Il pilota del Tennessee aggiunge il successo nella corsa del Memorial Day a due titoli Indycar alla fine dello scorso decennio
di Stefano Gatti© GET
Al dodicesimo tentativo, Josef Newgarden vince la 500 Miglia di Indianapolis, al termine di una edizione della corsa del Memorial Day (la numero centosette) contraddistinta come sempre da un buon numero di incidenti - tutti per fortuna incruenti - che hanno in particolare apparecchiato un finale carico di pathos: tre interruzioni una dietro l'altra che hanno sensibilmente abbassato la media della gara e appunto preparato il terreno alla sfida per la vittoria del duecentesimo e ultimo giro. Al traguardo Newgarden ha prevalso in volata su Marcus Ericsson, regalando a Roger Pesnke la diciannovesima affermazione nella Indy 500 e la prima dal 2019, quando Simon Pagenaud aveva bissato il successo di Will Power dodici mesi prima. Tre vittorie negli ultimi sei anni insomma per il Team Penske nella grande corsa nata nel 1911 e che - saltata due anni dalla Prima Guerra Mondiale e quattro dalla Seconda - la recente emergenza sanitaria non era riuscita a fermare, postcipando però di tre mesi quella di tre anni fa.
Da sette anni punto fermo dle Team Penske, campione Indycars nel 2017 e nel 2019, il 32enne pilota del Tennessee si è imposto alla media 270,622 chilometri orari (168,193) miglia orarie, tagliando il traguardo con la sua Dallara-Chevolet 0.0974 millesimi di secondo prima della Dallara-Honda affidata dall'altro superteam Chip Ganassi Racing a Marcus Ericsson. Per meno di un secondo quindi l'ex pilota di Caterham, Sauber e Alfa Romeo in Formula Uno ha mancato il bis della sua vittoria di dodici mesi fa: un'impresa riuscita l'ultima volta tra i piloti a Helio Castroneves più di due decenni fa e più precisamente nel 2001 e nel 2002, in occasione delle prime due affermazioni del pilota brasiliano, cheavrebbe poi raggiunto AJ Foyt, Al Unser e Rick Mears a quota quattro vittorie ed è attivo ormai solo per la 500 Miglia (quest'anno quindicesimo al traguardo).
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Terzo gradino del podio (che in realtà a Indy non esiste...) per Santino Ferrucci al volante della Dallara-Chevrolet di AJ Foyt Enterprises e quarto per lo spagnolo Alex Palou (compagno di squadra di Ericsson nel Ganassi Racing) che era scattato dalla pole positon. A completare la top five è stato il californiano Alexander Rossi (Arrow McLaren), lui pure pilota con poca fortuna in Formula Uno e ultimo pilota con passaporto a stelle e strisce ad imporsi (anno 2016) nella Indy 500 prima di Newgarden.
Tra i momenti più drammatici della 107esima edizione della corsa, l'incidente alla curva due tra Felix Rosenqvist e Kyle Kirkwood a tre quarti della distanza, che ha innescato il convulso finale e nel corso del quale una ruota è rimbalzata nell'infield superano le altissime reti di protezione, danneggiando alcune auto dentro un parcheggio ma causando per fortuna solo danni materiali.