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RALLY-RAID

Separati... in gara: auto e moto su tracciati diversi per aumentare la sicurezza

La classica maratona di gennaio per auto, moto e camion si svolge per il sesto anno consecutivo in Arabia Saudita

di Stefano Gatti
01 Gen 2025 - 08:42
 © Getty Images

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Giusto il tempo di salutare l'arrivo del nuovo anno, poi il 2025 del motorsport scatterà come ormai da oltre quarantacinque anni a questa parte con la "Dakar", la maratona fuoristrada che da sei anni ha trovato casa nei deserti della Penisola Arabica, dove le sue vicende sportive ma anche - se non soprattutto - geopolitiche l'hanno portata nel corso di una storia che viaggia appunto spedita verso il traguardo del mezzo secolo. Dall'Africa delle sue origini in qualche modo romantiche e segnate da drammi e tragedie (ventinove edizioni tra il 1979-2007) all'America Latina (undici edizioni tra il 2009 e il 2019 dopo la cancellazione 2008) fino all'ormai pressoché inevitabile approdo dei maggiori eventi sportivi planetari (dal calcio alla Formula Uno) nel nuovo Eldorado mediorientale, secondo priorità di business che trascurano colpevolmente qualsiasi altra considerazione di ordine etico e umanitario. Avanti tutta insomma, la "Dakar" non fa eccezione per questo sesto passaggio consecutivo in Arabia Saudita, dove la corsa è approdata nel pandemico 2020 e promette di rimanere a lungo, però con scarse chances (anzi inesistenti) di ritrovare il richiamo delle sue fascinose origini africane.

© dakar.com

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Presentata nel mese di novembre dal suo Race Director (ed ex dakariano su due ruote) David Castera, la 47esima edizione della corsa nata alla fine degli anni Settanta del secolo scorso dal genio avventuroso di Thierry Sabine (che ne sarebbe poi caduto vittima sette anni più tardi) scatta da Bisha venerdì 3 gennaio e si conclude due settimane dopo (venerdì 17) a Shubaytah. In programma un prologo e dodici tappe, due delle qyuali attesissime: quella non-stop di domenica 5 e lunedì 6 gennaio (che sfiora i mille chilometri) e quella marathon di mercoledì 8 e giovedì 9 gennaio senza assistenza intermedia. Quest'ultima precederà l'unico giorno di riposo, programmato per venerdì 10 gennaio ad Ha'il, al giro di boa, per un totale di 7700 chilometri, 5100 dei quali (più di un terzo) di prove speciali. A quel punto la gara, per tutta la prima settimana northbound, sterzerà decisamente verso sud. Per la prima volta nella storia della "Dakar", cinque PS si svolgeranno su percorsi separati tra auto (+camion) e moto, per un totale del 45% della distanza cronometrata. Una novità introdotta per implementare la sicurezza, soprattutto quella dei piloti in gara in moto.

© dakar.com

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A margine dell'evento principale, la Dakar Classic vedrà 76 auto e 19 camion protagonisti della gara nel passato sfidarsi in una prova di regolarità, mentre Mission 1000 Challenge metterà alla prova cinque veicoli dotati di tecnologie all'avanguardia sullo stesso terreno del rally. I primi due giorni della Dakar 2025 fungeranno anche da trampolino di lancio per un'intera nuova generazione di piloti sauditi selezionati nell'ambito dell'operazione "Saudi Next Gen", che assegnerà un biglietto per l'edizione 2026 all'equipaggio local più forte.   

© dakar.com

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Le difficoltà non mancheranno nella seconda settimana: la seconda metà del rally propone infatti la maggior parte delle speciali che si svolgono come detto sopra su percorsi separati per le categorie moto e auto. Meno sorpassi lungo la pista da parte delle quattro ruote (auto e camion) sulle moto renderanno la gara più sicura. Dal punto di vista sportivo, avere itinerari paralleli costringerà i copiloti a navigare senza l'aiuto delle tracce lasciate dalle moto, fornendo al contempo il tempo sufficiente alle auto di scendere in pista non appena il sole fa capolino all'orizzonte. Ciò riduce la probabilità di dover guidare intorno alle dune dopo il tramonto. Finale di gara negli spazi infiniti e in parte inesplorati dell'Empty Quarter, soprattutto nell'undicesima e penultima tappa e poi nell'anello finale di Shubaytah!

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