Intervista esclusiva all'atleta azzurro che inizierà il 2025 con il classico cross lombardo, poche settimane dopo l'eccellente ma sfortunata gara nella maratona iberica
di Redazione Sprintnews© Grana/Fidal
Iliass Aouani, specialista nelle distanze lunghe dell'atletica ma anche nelle corse campestri, gareggerà il prossimo 6 gennaio al Campaccio Cross Country di San Giorgio su Legnano, cinque settimane dopo essere stato grande protagonista lo scorso 1° dicembre nella Maratona di Valencia, dove ha stabilito il proprio personale con il tempo di 2h06'06 grazie al quale ha eguagliato il primato italiano di Yeman Crippa, ma che non è bastato per scrivere il suo nome nella lista dei record in quanto è stato superato negli ultimi 2000 metri dall'altro azzurro Yohanes Chiappinelli, capace di chiudere al traguardo con il nuovo limite di 2h05'24.
Per l'atleta azzurro, nato in Marocco il 29 settembre 1995 ma in Italia a Milano con la famiglia da quando ha 2 anni, è stata certamente una beffa in quanto ha corso per gran parte della gara su ritmi che lo proiettavano ben sotto il vecchio record, transitando di fatto ai 35 km con una media che se mantenuta lo avrebbe fatto chiudere intorno alle 2h05, ma ha subito da quel momento un progressivo calo accentuatosi in particolare negli ultimi 2 km.
La storia sportiva di Aouani è sempre stata legata alla corsa, iniziata a 15 anni nel 2011 senza aver praticato mai altre discipline, guidato inizialmente sul campo di San Donato Milanese da Claudio Valisa, già tecnico di Gennaro Di Napoli, che lo ha subito indirizzato verso il mezzofondo lungo portandolo a vincere il primo titolo italiano juniores a 18 anni sui 5000 metri, ma in quel tempo l'atletica era più uno strumento per seguire le sue attitudini allo studio che lo hanno portato a trasferirsi negli Stati Uniti, dopo la maturità scientifica, dove è entrato in un paio di squadre sportive universitarie, dapprima in Texas e poi direttamente a New York, dove ha vissuto 4 anni sino al conseguimento della Laurea Magistrale in Ingegneria.
Pur avendo ottenuto qualche buon risultato anche nel corso della sua permanenza negli States, al suo ritorno in Italia a Milano nel 2021 c'è stata la grande svolta, in quanto ha deciso di mettere da parte temporaneamente quanto appreso in 5 duri anni di studio, e di dedicarsi a tempo pieno alla corsa trasferendosi a Ferrara per essere seguito da Massimo Magnani, ex maratoneta e grande tecnico della specialità, vincendo peraltro in quell'anno ben 4 titoli italiani assoluti su varie distanze e superfici, dalla pista al cross sino alla strada.
Nell'aprile del 2022 fa il suo debutto in maratona proprio nella sua città di Milano e poi l'anno dopo, nel marzo 2023 realizza a Barcellona con 2h07'16 a Barcellona il record italiano, che gli viene però superato all'inizio del 2024 da Yeman Crippa, ma nel frattempo cambia anche tecnico per un breve periodo dalla fine del 2023 a metà 2024, anno in cui inizialmente prova la prima delusione di non riuscire a vestire la maglia azzurra alle Olimpiadi di Parigi, pur avendo il minimo richiesto, per poi chiuderlo con una grandissima gara a Valencia che non gli restituisce il primato nazionale, come avrebbe voluto, ma certamente gli conferisce una grande spinta verso obiettivi sempre più ambiziosi.
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Iliass, una stagione per certi versi sfortunata, ma chiusa con un'eccellente prova e il tuo personale nella maratona. Come la giudichi?
"Sono molto soddisfatto e orgoglioso di me stesso ritenendo di aver raggiunto l'obiettivo principale che mi ero prefissato, dimostrare di essere un ottimo maratoneta con ancora grandi margini di miglioramento. Avrei voluto certamente partecipare alla mia prima Olimpiade, a Parigi, per cui avevo fatto il minimo richiesto, ma sono state fatte delle scelte tecniche dalla Federazione che ovviamente rispetto, e poi a Valencia sono andato con l'idea di migliorarmi e riprendermi il record italiano, realizzando entrambe le cose, ma qualcuno è stato ancora più bravo di me e non posso che fargli i complimenti".
Il tuo calo negli ultimi 2 km della maratona di Valencia è più dipeso da un problema fisico o di testa?
"In realtà da entrambi. Avevamo impostato la gara su ritmi molto forti, che mai avevo tenuto in una maratona e ai 35 km sono passato con una media poco sotto le 2h58 al km, ma poi ho iniziato ad accusare un po' troppo la fatica perdendo di brillantezza anche per l'insorgere dei crampi. Non posso però negare che, quando dopo il 40esimo km sono stato ripreso da Chiappinelli che aveva impostato una gara più prudente, ho visto subito come avesse più energie di me e mi sono un po' demoralizzato, in quanto ho capito che mi avrebbe staccato e non sarei riuscito nell'intento di riappropriarmi del record. Sono certo che se lui non mi avesse superato, avrei corso gli ultimi 2 km con più tranquillità, pur se dolorante, e avrei potuto fare un crono leggermente migliore ancora, certamente sotto le 2h06".
Il tuo ritiro dopo 32 km nella maratona di Osaka a febbraio, corsa sotto la pioggia, è stato certamente un punto di svolta negativo per le tue ambizioni olimpiche. Come mai questa decisione di volare in Giappone, con anche l'incognita del fuso e non puntare subito direttamente a quella di Barcellona di 15 giorni dopo, che poi hai di fatto disputato?
"È stata semplicemente una scelta basata sulle statistiche delle ultime edizioni della maratona di Osaka, dove erano sempre andati tutti molto veloci, ma soprattutto dal fatto che avevamo appurato come la gara sarebbe stata impostata dalle lepri su ritmi ideali per la mia condizione, al fine poi di realizzare un crono importante nell'ottica della selezione per le Olimpiadi. Purtroppo non si poteva prevedere quel che poi è successo e alla fine abbiamo ripiegato per Barcellona dove, pur avendo io fatto il mio personale nel 2023, generalmente non si ottengono mai tempi eccezionali e per questo, all'inizio, non l'avevamo proprio considerata".
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Dopo la maratona di Barcellona a marzo non hai più gareggiato sino a settembre. È dipeso da una scelta tecnica, in funzione dell'obiettivo di Valencia, o ci sono stati altri problemi?
"Nessun problema, ma solo una scelta una volta capito che non avrei partecipato alle Olimpiadi, per impostare al meglio la preparazione in vista di Valencia, anche se in realtà ho fatto pure un'altra gara sui 10 km in aprile, di rilevanza minore, ma tutto sempre propedeutico all'obiettivo di dicembre in Spagna".
Sei balzato all'attenzione generale alla fine del 2019 con un grande crono sui 5000 indoor e nel febbraio del 2020 hai anche eguagliato il primato italiano sul miglio al coperto. Hai sempre però avuto una propensione per distanze più lunghe e dichiarato come il tuo obiettivo fosse diventare un maratoneta. Da cosa nasce questa passione?
"Non la chiamerei passione ma sfruttamento nel migliore dei modi delle mie caratteristiche fisiche naturali. Ho sempre avuto una certa facilità nel correre su distanze lunghe per cui, nel momento in cui mi sono dedicato a tempo pieno all'atletica, è stato per me naturale puntare alla disciplina più lunga che ci sia".
Tu hai una laurea magistrale in Ingegneria. Hai mai pensato di smettere con l'atletica e dedicarti a tempo pieno a questa professione per cui hai studiato 5 anni?
"Quando sono tornato dagli Stati Uniti, nel 2020, ci ho pensato ma stavo cominciando ad avere i primi importanti riscontri, e ho quindi deciso di dare una svolta alla mia carriera agonistica trasferendomi a Ferrara nel 2021 per farmi allenare da Massimo Magnani, ottenendo quell'anno 4 titoli italiani assoluti che mi hanno dal 2022 fatto entrare nel Gruppo Sportivo delle Fiamme Azzurre. Da quel momento il mio pensiero è stato definitivamente improntato alla carriera da professionista, auspicando che sia il più lunga possibile".
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Qualche anno fa avevi dichiarato che la distanza dove pensavi di poter raggiungere i migliori risultati fossero i 10.000 metri. Hai definitivamente abbandonato ogni pensiero per le gare in pista?
"Ovviamente ormai la mia priorità è cambiata, ma le gare in pista sono sempre importanti e stimolanti, sia nell'ottica della preparazione per le distanze più lunghe, ma anche per provare a migliorarmi cronometricamente".
Il 6 gennaio sei iscritto al classico Campaccio Cross Country. Quale è il tuo obiettivo per questa prima gara dell'anno?
"Il Campaccio sarà l'occasione per tornare in gara dopo la maratona di Valencia, avendo ormai smaltito la fatica di quella prova. Mi piacciono le corse campestri e spero di offrire una buona prestazione cercando di arrivare il più davanti possibile, possibilmente il primo tra gli italiani".
Quali sono i tuoi programmi per il 2025 e proverai ancora ad attaccare il record italiano nella maratona?
"In primavera ad aprile ci sarà la prima edizione dei campionati europei su strada, e la mia partecipazione sarà subordinata alle richieste della Federazione, ma per adesso nulla è ancora stato concordato. A settembre poi ci saranno i mondiali a Tokyo dove ovviamente sarei onorato di partecipare, ma pur avendo già il minimo tutto poi dipenderà dai risultati degli altri miei compagni di nazionale e dalle scelte sempre della Federazione. Difficile pensare in ogni caso, nel 2025, che si possa creare la situazione di puntare a una maratona molto veloce e riprovare subito l'attacco al primato. Credo sia più probabile nel 2026".
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