La Iaaf ha chiesto al Tas di spostare a Rio, il 4 agosto, l'udienza finale sul ricorso di Schwazer. Alex: "Mi hanno rubato l'oro"
La Iaaf ha chiesto al Tas di spostare a Rio, il 4 agosto (anziché a Losanna il 25 luglio) la discussione sul ricorso di Alex Schwazer, tra l'altro senza dibattimento: il giorno dopo cominciano i Giochi olimpici e questa decisione -di fatto- chiude definitivamente la porta della speranza, seppur minima, che Alex e il suo allenatore Donati si erano tenuti dentro. Intervistato nel corso di Premium Sport, Sandro Donati -che ha seguito il marcitore altoatesino in questi mesi- ha spiegato la sua posizione.
"La federazione Internazionale di Atletica ha portato a compimento un piano di eliminazione nei confronti di Schwazer che è stato studiato a tavolino fin dal primo gennaio quando ha programmato uno strano controllo antidoping: una sorta di bomba a orologeria che ha poi fatto esplodere a giugno, così tardi che a quel punto è diventato difficilissimo difendersi.
"Questa mossa finale è di un’arroganza e di una viltà senza limiti, un’indagine giudiziaria francese ha dimostrato che questa federazione è corrotta gravemente, ma nonostante questo il CIo continua a lasciarla operare e commettere ulteriore danni gravi.
"Alex è stato distrutto nel morale e nelle energie nervose. Ha tentato con tutte le sue forze di reagire e di allenarsi al meglio, ma ora siamo arrivati alla parola fine, viene eliminato con gli imbrogli un atleta di grande talento e con lui stanno provando a mettere a tacere per sempre anche me".
"Se mi hanno rubato la possibilità di vincere una medaglia? No, di vincere la gara. Che è diverso". E' lo sfogo di Alex Schwazer a Radio Capital subito dopo la decisione della Iaaf di rinviare la discussione sul suo ricorso alla squalifica per doping al 4 agosto, un giorno prima dell'inizio delle Olimpiadi di Rio: "Se l'udienza è il giorno prima dell'apertura dei Giochi Olimpici, con assenza di dibattito e con il giudice già stabilito c'è poco da dire. L'unica cosa che posso fare è continuare ad allenarmi: se il Tas si comporterà da Tas, saranno loro e non la Iaaf a stabilire quando ci sarà l'udienza. La mia speranza è quella", aggiunge.
"Come mi sento? Ho vissuto momenti migliori. Non so cosa dire. Sono gli altri che decidono per noi. Noi possiamo solo reagire", dice ancora. "Cosa farò se mi impediranno di andare a Rio? Ne parlerò quando sarà il momento", conclude.