Il ravennate chiude la carriera dopo 22 anni di gare mondiali e con il titolo della 250 nel 2002
Marco Melandri ha deciso di appendere casco e tuta al chiodo. Lo ha annunciato lui stesso a Milano, a pochi giorni dalla gara della Superbike di Donington Park, una delle più difficili della sua carriera. "Macio" sarà regolarmente in pista sino a fine stagione con la Yamaha del team GRT, ma poi chiuderà con le corse in Qatar a fine ottobre quando avrà già compiuto i 37 anni. Lo stop arriva dopo 22 stagioni passate tra Motomondiale e Superbike e culminate con il titolo della classe 250 nel 2002. Tra 125, 250 e MotoGP, Melandri ha conquistato 22 vittorie, 62 podi e 9 pole, mentre nelle "derivate di serie", di cui è stato vice campione al debutto nel 2011, vanta finora 22 successi (nessun italiano ha fatto meglio), 75 podi e 4 pole. Insomma, grandi numeri, ma anche qualche rimpianto per non aver raccolto quanto meritava.
"Tutte le favole hanno una fine. Fin da piccolo sognavo di diventare un pilota e la mia è stata una favola. Ostinarsi ad andare avanti, quando la fiamma del fuoco si abbassa, finisce che torni a casa e non apprezzi ciò che fai. Bisogna avere il coraggio di dire basta. Avrei voluto fare un paio di anni ancora con GRT, ma credo che questa sia la scelta vera e giusta. Non riesco a pensare di ripartire il prosismo anno. Nelle ultime stagioni ho sofferto molto, sono dovuto ripartire ogni volta da zero. E questo alla fine mi ha consumato", le sue parole.
La decisione finale è stata presa a Donington: "Il momento in cui ho capito è stato dopo la Thailandia. A Misano, il sabato è stato un momento critico. Ora non riesco più a essere performante e durante quella gara sono arrivato al punto di farmi delle domande. A Donington è stata una grande sofferenza. e ho capito che quello era l'ultimo segnale. Domenica sera ho chiamato Alberto (Vergani, il suo manager) e l'ho avvertito". Chiudere la stagione, però, non sarà difficile: "Sarò più motivato di prima, adesso mi sono liberato di tutti i pensieri che ho avuto negli ultimi tempi”. Il momento più bello della carriera? "Forse la prima gara nel Mondiale a Suzuka, avevo 15 anni, ero un bambino ed era indescrivibile. Il momento più brutto? Nel 2012 quando, a tre gare dalla fine, Bmw ci diede il benservito per l'anno successivo".
Cosa farà Melandri in futuro? "Per tantissimi anni ho fatto la stessa vita, ogni giorno, ogni mese. Mi sveglio, vado ad allenarmi e comincio a pensare alla gara. Questo comincia a pesarmi. Mi piace fare sport, ma voglio farlo per divertimento, da adesso in poi. C’è gente che lavora una vita per andare in pensione e godersela, io ci arrivo in anticipo per cui mi considero privilegiato. In futuro mi piacerebbe restare in moto, non escludo niente. Magari correre in un campionato di contorno, con meno stress. Mi attira la MotoE. Questo potrebbe piacermi. Oppure fare il collaudatore, aiutare una squadra a risolvere i problemi”.
Infine, una battuta sul futuro di Rossi: "Non so se anche Vale lascerà, questo dovrà deciderlo lui. E' difficile dargli un suggerimento, si accorgerà da solo quando sarà il momento di smettere"