Una Dodge per il Team Go Eleven di Iannone
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La nostra esperienza da passeggero a bordo della safety-car ufficiale del Mondiale Superbike: sgommate, derapate e staccate da urlo
di Alberto Gasparri© sportmediaset
Volete sapere cosa si prova a girare sul tracciato del Cremona Circuit a bordo di una esagerata Dodge Challenger SRT Hellcat? Bene, ve lo raccontiamo noi. Primo perché abbiamo avuto l'occasione di fare da passeggero in occasione del recente round italiano del Mondiale Superbike, secondo perché... siamo sopravvissuti a questa esperienza da brividi.
Grazie al supporto di Dodge Europe, Cremona Circuit e Dorna, ad attenderci sul rettilineo di partenza abbiamo trovato un motore Hemi V8 da 6,2 litri, capace di sprigionare qualcosa come 717 cavalli e quasi 900 newtonmetri di coppia. Lo hanno "nascosto" sotto una muscle-car con livrea arancione, fregi neri e un tocco di bianco-rosso, in puro stile "made in Usa". E' proprio una delle due macchine usate come safety-car ufficiali del campionato delle derivate di serie con i loro piloti. Casco in testa ben allacciato, anche se in questo caso le ruote sono quattro e non due, e si sale a bordo. Cinture a posto e via con il decollo. Pardon, con la partenza del nostro giro.
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Subito si inizia con una bella nuvola da burnout, una manciata di sgommate folkloristiche, che preludono a qualcosa di inatteso. Davanti a noi c'è un curvone a sinistra. Pensiamo: adesso, chi è al volante, Nicola Cursi, alleggerirà un filo il gas per impostare la traiettoria. E invece il pilota della safety-car pesta sull'acceleratore e sentiamo una spinta che ci lancia ancora più in avanti, con la macchina che inizia a ondeggiare e parte in derapata. Nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo ed ecco arrivare altre due curve a sinistra, in cui la Dodge viene messa di traverso, tra pneumatici fischianti a cui affidare la propria vita e freni che paiono morse. Se non è drifting, poco ci manca. I cordoli? Come se non esistessero. Dopo la prima a destra inizia a sentirsi puzza di bruciato (chiedere alle gomme perché...). E allora il nostro accompagnatore che fà? Stacca una mano dal volante in piena accelerazione e chiude il finestrino destro rimasto inavvertitamente un po' aperto. Questa sì che è attenzione alla sicurezza dei passeggeri...
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Arriva il primo breve allungo, che volge leggermente a destra, e con esso anche la prima vera staccata. Apriti cielo. E' come se qualcuno da dietro ci desse un calcio nel sedere. La nostra belva fa di tutto per non restare dritta e non saremo certo noi a dirle di darsi una calmata. Anche perché adesso i casi sono due: o siete già morti per la paura, oppure state iniziando a prenderci gusto. Noi ci stiamo divertendo, o almeno puntiamo a dare questa impressione, e ci godiamo un paio di lunghi tornanti, perfetti da spazzolare col cuore in gola, prima di quello che sulla pista cremonese è il rettilineo più lungo.
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Il motore sale prepotentemente di giri, ma non c'è abbastanza spazio per far sfogare tutti quei cavalli e si ha il tempo di "rilassarsi" un po' prima del breve tratto finale. Sul tachimetro leggiamo 211 km/h e poi, dopo un'altra frenata da pelle d'oca, il gioco finisce, perché le ultime due destra-sinistra servono solo per sbollire gli spiriti della Dodge e riportarci al traguardo senza fare stupidate. Due minuti che volano in un lampo oppure che durano un'eternità. Fate voi. Una volta scesi, noi ripetiamo che ci sarebbe piaciuto fare almeno un altro giro. Verità o bugia?
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