Single mode appassionante, la certezza del multiplayer e diverse novità in modalità Zombi: l'FPS di Activision è più completo che mai
Nel decennale della serie Black Ops, Call of Duty fa un balzo indietro negli anni '80 riportandoci nelle atmosfere della guerra fredda tra Stati Uniti e Russia per il nuovo capitolo Cold War, che segna il ritorno della saga dell'FPS di Activision in questo 2020 dopo la rimasterizzazione di Modern Warfare 2. Campagna in singolo, multiplayer, modalità Zombi e componenti aggiuntivi: di carne al fuoco ce n'é tra certezze, novità e qualche chicca da provare.
CAMPAGNA IN SINGLE MODE
Forte di un comparto multiplayer inossidabile, le scoperte più piacevoli arrivano proprio dalla campagna in single mode. Un tocco di romanticismo coi ritorni di personaggi come Alex Mason, Frank Woods e Russell Adler (a certificare un filo stretto con il primo Black Ops, almeno a livello narrativo) ma due sostanziali novità: la creazione di un nostro personaggio con abilità e background da scegliere per declinare il gameplay nel modo più congeniale e scelte di trama che possono influenzare la storia o le missioni secondarie. Non siamo ai livelli di Black Ops 2 ma ci avviciniamo.
Comunque nulla che non si sia già visto altrove ma che dà una ventata di novità ad una saga piuttosto tradizionalista in tal senso. Lo stesso accade col procedere delle ore di gioco: subito catapultati nella missione di ritrovare il misterioso Perseus russo, ci si muove in giro per il mondo alternando classiche uccisioni con armi e proiettili usati a profusione fino ad arrivare a missioni più stealth con chicche come la possibilità di pilotare un elicottero, visitare la sede del KGB o di usare un arco nelle giungle del Vietnam.
Le ambientazioni (e le musiche, mai abbastanza sottolineati) ci riportano a una quarantina di anni fa, i diversi livelli di difficoltà accontentano tutti, dal debuttante su COD all'esperto, anche l'IA dei nemici non ha ricevuto particolari aggiornamenti, il che rende il gioco meno complesso ma allo stesso tempo più diretto.
MODALITÀ MULTIPLAYER
In proporzione, Treyarch e Raven Software sembrano aver dedicato più tempo al single mode, anche perché il multigiocatore di COD è ben consolidato, soprattutto da dopo l'arrivo di Modern Warfare. In Cold War si sente però anche qualche riflesso della serie Black Ops, con per esempio il ritorno della barra della vita, dello sprint infinito o sessioni un po' frenetiche pur sempre godibili e che bene o male accontentano la maggior parte del gamer favorendo l'inclusione.
Le mappe al lancio garantiscono già tanto materiale per divertirsi - ricordando sempre che le aggiunte saranno gratuite - così come le modalità sia quelle più rodate come Armada o Dominio mentre non convincono ancora del tutto soprattutto provando Armi Combinate, dove diventa frustrante la supremazia dei cecchini o la natura ambivalente dei carri armati a seconda di quando li si manovra o li si deve subire. Divertente Bomba Sporca, anche se un po' spaesante l'ampiezza della mappa.
MODALITÀ ZOMBI
Da multiplayer a modalità Zombi il passaggio è più breve del previsto, visto che in COD: Cold War finalmente Treyarch ha deciso di rendere comunicanti le due attività. Finalmente perché poter usare le armi sbloccate in multiplayer dà un senso più ampio a questa modalità, senza dover ripartire da quelle di classe basica. La varietà di armamentario si riflette pure nei loot da trovare nelle mappe, da usare e giostrare a proprio piacimento per modellare il gameplay come più lo si desidera. Ecco, se si deve riconoscere un merito agli sviluppatori è quello di essersi focalizzati nel cercare di rendere più completa questa esperienza di gioco (degni di nota anche i miglioramenti nella leggibilità della mappa) invece di introdurre stravolgimenti, forse anche per incentivarla.
CONCLUSIONI
Insomma, con Call of Duty: Cold War ci troviamo di fronte a un gioco dalle mille sfaccettature, per ore e ore di gioco e una longevità invidiabile, ma che gira attorno all'onore e all'onere di appartenere al brand di uno degli FPS più importanti della storia. Non c'è quindi stata rivoluzione, probabilmente non doveva neppure esserci, anche perché abbracciare la next gen ha portato una grande novità: la possibilità di caricare sessioni di gioco da qualsiasi device ripartendo dagli stessi punti esperienza della sessione precedente. Se non è il futuro questo...