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ATLETICA

Dallavalle carico e fiducioso per la stagione all'aperto del triplo dopo il podio europeo al coperto

Intervista esclusiva al triplista azzurro medaglia di bronzo agli europei indoor di Apeldoorn

di Ferdinando Savarese
19 Apr 2025 - 12:39
 © Getty Images

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Andrea Dallavalle, specialista azzurro del salto triplo, è reduce da un'eccellente stagione al coperto dove ha prima migliorato il suo primato personale con un balzo a 17,36 nel corso dei campionati assoluti di Ancona, per poi conquistare una prestigiosa medaglia di bronzo nel corso degli Euroindoor di Apeldoorn con la misura di 17.19, nella gara vinta dal suo compagno di nazionale Andy Diaz, salvo poi dover rinunciare ai mondiali sempre al coperto di Nanchino a causa di un fastidio al piede che gli ha consigliato prudenza in vista della lunga e impegnativa fase di gare all'aperto, che culmineranno con i campionati iridati di Tokyo a metà settembre.

Nato a Piacenza il 31 ottobre 1999, ha iniziato con l'atletica sin da piccolissimo sulle orme sia della madre che del padre, ma soprattutto del fratello maggiore a sua volta specialista del triplo, ottenendo i primi importanti risultati con l'argento nei campionati europei under 18 di Tbilisi in Georgia nel 2016, ma in particolar modo con lo stesso metallo conquistato nel 2017 a Grosseto nel corso degli Europei under 20, dove con 16.87 realizzò anche l'attuale primato italiano di categoria, acquisendo pure il diritto di partecipare ai mondiali assoluti di Londra senza però poi andare per una scelta tecnica.

Dopo un 2018 frenato da qualche guaio muscolare, nel 2019 ha vinto il bronzo nei campionati europei under 23 di Gavle in Svezia con il nuovo personale di 16,95 per poi partecipare a fine stagione ai campionati iridati di Doha in Qatar, prima grande esperienza tra gli assoluti, ma la definitiva consacrazione a livello mondiale è avvenuta nel 2021 con il personale di 17.35, il titolo europeo under 23 di Tallin in Estonia e il nono posto nella finale olimpica di Tokyo.

Il 2022 è stato per l'atleta piacentino ancora ricco di soddisfazioni e crescita in termini di piazzamenti, con l'eccellente quarto posto nei mondiali di Eugene e la medaglia di bronzo agli europei di Monaco di Baviera, ma nel 2023 la sua preparazione è stata ostacolata da una distorsione alla caviglia che ne ha condizionato il rendimento nelle poche gare disputate nell'anno, solo tre, ma in qualche modo anche quello nel 2024 dove in ogni caso ha partecipato sia agli Europei di Roma, dove è stato ottavo, che alle Olimpiadi di Parigi dove ha mancato la finale.

Il 2025 è iniziato come scritto in premessa sotto i miglior auspici e adesso è pronto per spiccare il volo verso le nuove sfide che lo attendono.

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Andrea dopo il bronzo degli Europei di Apeldoorn hai parlato di rinascita. Considerando che in realtà nella passata stagione hai comunque partecipato sia agli Europei che alle Olimpiadi, può essere intesa anche a livello mentale nel senso che hai ritrovato in pieno certe sicurezze forse perse?

"In effetti intendevo di fatto proprio questo, poiché all'inizio del 2024 mi ero posto degli obiettivi ben precisi dopo l'anno precedente condizionato dal problema alla caviglia, e la preparazione invernale era anche andata bene per cui mi sentivo convinto di poter ottenere misure e piazzamenti ben diversi da quelli poi effettivamente ottenuti. E' vero che ho partecipato in ogni caso alle due più importanti manifestazioni internazionali, ma non mi è bastato e questo ha minato certe mie convinzioni per cui il risultato di Apeldoorn, con ovviamente anche il personale realizzato poche settimane prima agli assoluti, mi hanno ridato la fiducia persa in me stesso e questo per me è stato come una rinascita agonistica".

Hai 25 anni e pratichi atletica quasi da 20, in quanto hai iniziato a soli 6 anni. Come sei arrivato su un campo di atletica e quando è nata la passione per il salto triplo?

"Ho iniziato prestissimo da bambino intorno ai 6 anni, ovviamente come un gioco, ma il campo di atletica è stato subito di casa perché i miei genitori praticavano questo sport ma poi in particolare ho iniziato a voler emulare mio fratello, più grande di me di 4 anni, che inizialmente faceva lungo per poi passare al triplo, e quando gli ho visto vincere un titolo italiano da cadetto sono rimasto folgorato e ho deciso che quella doveva essere la mia specialità. Purtroppo lui dopo per vari problemi fisici ha smesso, ma adesso è il mio principale tifoso insieme all'altra nostra sorella quasi mia coetanea e ai nostri genitori, ma il merito di quel che sono adesso lo devo principalmente a lui".

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Nel 2017 hai conquistato a soli 17 anni l'argento nei campionati europei under 20 di Grosseto con l'eccellente misura di 16.87, attuale record italiano juniores. Quel salto così lungo ti ha un po' messo pressione negli anni successivi?

"Quella stagione e quella gara in particolare hanno rappresentato la svolta della mia carriera, passata di fatto da atleta dilettante a professionista, creandomi certamente delle aspettative maggiori nel senso che pensavo di poter riconfermare subito, magari migliorando anche, quella misura nell'anno successivo e per fare questo ho anche forzato e preso dei rischi eccessivi che mi hanno poi causato degli infortuni. Posso dire quindi che la giovane età in quel momento non mi ha aiutato a gestire al meglio la situazione creatasi, ma è stata sicuramente tutta esperienza".

Sei nel pieno della tua carriera agonistica, vantando già partecipazioni a tutte le più importanti manifestazioni internazionali esistenti, tra cui ben 2 Olimpiadi, con anche vari podi conquistati. Al di là del rammarico per qualche infortunio di troppo, 10 anni fa avresti sottoscritto quanto realizzato sinora?

"Assolutamente si. Devo ammettere che pur sognando in grande come tutti i ragazzini che iniziano a praticare uno sport, di poter partecipare almeno una volta nella vita alle Olimpiadi, non avrei creduto di raggiungere tutti i traguardi ottenuti e sono per questo molto fiero di me stesso, mettendo dentro anche gli infortuni che in ogni caso fanno parte inevitabilmente della normale vita di un atleta. La cosa bella è che credo di avere ancora tanto da poter raggiungere, di avere ulteriori margini di miglioramento, e spero tra qualche anno di poter dire che avrei sottoscritto quanto conquistato da oggi in avanti".

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Tu vivi a Gossolengo piccolo centro vicino a Piacenza, città quest'ultima dove ti alleni da sempre con Ennio Buttò. Hai mai pensato di fare un'esperienza tecnica diversa?

"Con Ennio ho un rapporto di collaborazione da oltre 12 anni e c'è da sempre una perfetta sintonia in quanto ci intendiamo ormai perfettamente, e soprattutto lui capisce le mie esigenze cercando poi di sperimentare nuove tecniche confrontandosi talora anche con altri tecnici".

Il triplo va certamente considerata come una delle specialità più traumatiche dell'atletica. Si può dire che l'unico modo per allungare il più possibile la carriera sia quello di non fare troppe gare in una stagione?

"La mia disciplina è sicuramente la più traumatica esistente in quanto quella che impatta maggiormente a livello di articolazioni e non solo, per cui sicuramente non si possono fare troppe gare in una stagione perché ognuna di queste comporta un dispendio energetico notevolissimo, ed è molto importante dopo recuperare al meglio con qualche giorno di riposo. In ogni caso è fondamentale saper scegliere di gareggiare nel momento in cui ci si sente nella miglior condizione fisica, per ridurre al minimo la possibilità anche di infortuni, ancor più probabili per la particolarità del gesto tecnico".

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Dopo gli Euroindoor hai avuto un problema al piede che ti ha consigliato di rinunciare ai mondiali al coperto di Nanchino. Come stai adesso, come sta procedendo la preparazione e hai già in mente quando sarà il tuo debutto all'aperto?

"Ho preso una botta al piede durante la gara degli Europei di Apeldoorn, a seguito della quale nei giorni seguenti ho iniziato ad avere un dolore persistente al tallone che mi ha fatto riflettere sull'opportunità reale di partecipare ai campionati mondiali, e alla fine ho deciso insieme al mio staff che sarebbe stato più opportuno rinunciare, sia pur a malincuore, per non rischiare nulla in funzione dei tanti impegni della stagione all'aperto. Adesso sto bene e mi sto allenando senza problemi, ma non abbiamo ancora deciso quando sarà il debutto che presumo però possa avvenire ai primi di giugno".

A proposito di preparazione avete introdotto qualche novità quest'anno?

"Da un punto di vista di sistema di allenamento abbiamo solo cambiato un po' la metodologia, cercando di dare maggior spazio al riposo per lavori di sempre maggior qualità, ma per il resto tutto come sempre, mentre la vera novità è stato l'arrivo nel nostro gruppo di Michele Palloni che è un bravissimo preparatore, e questa collaborazione ha già dato ottimi risultati per cui sono molto contento oltre che fiducioso per il futuro".

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L'impegno primario del 2025 all'aperto saranno certamente i mondiali di Tokyo a settembre in un contesto agonistico che, per quanto riguarda il triplo, sta vivendo un grande fermento. Che obiettivo ti sei posto?

"Il livello attuale del triplo è sicuramente altissimo con atleti straordinari e quasi irraggiungibili, ma io voglio continuare a sognare in grande pur con il necessario realismo, perché non voglio poi uscire deluso in caso di prestazioni di un certo tipo se poi non riesco ad arrivare nelle primissime posizioni. Non voglio pormi quindi obiettivi particolari se non quello di cercare sempre di migliorarmi e dare il massimo delle mie possibilità, specie nelle gare che contano maggiormente".

Quale è stato il momento che ricordi con maggior piacere nella tua carriera e quale quello con maggior rammarico?

"La gara del 2021 in cui feci 17,35 a Grosseto, prima volta sopra i 17 metri e soprattutto minimo per poter partecipare alle mie prime Olimpiadi, rappresenta per il ricordo più bello ed emozionante in quanto poi ritengo quel salto la perfezione da prendere sempre come esempio futuro. Il momento più brutto è stato durante le qualificazioni delle Olimpiadi di Parigi, l'anno scorso, in quanto non sono riuscito a conquistare la finale a cui avrei tenuto tantissimo anche per il fantastico contesto agonistico intorno, ma è stata una delusione da cui saprò certamente fare tesoro".

A parte l'atletica quali sono le tue principali passioni?

"Sono un grande appassionato di Moto GP, da piccolo ero uno sfegatato fans di Valentino Rossi e adesso lo sono di Pecco Bagnaia, che è anche sullo sfondo del mio cellulare con una foto fatta insieme a lui durante un evento. Sono poi anche molto tifoso del Milan, anche se purtroppo questo non è un momento ideale per la mia squadra del cuore".

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