Abbiamo provato l'ultimo capitolo di un titolo che mancava da sedici anni
C'era grande attesa per il ritorno di un titolo, quello di V-Rally, che mancava dalla scena videoludica ormai dal 2002. A sedici anni di distanza, ecco l'arrivo del quarto capitolo della serie, realizzato da KT Racing (gli stessi di WRC e TT) e distribuito da BigBen Interactive per PS4, XBox One, pc e anche Nintendo Switch. Gli sviluppatore hanno deciso di non stravolgere l'identita del gioco e così V-Rally 4 torna nelle noste case come un classico arcade di guida automobilistica in fuoristrada. Nessuna innovazione di una formula di successo, ma che forse è rimasta un po' troppo ancorata al passato. Intendiamoci, si tratta di un racing game divertente per gli appassionati del genere, ma che non ha mantenuto tutte le attese della vigilia.
Entrando nel dettaglio, questo VR4 mette a disposizione dei giocatori un totale di 22 tracciati sparsi per il mondo (virtuale) e una cinquantina di vetture di ieri e di oggi, tutte con licenza ufficiale.Tre le modalità di gioco: partita veloce, carriera e multiplayer. Diciamo subito che in un mondo dove lo split screen sta andando scomparendo, ritrovarsi a giocare fianco a fianco con un avversario in carne e ossa è una piacevole sensazione e la resa con lo schermo diviso in due verticalmente non toglie nulla alla giocabilità e al divertimento. Ed è forse questo il vero plus dell'ultimo V-Rally.Per il resto, potrete scegliere di cimentarvi in cinque specialità: la classica formula del rally con tanto di note lette (bene) dal navigatore al vostro fianco, il rallycross, l'hillclimb (anche in discesa, non solo in salita), il buggy e l'extreme-khana (la classica gymkhana). Tutte con la possibilità di scegliere all'interno di ogni round diversi tracciati, livelli di difficoltà e meteo.La parte più coinvolgente e competitiva, però, è quella che riguarda la modalità carriera. Detto che le specialità e le ambientazioni sono le stesse, nei panni di aspirante campione vi ritroverete a dover guadagnare il maggior gruzzolo possibile perché, si sa, il motorsport è costoso. Così, vincere sarà determinante per poter pagare meccanici, ingegneri e agenti, oltre a mettere mano ai danni che ogni qual volta causerete al vostro mezzo. Che potrete comprare e cambiare in base alla vostra disponibilità finanziaria, arricchendo così un garage dove sarà necessario avere mezzi adatti a ciascuna specialità per potervi competrete. Non mancano, poi, i contratti con gli sponsor e le case automobilistiche, che vi proporanno una serie di obiettivi in crescendo. Insomma, un minimo di interazione e "storia" che si aggiunge alla guida nuda e cruda.
Nella nostra prova su PS4 abbiamo potuto apprezzare un livello grafico discreto, che sale a ottimi picchi in alcuni dettagli delle ambientazioni, come pure i giochi di luci e ombre, gli specchi d'acqua o le foglie dell'autunno giapponese. Nella norma il sound delle auto e del mondo circostante, anche se il commento del copilota tiene alto il giudizio complessivo sul sonoro. La definizione delle vetture non raggiunge livelli di eccellenza, come pure i danni non fanno gridare al miracolo.Il vero nodo, tuttavia, è la guidabilità. Il controllo dell'auto non è sempre intuitivo e in alcune discipline più di altre risulta di non facile gestione soprattutto agli inizi, quando gli incidenti spezzano il ritmo. Una volta presa la mano, la situazione migliora, ma resta sempre un retrogusto di pesantezza e di difficoltà che si allontana dalla semplicità arcade. Nel compesso, comunqe, un buon gioco, adatto più a chi vuole divertirsi senza pretese, che ai duri e puri delle corse autombilistiche.