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ATLETICA

Chiappinelli parla della grande impresa nella maratona di Valencia e di quanto ci credesse

Intervista esclusiva al nuovo primatista italiano dei 42.195 km, a sorpresa per alcuni ma non certo per lui

di Redazione Sprintnews
24 Dic 2024 - 12:05
 © Grana/Fidal

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L'impresa di Yohanes Chiappinelli, che ha realizzato lo scorso 1° dicembre a Valencia il record italiano della maratona con il tempo di 2h05'24, migliorando il precedente ottenuto a febbraio da Yeman Crippa a Siviglia con 2h06'06, ha suscitato un certo stupore in qualcuno, poiché l'atleta senese di origini etiopi vantava un precedente personale maggiore di oltre 4 minuti, ma non sicuramente in lui che aveva pianificato l'appuntamento con estrema cura di ogni dettaglio, arrivandoci nella miglior condizione possibile.

Yoghi, come viene chiamato dagli amici, passerà le festività natalizie in Etiopia dove sta svolgendo un periodo di rigenerazione dopo la grande impresa, primo passo della nuova preparazione in vista degli impegni futuri del prossimo anno in cui certamente qualcuno proverà a insidiare il suo fresco primato, ma intanto può godersi il record ottenuto di fatto nella terza maratona della sua carriera dopo l'esordio di Siviglia nel 2023 a febbraio con il precedente personale di 2h09'46, seguita da quella dei mondiali di Budapest dello stesso anno in cui si è classificato decimo, mentre nell'aprile del 2024 si è ritirato in quella di Amburgo.

Dopo avere vissuto in un villaggio vicino Addis Abeba dove è nato il 18 agosto 1997, all’età di sette anni è stato adottato da una famiglia di Siena e ha iniziato nell'ambito sportivo con nuoto e basket, per poi dedicarsi dal 2008 all’atletica con buoni risultati sin dalle categorie giovanili, dove è emerso in particolare nei 3000 siepi che ha praticato dal 2014 e in cui ha vinto un titolo europeo under 20 nel 2015, uno under 23 nel 2017, ma soprattutto il bronzo nei campionati continentali assoluti del 2018 a Berlino, con anche due partecipazioni ai mondiali sempre assoluti del 2017 a Londra e del 2019 a Doha.

Dalla seconda metà del 2021 ha abbandonato i 3000 siepi e iniziato a dedicarsi all’attività su strada dove, nell'agosto 2022 ad Arezzo, ha eguagliato il record italiano dei 10 km di Pietro Riva con 27'50, poi superato da Crippa con 27'08, e realizzato a Pisa nell'ottobre dello stesso anno il suo personale nella mezza maratona con 1h00'45, qualche mese prima del debutto in maratona di Siviglia all'inizio del 2023, mentre non va dimenticata nel suo 2024 agonistico la medaglia d'oro ottenuta con la squadra azzurra di mezza maratona agli Europei di Roma.

© Colombo/Fidal

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Yohanes, un grande primato nella maratona con un crono grazie al quale hai polverizzato di oltre 4 minuti il tuo precedente limite di Siviglia. Ti aspettavi una simile impresa?

"Il crono di Siviglia era della mia prima esperienza sulla distanza dei 42,195 km per cui davo per scontato migliorami non poco. Sono arrivato molto ben preparato e sapevo di poter ottenere un grande risultato, anche se poi in oltre due ore di gara può sempre succedere di tutto. Sicuramente il record italiano erano uno dei miei obiettivi, nel senso che ne avevo 4 prima di partire, a iniziare dal minore che era un crono sotto le 2h07'30, il secondo era il minimo per i mondiali 2025 di 2h06'30, il terzo battere il record italiano correndo poco sopra o sotto le 2h06, e il quarto andare sotto le 2h05'30. Li ho realizzati tutti per cui non poteva andare meglio di così e sono molto felice".

Hai condotto una gara su ritmi elevatissimi, ma anche con grande costanza e chiuso gli ultimi 2000 metri sotto i 3 al km, segno di notevole freschezza. Avere raggiunto e superato Aouani poco dopo il 40esimo km ti ha in qualche modo dato un'ulteriore carica?

"È vero ho corso in maniera molto continua, senza particolari strappi, cercando di mantenere un certo ritmo che mi consentisse poi di chiudere nel migliore dei modi, addirittura in crescita come è successo in particolare dal 37esimo km sino al traguardo. Non posso peraltro negare il fatto di aver ricevuto una grande iniezione di fiducia nel momento in cui ho ripreso Iliass, che avevo avuto davanti tutta la gara, anzi dal momento in cui ho iniziato distintamente a vederlo davanti sia pur a distanza, proprio a circa 5 km dall'arrivo. È stato sicuramente un riferimento e voglio in ogni caso evidenziare il suo grande crono finale che ha pareggiato il vecchio limite nazionale di Yeman".

© Grana/Fidal

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Una stagione conclusa alla grande con la piccola delusione di non essere riuscito a ottenere la qualificazione per le Olimpiadi nella maratona di Amburgo ad aprile. Il tuo ritiro nella circostanza è dipeso da un problema fisico o perché hai capito che non avresti ottenuto il crono che serviva?

"Sinceramente se non fosse arrivato il risultato di Valencia sarei stato molto deluso dal mio 2024 perché, pur con l'oro a squadre negli europei di Roma, non ho realizzato il mio primario obiettivo, nonché sogno di ogni atleta, vale a dire la partecipazione alle Olimpiadi che già avevo mancato nel 2021. Quest'anno peraltro il mio tentativo era su una disciplina per me relativamente nuova quale la maratona, e quando ho gareggiato in aprile in quella di Amburgo ho cercato di correre il più possibile vicino alle 2h07 che sarebbe stato un crono idoneo per avere buone possibilità di essere scelto per Parigi, ma quando ho capito al 32esimo km che non ce la potevo fare, ho mollato di testa e dopo qualche km ancora ho preferito ritirarmi".

Il tuo primo grande risultato internazionale lo hai realizzato agli europei del 2018 a Berlino con il bronzo nei 3000 siepi, disciplina che ti ha messo in luce sin dalle categorie giovanili. Cosa ti ha spinto ad abbandonarla di fatto dagli assoluti del 2021?

"I 3000 siepi sono certamente una specialità che mi ha regalato grandi soddisfazioni, tra cui anche l'oro europeo under 20 e under 23, ma dopo il 2018 non sono più riuscito ad avere quella progressione cronometrica che mi aspettavo e oltretutto, il fatto di non essere stato convocato alle Olimpiadi di Tokyo 2021, mi ha creato una profonda delusione che mi ha ulteriormente accentuato il pensiero che fosse meglio puntare su altre direzioni, in particolare alle corse su strada e comunque su distanze più lunghe anche in pista quali 5.000 e 10.000 metri".

© Colombo/Fidal

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Le gare in pista, in ogni caso, sono sempre state per te dalla fine del 2021 occasionali, e probabilmente solo propedeutiche a quelle su strada. Pensi che ormai il tuo futuro agonistico sia definitivamente delineato in tal senso?

"Ora più che mai sono convinto che il futuro sia in particolare orientato sulla maratona, ma anche sulle mezze e su altre gare in strada, per cui le mie presenze agonistiche in pista saranno sempre più limitate, ma non mi pongo limiti e anzi vorrei dire che i 3000 siepi sono sempre nel mio cuore, e potrebbe anche accadere che io li ritorni a correre prima o poi".

C'è un momento nella tua carriera che ritieni sia stato decisivo più di altri nell'ottica della tua crescita agonistica?

"Certamente il passaggio dall'inizio del 2022 al Tuscany Camp, gestito proprio a Siena la mia città dal tecnico Giuseppe Giambrone, è stato un evento cruciale per la mia trasformazione da atleta di gare in pista a uno con ambizioni di puntare verso la maratona. In tale contesto, peraltro molto stimolante per la presenza di tanti campioni internazionali, grazie al sostegno di Giuseppe e di tutto lo straordinario staff che ha creato, ho capito quali fossero le mie reali potenzialità, e con il duro lavoro fatto da allora i risultati si stanno cominciando a vedere adesso in pieno".

Hai ottenuto un eccellente risultato, ma un grande onore corrisponde pure a un grande onere, vale a dire che adesso ci saranno maggiori aspettative su di te. Temi questa nuova pressione che potrebbe crearsi?

"Assolutamente no, come detto sono consapevole di essermi allenato negli ultimi anni molto bene non trascurando alcun dettaglio e sono pronto per nuove sfide di ogni genere, anche se qualche gara non dovesse andare magari come mi aspetto".

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Quali saranno i tuoi prossimi impegni e quali gli obiettivi per il 2025?

"Adesso siamo in Etiopia al caldo e sto facendo un periodo di rigenerazione dopo la fatica di Valencia. Non abbiamo ancora pianificato la prossima stagione nel dettaglio perché dipenderà da alcune variabili, tra cui i campionati europei su strada di aprile dove ci saranno tre discipline, dai 10 km alla mezza sino alla maratona, per cui bisognerà vedere quali esigenze possa avere la federazione e cosa mi verrà chiesto. In ogni caso probabilmente farò un paio di mezze maratone tra febbraio e inizio marzo, e poi ovviamente l'obiettivo primario saranno i mondiali di Tokyo a settembre, per cui ho ampiamente il minimo, ma chiaramente bisognerà vedere la risposta al mio crono dei miei compagni di nazionale, perché poi come sempre al massimo possono gareggiare tre atleti".

Sei un grande atleta, con anche la passione per la musica in quanto sei diplomato al liceo musicale. Suoni ancora il pianoforte e il clarinetto o per ora li hai abbandonati?

"Per adesso ho abbandonato la musica suonata che ha fatto parte del mio percorso di studi al liceo, ma in futuro vedremo".

I tuoi amici ti chiamano "Yoghi". Da come nasce questo nomignolo?

"Il mio nome è Yohanes e quando da ragazzino mi allenavo in pista a Siena, una delle allenatrici di atletica ha iniziato a chiamarmi in questo modo come diminutivo in quanto era più comodo, ma ci sono anche dei precisi riferimenti all'Orso dei cartoni, sia per il mio colore simile al suo, che per il tono di voce che in tanti dicono ricordi quello del famosissimo personaggio animato".

© Grana/Fidal

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