Intervista esclusiva all'ostacolista azzurra reduce da una stagione in Spagna dove si è allenata da sola con il compagno e collega di specialità Hassane Fofana
di Redazione Sprintnews© Colombo/Fidal
Elisa Maria Di Lazzaro, 26enne specialista degli ostacoli brevi quali 60 e 100 ostacoli, pur essendo un'atleta professionista dal 2018 ha vissuto nell'ultimo anno della sua carriera agonistica la situazione del tutto anomala di allenarsi autonomamente, ma dal mese di ottobre è entrata nel prestigioso gruppo di allenamento gestito a Roma dal tecnico Giorgio Frinolli, di cui fanno parte soprattutto il campione europeo nonché primatista italiano dei 110 H Lorenzo Simonelli, ma anche Zaynab Dosso bronzo europeo sui 100 metri e anche lei primatista italiana in tale disciplina.
Nel ricordare come l'atleta, nata a Trieste nel 1998, vanti una serie di importanti partecipazioni internazionali quali su tutte le Olimpiadi di Tokyo 2021, ma anche Mondiali ed Europei indoor e outdoor, oltre che la partecipazione da titolare sui 100 ostacoli in occasione della vittoria italiana nei Campionati Europei a squadre del 2023 in Polonia, non si può non rimanere stupiti per questa sua recente esperienza di autogestione tecnica, fatta a Malaga in Spagna insieme al fidanzato e compagno di allenamento Hassane Fofana, anche lui specialista di grande spessore degli ostacoli veloci.
Una storia la loro quasi unica ma al tempo stesso encomiabile per il coraggio dimostrato da entrambi nel saperla affrontare, anche se adesso si sono dovuti momentaneamente separare per le diverse strade tecniche intraprese in funzione del prosieguo della loro carriera.
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Elisa da qualche settimana sei entrata nel gruppo di allenamento di Giorgio Frinolli, allenandoti insieme a Lorenzo Simonelli e Zaynab Dosso. Come è nata questa nuova collaborazione e come ti trovi a vivere a Roma?
"Ho sempre avuto una grande stima professionale di Giorgio e ho iniziato a contattarlo in primavera per verificare se ci fosse la sua disponibilità a inserirmi nel suo gruppo dopo le Olimpiadi, con l'inizio della nuova stagione, e così è stato con mia grande soddisfazione perché sentivo forte l'esigenza di allenarmi in un gruppo stimolante in un momento della mia carriera in cui ritengo di poter fare lo scatto decisivo verso obiettivi più ambiziosi. Vivere a Roma poi è spettacolare in quanto la città mi piace tantissimo e sono veramente felice anche di questo".
Gli ultimi tre anni dopo le Olimpiadi di Tokyo sono stati molto complicati per vari motivi. Cosa è successo?
"Dopo la mia prima esperienza olimpica in Giappone nel 2021, il gruppo di cui facevo parte da tre anni a Formia presso il Centro Federale si è sfaldato in quanto il nostro allenatore cubano Santiago Antunez è ritornato nella sua nazione, e allora io e il mio compagno Hassane Fofana ci siamo trasferiti in Spagna per iniziare un nuovo percorso tecnico. Purtroppo, per vari motivi, questa nuova esperienza prima con Alessandro Vigo e poi con il finlandese Jani Ratia non ci ha dato i riscontri sperati per cui, all'inizio della scorsa stagione, ci siamo ritrovati a Malaga dove nel frattempo i miei genitori avevano comprato una casa e abbiamo deciso di allenarci da soli, gestendoci autonomamente".
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È veramente anomalo che degli atleti professionisti si ritrovino da soli ad allenarsi. In particolare questa situazione durata di fatto un anno è derivata unicamente da una vostra scelta o in qualche modo avevate un'alternativa?
"Innanzitutto c'era a mio avviso un problema legato al fatto che entrare in un nuovo gruppo proprio nell'anno olimpico, di fatto quello più importante per ogni atleta, avrebbe potuto creare qualche minima alterazione all'interno di questo, per cui abbiamo preferito evitare questo rischio ma, a dire il vero, e parlo per me anche se credo sia stato così pure per Hassane, c'è stato il forte desiderio di mettermi alla prova, di sfidare me stessa per andare oltre la mia comfort zone, nel senso che proprio per il fatto di essere da sola ho provato a impormi qualcosa di più impegnativo rispetto al passato".
Quale ritieni essere stato per adesso il momento migliore della tua carriera?
"Sicuramente nel 2021 in occasione della mia qualificazione per i Giochi Olimpici di Tokyo, in quanto partecipare a un Olimpiade è il sogno di ogni atleta e averlo raggiunto mi ha dato una grande soddisfazione dopo un periodo di duro lavoro di tre anni, da quando nel 2018 mi ero trasferita a Formia proprio con questo obiettivo. Poi la partecipazione in se non stata all'altezza di quanto avrei voluto, perché sono arrivata veramente stanca per le tante gare disputate prima nell'ottica del ranking, ma ovviamente la gioia per esserci stata è rimasta fortissima".
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Quale invece quello in cui ti sei sentita maggiormente in difficoltà?
"Il momento peggiore è stato all'inizio di quest'anno, dopo aver avuto un infortunio che mi ha causato una lussazione al coccige, problema di natura traumatica ma che mi ha creato una profonda frustrazione oltre che impedimento fisico, in quanto ho pensato che tutti avrebbero detto che era dovuto al fatto che mi stavo allenando da sola, senza una buona programmazione, mentre invece non era così perché stavo benissimo prima di farmi male. È stato veramente il momento più brutto della mia carriera e non è stato facile risollevarsi anche psicologicamente, ma sono certa che anche questo mi abbia aiutato tantissimo a crescere".
Come è nata la tua propensione per gli ostacoli?
"In maniera molto naturale nel senso che quando mi sono avvicinata all'atletica inizialmente ho provato veramente tantissime discipline, ho fatto anche delle garette di marcia, ma poi ho capito quando ho iniziato a vincere delle prove sugli ostacoli a livello regionale, che ero portata e tutto è venuto di conseguenza".
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Dopo un anno di autogestione hai fatto fatica a inserirti in un gruppo di allenamento?
"Sinceramente avevo questo timore, ma in realtà tutto sta andando per il meglio e posso dire che avevo realmente bisogno di tornare in un gruppo, ma esattamente come ne avevo di fare una stagione intera di autogestione che mi ha fatto capire tantissime cose del mio corpo e della mia testa. Quello che mi era mancato era molto legato a un aspetto di competizione anche in allenamento, perché io sono una persona agonista sempre, anche quando mi lavo i denti, per cui avere vicino qualcuno che mi stimoli ad andare oltre il mio personale riferimento è molto utile, anche se ho dovuto stare molto attenta inizialmente a non strafare visto l'alto tasso tecnico nel gruppo".
Rispetto al passato quali nuovi elementi sono stati introdotti quest'anno nella tua preparazione?
"Per cominciare un lavoro di forza più corposo che in passato, di fatto quel che proprio avevo bisogno, e poi ho aumentato i volumi di corsa in quanto ho sempre corso un po' meno rispetto a ora che faccio più metri, ma per il resto i programmi di Giorgio sono molto in linea con quanto fatto negli anni in passato, che si sono sempre ben adattati alle mie caratteristiche".
Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
"Sono entrata in un gruppo di lavoro di eccellenza con straordinari compagni di allenamento quali su tutti Lorenzo Simonelli e Zaynab Dosso che hanno ottenuto nel 2024 podi e primati di ogni genere, per cui il desiderio primario è di emularli il più possibile, andando ovviamente per gradi. Il primo obiettivo è quello di vestire l'anno prossimo tante maglie azzurre nelle più importanti competizioni europee e mondiali, a iniziare magari dalle manifestazioni al coperto di marzo, ma è chiaro che quello principale del 2025 saranno i mondiali di Tokyo e, di conseguenza, anche il miglioramento del mio personale di 12"90 ormai datato 2021".
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C'è qualcuno in particolare che ti piacerebbe ringraziare per averti aiutato in qualche momento difficile della tua carriera?
"Assolutamente Hassane che, al di là del nostro rapporto personale sentimentale, mi ha sempre sostenuto e aiutato in ogni modo, incitandomi nei momenti difficili, facendomi addirittura spesso da fisioterapista per piccole problematiche quotidiane in quanto pur non essendolo di fatto è molto portato per questa professione, e gli ho fatto promettere di iscriversi al corso di laurea una volta finita l'attività agonistica. Senza di lui non ce l'avrei mai fatta, e gli sono veramente grata anche perché poi lui ha qualche anno più di me che vuol dire esperienza sapientemente trasmessami".
Quanto ti pesa adesso la lontananza da Hassane e come fate dopo così tanti anni sempre insieme?
"Tantissimo a 360 gradi ovviamente. In realtà il nostro desiderio era quello di trovare un contesto tecnico dove potessimo inserirci entrambi come d'altra parte era stato dal 2018 a oggi, ma purtroppo non è stato possibile anche perché era fondamentale per entrambi trovare la miglior soluzione per affrontare il prossimo quadriennio olimpico con grandi prospettive. Alla fine la sua scelta di entrare nel gruppo internazionale di Marco Airale a Padova è stata ottima, anche se ovviamente è un grande dispiacere questa separazione giornaliera. Credo però sia importante per noi non lasciare nulla di intentato al fine di vivere i prossimi 4 anni alla grande per poi ritrovarci anche quotidianamente, e quindi considero questo come un indispensabile investimento per il nostro futuro insieme".
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