Le nuove indiscrezioni sulla perizia confermano la possibile manomissione delle provette del marciatore
Contenuto di DNA anomalo nella provetta consegnata dal laboratorio di Colonia ai laboratori del RIS di Parma. Anomalia appunto, l’ennesima che si riscontra nella vicenda che prima dell’Olimpiade di Rio del 2016 ha cancellato Alex Schwazer dal mondo dello sport. Occorre fare un salto indietro di altri quattro anni, quando alla vigilia dei Giochi di Londra viene comunicata la positività del marciatore italiano. Le prove sono evidenti, la squalifica giusta.
Alex racconta di essere arrivato al doping dopo essere stato preso in giro dai colleghi russi, che ai tempi dominavano a specialità con disinvoltura imbarazzante, diventata poi sospetta. I fatti dimostrarono che Schwazer aveva ragione, gli avversari in questione sono stati squalificati a raffica. È stato il primo passo per scoperchiare il vaso di pandora. Dopo i Giochi invernali di Sochi, il tutto a scoppio ritardato, si scoprì infatti il doping di stato. Non solo i marciatori quindi, ma un intero movimento sportivo aiutato ad arrivare al vertice tramite l’assunzione di sostanze illecite.
Nel frattempo Schwazer racconta che alcuni membri della FIDAL erano al corrente della sua situazione prima della squalifica. Quanto basta per trasformare Alex in un obiettivo da distruggere, nel momento in cui avesse deciso di tornare alla pratica agonistica. Infatti Schwazer esce dal letargo grazie all’invito di Sandro Donati, tecnico che in anni di attività si era costruito un esercito di nemici per il suo vizio di denunciare le malefatte dell’atletica italiana, dal salto allungato di Evangelisti ai mondiali di Roma nel 1987, alle pratiche borderline applicate nel mezzofondo. Schwazer accetta l’invito di Donati.
La strana coppia vuole dimostrare che si può vincere anche puliti. Ma atleta e allenatore non hanno la minima consapevolezza di ciò che sta accadendo. Donati viene invitato a ritardare il più possibile il rientro in gara di Schwazer. Il messaggio viene rispedito al mittente. Schwazer torna e lo fa col botto, dominando a Roma la Coppa del Mondo di marcia. Così, settimane più tardi, viene fuori il risultato di un controllo effettuato l'1 gennaio del 2016. Schwazer è squalificato dall’Olimpiade di Rio, cancellato dall’atletica. Nessun organismo nazionale si muove in sua difesa. Su sollecitazione del tribunale lo fanno i Carabinieri del RIS di Parma.
Ma la provetta incriminata non arriva mai, nonostante mille sollecitazioni. Quando finalmente viene spedita da Colonia iniziano le verifiche e con loro emergono le anomalie raccontate sopra. Gli indizi per parlare di complotto ai danni di Schwazer e di vendetta nei confronti di Donati ci sono tutti. Compreso il fatto che la coppia è stata lasciata da sola, costretta a difendersi passando dalla giustizia ordinaria.