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Us Open, la sfuriata di Serena Williams con l'arbitro: "Lo ha fatto perché sono una donna"

Cosa è successo durante la finale con la Osaka

09 Set 2018 - 18:40

Sarà una finale degli Us Open che verrà ricordata per anni. Innanzitutto perché il nome di Naomi Osaka, classe '97, tornerà di sicuro a popolare finali di tornei importanti, stella brillante che è ormai nata e che si imporrà nel circuito sempre di più. Ma anche e soprattutto per lo show di Serena Williams, che ha letteralmente perso la testa nei confronti dell'arbitro portoghese Carlos Ramos. Per la sfuriata è stata sanzionata con 17mila dollari di multa (10.000 per gli insulti all'arbitro, 4.000 per il coaching vietato e 3.000 per aver rotto la racchetta). Sanzione che le verrà decurtata dal montepremi di 1,85 milioni di dollari.

Premessa doverosa e necessaria: Serena Williams non ha perso per colpa dell'arbitro. Naomi Osaka, prima giapponese a vincere gli Us Open, ha stra-meritato la vittoria, con una partita che a detta della stessa Williams è stata "perfetta, è stata consistente in ogni punto".

Ma veniamo a quanto successo tra la Williams e l'arbitro della finale, il portoghese Carlos Ramos. Con la Williams sotto, Ramos ha sanzionato l'americana con un warning per "coaching", ovvero per aver ricevuto delle indicazioni su come giocare dal suo allenatore, Patrick Mouratoglou, in tribuna. Una pratica non consentita. Muratoglu, al termine del match, intervistato da Espn, ha spiegato: "Ho fatto coaching? Certo, come lo fanno tutti i coach del mondo durante le partite. Serena quanto era lontana da me? Tanto, non credo nemmeno mi abbia visto, sono il suo allenatore sempre ma è una regola piena di ipocrisia".

La Williams, incredula per questo avvertimento, ha avuto un dialogo civile con l'arbitro Ramos, nel quale ha spiegato che non aveva ricevuto alcun suggerimento dal proprio angolo. Una questione che pareva essere chiusa e Serena era convinta che Ramos avesse cancellato il warning. Così quando nel secondo set dopo aver subito un contro-break la Williams ha frantumato una racchetta per la rabbia, si è beccata un altro warning. Ma Ramos non aveva cancellato il primo per coaching e quindi, da regolamento, col secondo warning è scattato il punto di penalità: è stato dato un 15 alla Osaka.

Qui è scoppiato il putiferio. Serena ha protestato in maniera prolungata con Ramos, accusandolo di averle rubato un punto. Quando poi la Williams ha rivolto a Ramos l'epiteto di "thief", "ladro", è successo il finimondo. Perché Ramos ha sanzionato Serena per "verbal abuse" e ha dato un game alla Osaka: era il secondo set e la giapponese è salita sul 5-3 senza dover giocare quel game.

A quel punto Serena è letteralmente impazzita. In preda ad una crisi di nervi si è scagliata a parole contro Ramos: "Non ho mai rubato in vita mia, sono una mamma, ho una bambina e tu mi derubi. Ogni volta è la stessa storia. Lo fai perché sono una donna? Ti devi scusare con me!". E ha chiesto l'intervento dei supervisor, che però non sono riusciti a calmarla. Poi la Osaka ha chiuso il match sul 6-4, vincendo.

La cerimonia di premiazione è stata surreale. Il pubblico tifava per la Williams, alla quale è sfuggito ancora una volta il record di Slam (24) di Margaret Smith Court. La Osaka si è praticamente nascosta al momento dell'ultimo punto, era imbarazzata. Sia per quanto successo in campo, sia per aver battuto la leggenda del tennis, amata da tutto il pubblico di Flushing Meadows. Con in mano il trofeo mancava poco che la Osaka si scusasse per essere al centro del campo con il trofeo. La Williams, dopo essersi ricomposta, le ha tributato un bellissimo discorso nel quale ha invitato il pubblico a non fischiare la giovane giapponese.

Nella conferenza stampa post-gara Serena Williams è apparsa più tranquilla, anche se nel finale si è lasciata andare, con la voce rotta dalle lacrime: "Ho sentito tante altre volte degli uomini rivolgere insulti peggiori di 'ladro' all'arbitro e non hanno ricevuto delle penalità. Sono qui per l'uguaglianza dei sessi, lotto per le donne. Gli ho detto 'ladro' e mi ha tolto un game! È tipo un'azione sessista, non l'avrebbe mai fatto nei confronti di un uomo. Io voglio giustizia per le donne, voglio che possano esprimersi, che siano forti".

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