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DAKAR

Dakar 2025, 2a tappa: Sanders e Alrajhi i re della 48h Chrono, Sainz lo sconfitto

L'australiano fa tre su tre nelle moto: margine enorme sul secondo. Rivoluzione nelle auto: vince il saudita, Lategan il leader

07 Gen 2025 - 09:15

Due giorni di tappa e oltre novecento km di prova speciale tra la sabbia e le dune. La Dakar 2025 ha vissuto uno dei suoi momenti decisivi nella 48h Chrono, la Marathon Stage che ha stravolto le classifiche. Nelle moto Sanders fa tre su tre e allunga: 12'36" su Howes. Caos nelle auto: Sainz si ribalta e si ritira per i danni alla sua Ford, malissimo Quintero. Vince Alrajhi, ma il leader è Lategan. Colpo doppio per Macik nei camion: tappa e primo posto.

MOTO
992km complessivi e 947km di prova speciale tra le dune, con pochissimi tratti asfaltati e tantissima ghiaia a mettere in crisi i piloti. La 48h Chrono delle moto si preannunciava come potenzialmente decisiva per la classifica e, infatti, la stravolge nei distacchi e nei protagonisti. Non cambia però il leader, visto che l'australiano Daniel Sanders la domina per tutto l'arco delle due giornate di gara di questa prima Marathon Stage della Dakar 2025: tre su tre per il portacolori Ktm, che eguaglia un primato che mancava dal 2017 e dal tris di Joan Barreda. Velocissimo Sanders che, dopo l'iniziale leadership di Ross Branch nei primissimi km, accelera e si porta dietro tutto il gruppetto delle Honda ufficiali. Man mano che prosegue la tappa il vantaggio dell'australiano cresce, ma al check-point di domenica il suo margine si riduce a soli 40" su Ricky Brabec, che però perde completamente la bussola nella mattinata dell'Epifania. La fase finale della maxi-tappa delle moto vive infatti sul duello ad altissima tensione tra Sanders e Schareina, che vede lo spagnolo perdere terreno nei km conclusivi chiuderà quarto) e l'australiano dominare fiono a sfiorare i sette minuti di vantaggio. Sanders fa tre su tre e vince questa tappa con un tempo che ben riassume gli sforzi dei piloti, alcuni dei quali non avevano neanche raggiunto il bivacco stabilito come checkpoint necessario per proseguire la Dakar, alle 15 italiane (17 locali) di ieri.

L'australiano chiude infatti in 11h12'13" e ha un margine ampio sulle tre Honda che lo inseguono: Skyler Howes (+7'37") è secondo davanti a Tosha Schareina (+7'41") e Adrien van Beveren (+8'45"). Quinto Ross Branch sulla prima Hero, 10'02" il suo ritardo. Sesto posto per Luciano Benavides su Ktm (+11'49"), mentre stecca il fratello Kevin: 1h11'28" di ritardo e uscita di classifica per il plurivincitore della Dakar. Male Brabec, che chiude in 8a posizione a 12'47" dal vincitore di giornata, precedendo Quintanilla (+13'39") e il sempre più sorprendente Edgar Canet, leader della classe Rally2 e talento del futuro di Ktm (+15'43"). Prosegue il cammino deludente di Ignacio Cornejo e della sua Hero, molto staccati dai primi (+26'09"). Nella classifica generale, Sanders scava un solco ampio tra sé e i rivali. L'australiano guida con un margine enorme su Howes (+12'36"), Branch (+12'40") e Schareina (+12'48"), che sono racchiusi in 12 secondi. Brabec scivola in quinta piazza (+15'09"), precedendo Luciano Benavides (+22'31") e van Beveren (+24'10") . Domani la corsa abbandonerà la zona di Bisha per arrivare ad Al-Henakiyah: previsti 495km di speciale su un totale di 847km. Non ci sarà riposo per i piloti e l'errore, dopo le fatiche di questi due giorni, potrebbe essere dietro l'angolo. 

AUTO
Le auto, che ripartivano senza l'accoppiata composta da Laia Sanz e Maurizio Gerini dopo il grave incidente nella 1a tappa, vivevano invece un percorso diverso nella loro Marathon Stage: 1058km complessivi e 967km di speciale cronometrata. Anche qui non sono mancate le sorprese e gli stravolgimenti in classifica, che hanno riguardato anche degli insospettabili. Il grande sconfitto è senza dubbio Carlos Sainz, che nella giornata di ieri si è ribaltato con la sua Ford e ha subito vari problemi di natura tecnica e meccanica, arrivando a perdere un'ora e mezza e dovendo alzare bandiera bianca. Oltre al detentore della Dakar a quattro ruote, non possono sorridere neppure Guerlain Chicherit e Seth Quintero: entrambi avevano combattuto per la vittoria nella 1a tappa ed entrambi hanno perso tantissimo terreno, tra errori di navigazione e problemi strutturali alle rispettive vetture. Esulta comunque Toyota che, con la sua robustissima e ampia squadra, conquista sia il successo di tappa che la leadership nella generale. La 48h Chrono delle quattro ruote va infatti a Yazeed Alrajhi, autentico dominatore già nella giornata di ieri che è stato bravissimo ad ampliare il suo vantaggio quest'oggi, nonostante una penalizzazione di due minuti per non aver rispettato i limiti di velocità nei centri abitati. Il pilota saudita e padrone di casa ha saputo sfruttare al meglio la sua conoscenza del terreno di gara ed è stato bravo a stravolgere la classifica.

Alrajhi e la Toyota del team Overdrive hanno dunque vinto col tempo di 10h56'54", precedendo il mezzo ufficiale di Henk Lategan, pilota sudafricano e vincitore del prologo (+4'16"). Spezza l'egemonia nipponica Nasser Al-Attiyah col terzo posto della sua Dacia Sandrider, che perde una posizione a causa di una penalità (quattro minuti) e chiude a 6'29" dopo che si trovava solo a un minuto da Alrajhi a metà tappa. Seguono le Toyota Overdrive dei sorprendenti Yacopini (+6'45") e Baciuska (+9'17"), poi ecco la Century di Serradori (+10'59") e il big che ha saputo risalire la china: Sebastien Loeb aveva perso quasi mezz'ora, ma ha dominato la seconda parte della tappa, chiudendo a 13'08" e al settimo posto dopo un'esaltante rimonta. Top-10 per la Ford di Ekstrom (+13'42") e la Toyota di Toby Price e Sam Sunderland (+14'14"), poi iniziano le delusioni: Moraes perde 26'07", Quintero arriva a 49'15", Chicherit accumula 1h02'45" di ritardo e Carlos Sainz addirittura 1h35' arrivando con l'auto distrutta e senza parabrezza. La classifica generale viene così riscritta, col ritorno in vetta di Henk Lategan (Toyota): il sudafricano precede Alrajhi (+4'45") e Al-Attiyah (+11'14"), col sorprendente quarto posto di quel Toby Price (+11'44") che debutta sulle quattro ruote. Buoni piazzamenti per Ekstrom (+13'16") e Loeb (+18'56"), saldi nella top-10 insieme a Moraes (+20'57"). Non può dire lo stesso Seth Quintero, che scivola a 40'47" dopo una giornata da leader, fuori dai giochi Chicherit e Sainz: per loro rispettivamente 55' e 1h30' di ritardo. 

CAMION
I camion ripercorrono lo stesso tracciato delle moto e, anche qui, non mancano le sorprese. Dopo un autentico avvio-sprint, Mitchel van den Brink e il suo Iveco perdono infatti completamente la strada. Alla virata di metà tappa, l'olandese era situato a mezz'ora dal leader Martin Macik (MM Technology) e le cose non sono cambiate nella giornata di oggi. Vittoria e colpo doppio per Macik e il suo equipaggio, completato da Tomasek e Svanda per un terzetto tutto ceco: tempo di 12h10'51" per precedere Loprais (+9'43") e Zala (+18'52"). Disastro per i van den Brink: papà Martin chiude a 1h17'32", il giovane Mitchel (leader fino a ieri) a 1h19'. Viene dunque completamente riscritta la classifica di questa categoria: Macik guida con 8'54" su Loprais e 38'50" su Zala. Perde terreno, invece, l'Iveco Powerstar di Claudio Bellina (pilota) e Danilo Petrucci (meccanico), griffato Italtrans. Il terzetto tutto italiano, completato da Marco Arnoletti come navigatore, rimane a lungo fermo nell'ultimissimo tratto verso l'arrivo. Per loro la 12a posizione di tappa con un ritardo di 3h36'21" da Macik, dopo aver stazionato a lungo nella top-10. Medesima posizione nella classifica generale guidata dal ceco, ma con un distacco di 4h01'47". 

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