Il campione olimpico ha parlato delle sue prospettive per il prossimo dopo i problemi fisici che gli hanno impedito di centrare la finale ai Mondiali
Il 2023 è stato probabilmente uno degli anni più complicati per Marcell Jacobs che ha dovuto far i conti con una serie di infortuni che lo hanno tenuto spesso ai box e gli hanno impedito di esprimersi al meglio nei vari appuntamenti internazionali. Il 29enne di Desenzano del Garda ha deciso di dare una svolta alla sua carriera trasferendosi negli Stati Uniti dove sta preparando un 2024 che lo vedrà difendere il titolo olimpico sui 100 metri. Ripetere l'impresa appare difficile, ma nulla è impossibile per il velocista bresciano: "Sono arrivato a 4 centesimi dalla finale mondiale, con soli dieci giorni di allenamento. Quanti ci riuscirebbero? Negli ultimi due anni nessuno ha vinto con un tempo inferiore a 9″80, il mio crono di Tokyo che posso ripetere”.
Per raggiungere questo traguardo il portacolori delle Fiamme Oro Padova ha deciso di lasciare il suo storico allenatore Paolo Camossi e trasferirsi alla corte di Rana Raider dove a Jacksonville ha trovato come compagni di allenamento Andrè De Grasse, Yohan Blake, Trayvon Bromell e Sani Brown: "Ho cambiato praticamente tutto il mio modo di lavorare. Alla fine degli allenamenti ero distrutto, non vedevo l’ora di tornare a casa, mettermi nel letto e svegliarmi il giorno dopo. Le prime settimane le ho subite abbastanza- Rana è però un uomo veramente competente, con tanta esperienza. Mi ha illuminato e permesso di vedere gli esercizi in un modo diverso - ha raccontato Jacobs a La Repubblica -. Negli ultimi due anni volevo vincere tanto e non ci sono riuscito, stavo perdendo moltissimo tempo. Era il momento di cambiare qualcosa. Non sono uno che ha paura di buttarsi in nuove esperienze, di ricominciare tutto daccapo. So che il prossimo anno arrivano le Olimpiadi, sono il campione in carica, non posso perdere tempo. Volevo quelle emozioni, quella felicità che ora posso dire di aver ritrovato".
Fondamentale è anche l'apporto dei colleghi che, nonostante siano fra i principali avversari in pista, durante gli allenamenti in Florida si sono rivelati dei perfetti compagni di viaggio con cui affrontare i principali ostacoli: "Sono i primi a incitarti a dare di più, nonostante sappiano che saremo avversari. Facciamo le ripetute insieme, ci trasciniamo a vicenda, quel che mi è sempre mancato e che ho sempre desiderato. In un gruppo così vedi che non sei l’unico a soffrire, il confronto con gli altri ti porta a spingerti oltre il limite” ha sottolineato il campione olimpico.
Guardando a quanto compiuto agli ultimi Mondiali, dove ha saputo regalare all'Italia uno storico argento nella staffetta 4x100 metri digerendo a stretto giro l'eliminazione dai 100, Jacobs sa che nel 2024 il bis olimpico è ancora possibile e come molto passi anche dalle scelte del Coni che potrebbe puntare su di lui per svolgere il ruolo di portabandiera. "Quello che abbiamo fatto a Budapest è stato importantissimo, abbiamo ricordato il lavoro di anni per vincere l’oro di Tokyo, e quanto ancora siamo forti. Possiamo limare qualcosa, soprattutto nei cambi. Sono sicuro che a Parigi entreremo con lo stesso spirito sapendo che siamo i campioni olimpici e potremo ripeterci - ha concluso il poliziotto -. Far il portabandiera sarebbe qualcosa di incredibile, una seconda vittoria ai Giochi. Ce la giochiamo in tre-quattro, per me sarebbe un onore. Se poi scelgono Tamberi, che ha vinto tutto e se lo merita, mi impegnerò ancora di più per vincere ed essere portabandiera nella prossima Olimpiade”.