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Dall'8,5 del Pipita al 6 voto minimo: come la storica scia di scudetti

Le pagelle dei protagonisti dell'ennesima cavalcata tricolore. Tra sorprese, conferme, attese e futuro

22 Mag 2017 - 12:43

Il mondo-Juve nella classifica di merito. Le pagelle. Dalle promesse (mantenute) del Pipita, a Cuadrado e Mandzukic: chi se li aspettava così? Così com'è lontano il tramonto di Gigi Buffon. Bonucci leader della BBC, pur con quel fuori-programma fra lui e Allegri, e il genio di Dybala che si è aggiunto e tolto qualcosa, fermo restando un fenomeno necessario nei meccanismi di gioco juventini.
Il racconto di una stagione-scudetto, sesto dal 2012, mai accaduto nella storia del calcio italiano, passa dalla sequela di voti che raccontano una parte di questa avventura. Giudizi e opinioni, opinabili quanto basta e nessuna insufficienza. Ci mancherebbe!

Higuain 8,5 - Poteva dare (fare) di più? Non è detto. Certo: partendo dai 36 gol azzurro-Napoli e dai 90 milioni-clausola, uno si fa idee stratosferiche. E dunque attese sovraesposte. Ma quel che ha fatto e fa il Pipita a casa-Juve, gioco, fatica, senso tattico e gol, basta e avanza per considerarlo un grande: calciatore e affare.
Dybala 8 - Può sembrare poco (troppo basso?) il voto al successore di Lionel Messi. Paulo è il portento, si sa. Lo sarà sempre di più. E certi suoi frammenti di calcio sublime gli appartengono, esclusivi. Quest'anno si è sottoposto al sacrificio: e nemmeno lui credeva di poterci riuscire. Meno presenza in zona-gol, più palloni giocati da un'area all'altra, quasi da regista a tutto campo, nel girotondo del 4-2-3-1 in cui ce n'è per tutti: gloria e sacrificio. Gli è piaciuto e gli piace così. Ha acceso meno fuochi d'artificio in zona-gol. Resta un fenomeno: fondamentale nella meccanica juventina.
Mandzukic 8 - Lo fa per vocazione, quel che gli ha chiesto Allegri: da terzino a uomo-gol scorrendo tutti e 100 i metri del campo. Lo fa per vocazione e un consumo energetico senza limiti. Sorprendente? Prima, nessuno glielo aveva chiesto. Dunque, bravo Max e magnifico Mandzu che lo trovi sullo linea della porta di Buffon e anche davanti all'altra porta. L'ubiquità.
Buffon 8 - La costante dell'eccellenza e anche il difetto di un... pregio: che cosa dire di lui che non sia già stato detto e scritto? Appunto. Niente da aggiungere al fenomeno-Gigi. Ne riparleremo fra un anno, verso -si spera, in tema azzurro- il Mondiale di Russia. O magari fra due settimane, verso quella Cardiff che...
Bonucci 7,5 - Perché mezzo punto in meno dei migliori? Beh, c'è stato quel pezzo -non pregiato- del caso Bonucci-Allegri che è parso il preludio a una stagione no: personale e collettiva. E' durato poco, la scia che ne è rimasta vedremo se è davvero svanita, e comunque Leo era e resta sempre il più forte. Difensore italiano.
Cuadrado 7,5 - In tema di sorprese, la migliore e -aggiungiamo- la meno attesa. Il Cuadrado bravo solo a prendere palla, scappare e estraniarsi dal senso tattico e del collettivo è un elemento di vita calcistica che Allegri e la Juve hanno azzerato. Il colombiano, oggi, è il prototipo del calciatore completo: difende, attacca, fa gol e assist. Insieme a Mandzukic, è l'emblema della svolta-Juve di metà gennaio.
Alex Sandro 7,5 - Dei brasiliani che non sanno difendere com'è nello stile-Italia (e dunque bianconero) ci sono ampie tracce nel campionato. Sul conto di Alex, le perplessità sono durate mezza stagione, la prima juventina. Nell'anno-bis, Alex ha fatto sfoggio di una padronanza del ruolo come minimo da invidiare. E con i muscoli di Mandzukic a corredo, poi...

Pjanic 7,5 - Lo dice lui: Allegri e la Juve mi hanno cambiato. In meglio. Si è adattato a un nuovo modo di fare calcio, a metà campo: la vocazione offensivista è diventata un ingegno da spendere nelle due fasi: eccellendo in quella a lui -si pensava- meno adatta. Segno anche di una sua peculiarità: capire il calcio e come adattarsi a nuovi copioni.
Dani Alves 7,5- All'inizio no. Non andava come voleva lui e come si aspettava la Juventus. L'inverno gli ha schiuso le porte e la primavera l'ha restituito al suo valore: compresa la "vendetta" consumata sui suoi amici blaugrana. E un finale di stagione come i migliori anni della sua vita (calcistica).
Chiellini 7
- Magari soffrendo, qualche acciacco che spunta e gli costa qualcosa (soste forzate), la fatica sul binario dell'anagrafe, 33 anni non sono tanti, ma la carriera è lunga tre lustri. Si è preso anche una laurea, per non farsi mancare niente. Uno più bravo di lui nella BBC ancora non c'è, comunque sia.
Khedira 7 - Appare poco, ma c'è sempre. Metronomo del centrocampo e intuitivo quanto basta per servirsi della zona-gol. In bianconero ha affinato il suo temperamento tattico, andando a impreziosire le sue capacità tecniche. Ha anche avuto meno patemi fisici da smaltire.
Barzagli 6,5 - Nel la triade della BBC ha messo nel conto la soglia dei 36 anni: non sono uno spartiacque, ma quasi. Accettando tutto ciò che Allegri gli ha proposto e facendo la sua parte. Nel ruolo, ha pochi eguali. Della sua età, poi, nessuno lo vale. Neppure lontanamente.

Rugani 6,5 - Strappare una maglia da titolare, nelle retrovie, è un'impresa da titani. Al secondo anno di vita juventina ha messo da parte altre pagine del suo diario di apprendimento. Preparando -crediamo- la scalata all'anno che verrà. Le doti e lo spirito giusto non gli mancano. Deve avare pazienza. Ce l'ha.
Asamoah 6,5 - Chiamato in causa, non l'ha mai tradita: la causa. Sbagliando quasi niente. Da cinque anni alla Juve, ha raccolto tutto quel che poteva sognare.
Marchisio 6,5 - Si è dovuto sistemare nelle retrovie. E accontentarsi, Succede quando la sfortuna ti insegue e ti colpisce. Il lungo stop gli ha tolto il piacere di giocare quasi tutta la stagione. Tornare non è stato facile, e nel pieno della primavera è tornato per davvero. C'è un futuro davanti: se lo saprà godere.
Lemina 6 - Prometteva di più, non è detto che non le mantenga, le promesse. In una Juve di professori d'orchestra, il limite degli errori concessi ai giovani è troppo vicino allo zero: difficile emergere se non si è giovani fenomeni (vedi Dybala). Deve saper crescere.
Sturaro 6 - Il percorso di crescita, alla seconda stagione, si è un po' inaridito. Può essere che ricominci, a patto che impari a rischiare qualcosa di più.
Pjaca 6 - L'infortunio, grave, gli ha cancellato gli ultimi due mesi. Un altro colpo della malasorte, a ottobre, gli aveva azzerato l'autunno. Sarà l'uomo in più del 2017-18.
Benatia 6 - Difficile approccio, malanni che lo hanno inseguito e tormentato tre volte, a settembre, novembre e a marzo/aprile. Un po' troppo.
Neto 6 - Farsi largo nel mondo-Buffon è pressoché impossibile. Farlo senza tremare non è semplice. E a parte un intermezzo da brivido in Coppa Italia contro il Napoli, Neto ha fatto il suo. Dovere. Vincendo da protagonista la finale di Coppa Italia.

Da rammentare, nella corsa al sesto storico scudetto, la partecipazione di Hernanes (10 presenze), poi ceduto a gennaio; quella di Evra (6 presenze), che ha salutato commosso, la giovane promessa Kean, ragazzo del futuro.

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