Intervista esclusiva al direttore tecnico della nazionale italiana alla vigilia dell'inizio dei Campionati Europei di Roma
di Redazione Sprintnews© Francesca Grana/FIDAL
Antonio La Torre è il direttore tecnico e scientifico della nazionale italiana di atletica dal settembre del 2018, la persona di riferimento per le attività agonistiche di ognuna delle numerose discipline di questo sport, colui che ha tra le tante responsabilità quella di fare le convocazioni finali per le principali manifestazioni internazionali, come i Campionati Europei che inizieranno a Roma domani dalle 9.35 con la prima qualificazione del disco maschile.
Cresce intanto l'attesa tra i 114 azzurri che saranno presenti, questo è il numero ufficiale definitivo rispetto ai 116 iniziali dopo le rinunce negli ultimi giorni da parte di 2 specialisti dei 400 metri, Davide Re e Lorenzo Benati, per il protrarsi di problemi fisici, mentre va segnalata per lo stesso motivo anche la sostituzione, nella gara dei 20 km di marcia, di Andrea Cosi con Gianluca Picchiottino.
Per riassumere le emozioni di tutti coloro che tra poco saranno chiamati a dare il meglio delle loro potenzialità agonistiche, abbiamo voluto raccogliere la testimonianza di La Torre per capire le sue sensazioni, ma anche naturalmente le sue aspettative della vigilia.
Antonio, 114 convocati per gli Europei di Roma. Cosa provi a leggere questo numero?
"Certamente soddisfazione perché è un numero che identifica il senso della crescita fatta dall'atletica italiana negli ultimi anni, ma allo stesso tempo non la ritengo neppure una cifra esagerata, in quanto credo fermamente che si sarebbe potuto fare ancora meglio e, per la mia natura di eterno insoddisfatto, mi da tremendamente fastidio non essere riuscito a coprire con nostri atleti specialità quali i 5000, giavellotto e martello uomini, oltre che peso donne. Su questo aspetto andranno fatte delle riflessioni e certamente le farò dopo la conclusione dei campionati".
Non siamo rappresentati in 4 discipline ma in alcune c'è stata addirittura la necessità di scelte precise. Ti sei trovato in difficoltà di fronte a qualcuna di queste?
"Questo è stato in effetti un paradosso, da un lato piacevole ma da un altro doloroso perché è sempre brutto dover escludere un atleta che ha lottato duramente per conquistare la qualificazione a un evento così importante, oltretutto riuscendoci secondo i criteri richiesti dalla Federazione Europea, per cui abbiamo cercato di seguire un metodo che fosse più equo possibile, basandoci sul ranking ma pure sulla media dei risultati nelle ultime uscite agonistiche".
Ci sono atleti giovanissimi, altri meno e tanti debuttanti assoluti in quella che è una delle tre principali manifestazioni internazionali assolute. Anche questo mi sembra un bel segnale.
"Assolutamente si. Abbiamo il nostro capitano Gianmarco Tamberi che ha compiuto 32 anni il 1° giugno, super campione nello sport e nella vita che riesce sempre a infondere nel gruppo una carica straordinaria, poi tanti esordienti molto giovani come su tutti Mattia Furlani, che ha solo 19 anni, ma tra questi anche qualcuno non giovanissimo come ad esempio Arianna De Masi, pure lei fresca di compleanno per i suoi 25 anni compiuti il 2 giugno, e a proposito di venticinquenni e di debutti in una delle tre principali manifestazioni internazionali in pista, mi piace segnalare Marta Zenoni, spesso fermata dalla sfortuna nel corso della sua carriera, che mi auguro possa definitivamente esprimere quello straordinario talento messo in mostra da quando era un'adolescente".
Certamente hai dei numeri in testa su quanto potrà accadere dal 7 al 12 giugno prossimo a Roma. Fammi una tua previsione sui podi che ti aspetti.
"Le previsioni sinceramente le lascio fare al Presidente Mei. (Ha ipotizzato che si possano conquistare 15 podi-ndr). Voglio solo pensare e ricordare che poco meno di un anno fa la squadra italiana ha ottenuto una straordinaria e storica vittoria nei campionati europei a squadre di Chorzow, grazie a delle grandi prestazioni di tutti con uno spirito di gruppo che è stato l'elemento vincente per raggiungere quel risultato. Io credo che questo debba sempre essere il valore aggiunto dei nostri ragazzi, e sono convinto che se riusciranno ad applicarlo anche in questa occasione, unica perché è una manifestazione che probabilmente tornerà in Italia tra altri 50 anni, si potrà andare anche oltre le più rosee aspettative con riscontri veramente sorprendenti".
Dall'inizio dell'anno l'atletica italiana si è mostrata in grande salute, e questa prima fase della stagione all'aperto ha confermato tale tendenza. C'è il rischio a tuo avviso che si possa arrivare alle Olimpiadi di Parigi con il fiato corto?
"Indubbiamente a livello tecnico il 2024 è stato sinora molto positivo con circa 25 record italiani assoluti e intorno ai 90 tra tutte le categorie. Sono convinto che tutto sia stato impostato per evitare che si possa arrivare a Parigi per così dire spompati, e d'altra parte una situazione del genere era già successa al contrario nel 2022, con mondiali a luglio ed europei circa 40 giorni dopo, ma tutto aveva funzionato al meglio. Io credo anzi che questi campionati possano essere per tanti la piattaforma di lancio ideale per arrivare in Francia nella miglior condizioni possibili, e in taluni casi magari per gareggiare con lo spirito leggero di chi non ha nulla da perdere, situazione in cui talora si ottengono risultati insperati alla vigilia".
A Roma sono certo che proverai un'emozione speciale per ogni azzurro o azzurra che parteciperà alla propria gara. Dovendo citare qualcuno tra i tanti, chi pensi possa darti una scossa ancor maggiore della media?
"Non voglio evidenziare dei nomi in particolare perché, da quando faccio il direttore tecnico, ho sempre predicato quanto conti lo spirito di squadra pur nel contesto di uno sport essenzialmente individuale, e quindi spero che tutti possano regalarmi delle emozioni speciali, ma soprattutto che tutti si prendano le proprie responsabilità dando il massimo e non cercando alibi, perché saranno di fronte a un pubblico straordinario e per loro sarà un occasione irripetibile. Vorrei però esternare la mia particolare felicità per la presenza di Alessandro Sibilio, talento straordinario che ha avuto negli ultimi due anni tanti intoppi che ne hanno frenato le sue enormi possibilità, ma che è tornato a gareggiare da pochi giorni mostrando subito il suo enorme valore."
Sono certo però che vorrai dedicare un pensiero all'unico grande assente di questa manifestazione, il campione olimpico Massimo Stano.
"Con estremo piacere. Purtroppo Massimo ha avuto questo sfortunatissimo infortunio nel corso dei campionati mondiali a squadre di marcia ad aprile, e ha dovuto rinunciare a questo importantissimo appuntamento in Italia, ma posso anticipare che è in grande ripresa, proprio ieri mi ha detto di aver fatto 23 km sul tapis roulant, e che si sente carico come forse mai accadutogli in carriera. Starà ovviamente vicino ai compagni di squadra nella mattina delle gare intorno allo Stadio dei Marmi, e sono certo che lo vedremo straordinario protagonista alle Olimpiadi di Parigi".