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Giro d'Italia, Aru: "È ancora lunga, in due settimane possono verificarsi veri ribaltamenti"

Il Cavaliere dei quattro mori è in ritardo di 2'36'' dalla maglia rosa, indossata da Simon Yates

14 Mag 2018 - 14:31

"Sul Gran Sasso non ho avuto le gambe, ma le somme le tireremo a Roma assieme alla squadra. In due settimane possono accadere tante cose e verificarsi veri ribaltamenti”. Fabio Aru è in cerca del riscatto dopo la prima settimana di Giro d'Italia dove ha accumolato un ritardo pesante dagli altri big, primo su tutti Simon Yates: “2’36’’ dalla maglia rosa non è poco ma non è nemmeno un’eternità”. 

"Ancora non è finita. La mia grinta è quella di sempre anche perché il Giro è ancora lungo e ci sono tappe che possono cambiare tutto", conferma Aru.

È d'accordo Vincenzo Nibali, che tiene un occhio interessato verso l'Italia per scrutare i prossimi avversari del Tour de France: "Il Giro è una corsa sempre imprevedibile, saranno le grandi montagne a fare la differenza anche se la crono di Trento avrà una grande importanza nell'economia della classifica generale". Lo Squalo, vincitore del Giro nel 2013 e nel 2016, confida nella perseveranza del sardo: "Aru ha sempre mostrato grande tenuta e formidabili capacità di recupero. Finora ha pagato un po', ma arriverà il suo terreno preferito, le montagne con fortissime pendenze, e vedremo cosa succederà".

Con uno Yates così può essere difficile ipotizzare grandi ribaltamenti ma Nibali osserva anche Froome, penalizzato dalla nona tappa e in ritardo di 2'27''. Secondo lo Squalo l'inglese è in grande condizione anche se "bisogna tenere conto delle due cadute e delle conseguenze". Occhio anche a Tom Dumoulin, che "si vede poco ma è sempre lì", e l'anno scorso privò proprio Nibali della terza vittoria nella corsa rosa.

L'occasione da sfruttare è dietro l'angolo, con la decima tappa, che sarà la più lunga: 239 km per attraversare tre regioni, ossia Abruzzo, Marche e Umbria. Partenza da Penne (Pescara) e arrivo a Gualdo Tadino (Perugia), due città esordienti. La corsa attraverserà l'Appennino da sud verso nord, su un percorso abbastanza tortuoso con brevi salite pedalabili, di cui tre classificate come Gran premi della montagna. Gli ultimi chilometri saranno su strada di prevalenza rettilinea ad eccezione degli ultimi mille metri con alcune curve.

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