Nove anni fa il re dei traversi appena scomparso aveva sfidato due mostri sacri del motorsport
di Stefano GattiI risultati di Ken Block nelle gare ufficiali - segnatamente quelle del Mondiale WRC - non hanno raggiunto (tantomeno sfiorato) le vette della sua popolarità social ma a restituire intatta la dimensione internazionale dello specialista californiano scomparso all'alba del nuovo anno, stabilendo un rarissimo punto di contatto, sono i suoi... incontri al vertice del motorsport globale. Due in particolare, entrambi risalenti alla metà dello scorso decennio, anzi proprio nel corso dello stesso anno (il 2014) ed a pochi mesi di distanza uno dall'altro: quello con Lewis Hamilton alle Barbados nel mese di maggio e poi quello con Valentino Rossi al Monza Rally Show di fine stagione.
Showman e self-made man, imprenditore (di sé stesso, prima di tutto), Block sull'asfalto del rettilineo dei box dell'Autodromo Nazionale si era esibito in una sfida diretta (ed a parità di mezzo, la Ford Fiesta RS WRC) con il popolarissimo "Dottore" della Yamaha, vero e proprio specialista del Monza Rally Show ma anche con Robert Kubica, lui pure alla guida della Ford.
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Nei panni parecchio impegnativi di guest star internazionale dell'evento-show monzese e in coppia con il fido Alex Gelsomino sul sedile di destra, in gara Block aveva però faticato a tenere il ritmo dei migliori, chiudendo infatti in ventinovesima posizione la kermesse vinta da Kubica davanti a Valentino. Al volante della Fiesta contraddistinta dal "suo" tradizionale numero quarantatré, Ken aveva comunque deliziato il pubblico, magari vagheggiando di tanto in tanto un'altra di... "quelle strane occasioni" che gli era sfuggita di mano tre anni e mezzo prima, proprio a Monza!
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Nell'estate del 2011 infatti Ken, su invito della Pirelli, era stato ad un passo da un test (fine a sé stesso ma ugualmente imperdibile) al volante di una monoposto da Gran Premio: la Toyota TF109 guidata due anni prima nel Mondiale da Jarno Trulli, Timo Glock e Kamui Kobayashi, utilizzata come vettura test dal costruttore milanese di pneumatici. Il seat fitting nella factory tedesca di Toyota aveva dato però esito negativo. Ingenti e ben poco convenienti le modifiche da apportare alla monoposto per permettere a Block non tanto di infilarsi propriamente nell'abitacolo, quanto di girare il volante, bloccato dalle sue gambe.
A parziale... consolazione per quella delusione (sarebbe stato un test esplorativo e magari propedeutico alla produzione di un episodio "formulistico" di Gymkhana), Block poco meno di tre anni dopo avrebbe sfidato nientemeno che Lewis Hamilton al Bushy Park Circuit sull'isola di Barnados, nelle Piccole Antille. A differenza di quanto sarebbe avvenuto sei mesi dopo a Monza, un faccia a faccia tutt'altro che ad armi pari tra Fiesta WRC e Mercedes F.1, organizzato nell'ambito della prima edizione caraibica dello spettacolare Top Gear Festival. Al volante della W03 tedesca di due anni prima, il campione di Stevenage (alla sua prima stagione con le Stelle d'Argento) l'aveva ovviamente spuntata alla distanza.
Ken però si era tolto l'impagabile soddisfazione di giocarsela alla pari nello scatto al semaforo (!) , prima che l'accelerazione bruciante della Mercedes facesse la differenza verso la prima curva del piccolo circuito locale (e al tempo stesso il più grande della regione!). Il resto era stato uno show a favore di pubblico ma soprattutto la perfetta sintesi dell'anima sportiva del compianto californiano: lo show invariabilmente prima di tutto, accompagnato però da abilità e sensibilità di guida da vero campione.
Così lo ha ricordato proprio Hamilton, rompendo eccezionalmente il suo ormai tradizionale silenzio social invernale:
"Oggi ho ricevuto la notizia della morte di un caro amico: una persona eccezionale, che ha sempre vissuto al massimo. Tanto talento al volante. Ricordo la prima volta che abbiamo lavorato insieme (Block, Hamilton ed anche Rossi avevano un grosso sponsor in comune, ndr) ed il suo approccio positivo. Anni fa ci siamo divertiti insieme facendo heliski e snowboard in Canada. Ci ammiravamo a vicenda. Mancherà davvero alla sua bella famiglia ed a tutti noi.
Te ne sei andato troppo presto. Riposa in pace, Ken".
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