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Provate a prenderci! Al-Attiyah punta al sesto centro nella Dakar, K. Benavides al tris

Pronostico apertissimo e... affollato sia tra le auto che tra le moto al via della maratona saudita di inizio anno

di Stefano Gatti
04 Gen 2024 - 07:50
 © Getty Images

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Chi sono - alla vigilia della quarantaseiesima edizione della Dakar - i candidati alla successione di Nasser Al-Attiyah (navigato dal fido Mathieu Baumel) e di Kevin Benavides, vincitori dodici mesi fa al traguardo di Riad-Dammam? Beh, innanzitutto proprio loro, i campioni in carica! Il principe qatariota punta addirittura al sesto centro nella gara auto. Il top rider argentino più "modestamente" al tris, avendo vinto per la prima volta nel 2021, allora con la Honda. Un anno fa invece Kevin si impose con la KTM e quest'anno è lo specialista di Salta è di nuovo uno dei piloti di punta della Casa di Mattighofen. Quanto al polivalente emiro del Qatar, Nasser ha scelto di sedersi al volante del Prodrive Hunter, dopo aver trionfato con Volkswagen (2011), Mini (2015) e naturalmente Toyota: nel 2019 in Sudamerica (come le prime due volte) e nelle due più recenti edizioni in Arabia Saudita. Kevin e Nasser: chi dovranno temere i due campioni in carica sulle piste dell'Empty Quarter, con chi dovranno incrociare le traiettorie (in senso figurato, s'intende!) per aggiungere un'altra perla alle rispettive collezioni? La shortlist dei candidati è piuttosto ben definita e altrettanto qualificata.

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Partiamo dalle quattro ruote: nella categoria T1+ per prototipi 4x4 (che comprende tutti i pretendenti al successo nella gara che scatta venerdì 5 gennaio), Al-Attiyah dovrà vedersela prima di tutto con il compagno di marca e ben più talentuoso e titolato Sebastien Loeb, il cui Hunter corre sotto le insegne Bahrain Raid Extreme (Nasser Racing invece per l'emiro...).

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Nove volte campione del mondo Rally WRC consecutivamente dal 2004 al 2012, il quasi cinquantenne alsaziano (li compirà alla fine di febbraio) piuttosto incredibilmente è ancora alla caccia del suo primo successo alla Dakar, prova della quale è ormai un veterano, avendone disputate ben sette edizioni e sempre al volante di mezzi da classifica assoluta. Un mistero, insomma... Tre volte secondo (nel 2017 e nelle ultime due edizioni!) Sebastien ha forse quest'anno la migliore delle occasioni per colmare questa inspiegabile lacuna nel suo per molti versi inarrivabile palmarès.

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Orfana di Al-Attiyah, il miglior interprete della collaudatissima Hilux, la corazzata Toyota si presenta con una nuova versione del suo potente e agile fuoristrada e schiera un terzetto molto ben assortito nel team Toyota Gazoo Racing. A fianco della punta Giniel De Villiers, vera bandiera della Casa giapponese nei rally avventura ma una sola volta vincitore (nel lontano 2009 e con la concorrenza-Volkswagen), altre tre GR DKR Hilux di nuova generazione sono affidate al brasiliano Lucas Moraes, allo statunitense Seth Quintero e agli altri due sudafricani Saood Variawa e Guy Botterill.

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Il Team Audi Sport mette in campo tre temute e tecnologicamente all'avanguardia RS Q e-tron per lo specialista svedese Mattias Ekstroem, per il due volte campione del mondo rally Carlos Sainz (che punta al quarto successo con quattro prototipi diversi dopo Volkswagen, Peugeot e Mini) e per... nientemeno che "Monsieur Dakar" Stephane Peterhansel, all'inseguimento della sua... quindicesima vittoria: fin qui otto centri in auto e sei (i primi sei) in moto!

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M-Sport Ford World Rally Team risponde con le sue Ranger affidate a Joan "Nani" Roma (una vittoria, esattamente dieci anni fa) e al sudafricano Gareth Woolridge. X-Raid Mini JCW Team schiera infine il veterano polacco Krzysztof Hołowczyc e lo spagnolo Pau Navarro. Oltre a questi, almeno una decina di altri piloti (ed equipaggi) possono puntare a dire la loro: se non proprio per la vittoria finale, quantomeno per i successi di tappa. Basti pensare al padrone di casa Yazeed Al-Rajhi, oppure all'argentino Juan Cruz Yacopini e al francese Guerlain Checherit con gli Hilux (non... all'ultimissimo grido ma super affidabili) di Overdrive Racing che schiera in totale ben otto equipaggi.

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Per quanto riguarda le moto, a raccogliere la sfida lanciata nella categoria RallyGP dal campione in carica Kevin Benavides (trentacinque anni il quinto giorno di gara) sono innanzitutto i suoi due compagni di squadra nel Red Bull Factory Team KTM: l'australiano Toby Pryce, vincitore della Dakar sudamericana nel 2016 e nel 2019 e poi - con chances molto più circoscritte - il trentasettenne veterano austriaco Matthias Walkner che può comunque vantare una vittoria non più tardi di sei anni fa. Stessi colori RB ma moto marchiate GAS GAS Factory Racing per il britannico Sam Sunderland (lui pure due volte vincitore nel 2017 e nel 2002) e per l'australiano Daniel Sanders. Husqvarna punta tutto (a livello "factory") su Luciano Benavides, fratello minore (sei anni più giovane) del ben più brillante Kevin.

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Scelta radicalmente diversa per Honda che non lascia nulla di intentato per tornare a vincere dopo l'uno-due 2020-2021 (prime due edizioni della Dakar saudita) e schiera in ordine di apparizione (nella entry list) un dream team formato da Pablo Quintanilla, Rick Brabec, Skyler Howels, Josè Ignacio Cornejo, Adrien Van Beveren e Tosha Shareina: una vittoria in sei: quella di Brabec nella "prima" saudita (2020). Nella gara moto come in quella auto, non mancheranno le incursioni in alta classifica di numerosi outsiders: come i piloti di Hero e Sherco, i numerosi clienti KTM e i portacolori del Fantic Rally Team: il nostro Tommaso Montanari, il francese Jeremy Miroir e la britannica Jane Daniels.

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