Deve battere il Milan che potrebbe essere il suo futuro. Intanto con la Samp l'addio è certo
Nemico per una volta ancora, dopo anni passati a incrociare il Milan da rivale. Prima con l'Inter, dal campo alla panchina. Quindi con la Samp. Strano destino quello di Sinisa Mihajlovic. Domani sera si gioca un pezzo d'Europa a San Siro contro i rossoneri. Dopodomani, inteso come giugno, San Siro potrebbe tornare casa sua. La panchina del Milan potrebbe diventare sua. Lo dicono in tanti e anche Ferrero ha cominciato a farsene una ragione. A modo suo: "Senza Sinisa sarà comunque una Samp meravigliosa". Già.
Certo è che sul fronte allenatori il nome di Mihajlovic tira mica male. Non c'è soltanto il Milan. Lo segue l'Inter, per riformare con Mancini una coppia che già funzionò parecchio in passato. Lo seguono la Roma per il dopo-Garcia e il Napoli per il dopo-Benitez. Primo della lista, quasi per tutte le squadre che pensano a un cambio di direzione. Perché è bravo e perché è un duro, uno di quelli che cementano un gruppo alternando bastone e carota. Una specie di Mourinho: la sua squadra, i suoi giocatori, non si toccano. Ma la sua squadra, i suoi giocatori, devono essere a sua immagine e somiglianza. Lavoro duro, quindi, e di tutto per la maglia. Chi si astiene "dalla lotta", è fuori.
Mihajlovic lo ami o lo detesti. C'è chi darebbe tutto quel che ha per lui e chi non lo può vedere. Mentre lui va avanti, testa alta, sempre. E concentrazione massima, fino all'ultima giornata. Per questo non accetta cali di tensione e si arrabbia. Lo ha fatto ieri. La squadra, i titolari, non si impegnavano a sufficienza in allenamento e lui ha richiamato tutti negli spogliatoi per un chiarimento. Qualcuno avrà mugugnato, ma nessuno si è permesso di alzare la voce. Un duro, dicevamo. Appunto.
Anche per questo Mihajlovic piace tanto. Chi deve ricostruire, come il Milan ad esempio, sa di dover partire dalle regole. Lavoro e disciplina. Il serbo in questo è impeccabile. Parole d'ordine che vanno di moda anche a Roma - dove l'ambiente rende sempre tutto tremendamente difficile - e a Napoli, dove De Laurentiis ha lamentato la dolce vita dei giocatori. Serve un comandante severo. Serve un Mihajlovic.
Intanto lui non fa una piega, non molla un millimetro. E non lo farà nemmeno domani sera. Contro il Milan, magari nell'ultima volta da nemico, Sinisa vuole tutto. Vuol vincere. Niente sconti, perché domani conta solo la Samp. Dopodomani chissà. Milan, Inter, Napoli e Roma lo tengono d'occhio.