumam fermare ancora Milinkovic. Nell'ultimo quarto d'ora del match la Lazio tenta l'assedio e i rossoneri serrano le linee, lasciando Suso e André Silva a impensierire Strakosha. Stanco e un po' alle corde, il Milan prova a rifiatare gettando nella mischia Abate e Borini. E il muro regge. Nel finale è un assedio all'area rossonera. Felipe Anderson ha un altro passo, ma Lulic sbaglia tutto davanti a Donnarumma, poi Parolo calcia a lato l'ultimo assalto. Per il Milan sono tre punti pesanti. Brutto stop invece per la Lazio, che resta terza, ma rimette in corsa i rossoneri per un posto in Europa.