Intervista esclusiva all'atleta romana che, nella stagione appena conclusa, non si è espressa al meglio solo nel corso degli Europei disputati nella sua città
di Redazione Sprintnews© Grana/Fidal
Eloisa Coiro è una mezzofondista veloce, nel senso che ha iniziato la propria carriera sui 400 per poi orientarsi esclusivamente sugli 800 metri dove, anno dopo anno, sta progredendo sia con ottimi riscontri cronometrici che l'hanno portata varie volte sotto la soglia dell'eccellenza dei 2 minuti, che con importanti partecipazioni alle principali manifestazioni internazionali, ricordando come solamente nel 2024 abbia preso parte ai Mondiali di Glasgow in marzo per quanto riguarda le gare al coperto, mentre per quelle all'aperto agli Europei di Roma e alle Olimpiadi di Parigi.
Per la ventitreenne atleta romana nata e vissuta sempre ai Parioli, che unisce la professione sportiva con una grande diligenza negli studi essendosi laureata in Economia e Finanza alla Luiss, una stagione certamente molto positiva in cui ha migliorato varie volte il proprio personale sugli 800 sino a portarlo a 1'59"07 il 31 agosto a Rovereto nel Palio Città della Quercia, mantenendo la sua posizione di quarta italiana di sempre all'aperto, ma diventando la seconda al coperto grazie al tempo di 1'59"76 realizzato in Scozia, nel corso delle batterie dei mondiali indoor, dove poi è stata eliminata in semifinale.
L'unica delusione dell'anno è stata certamente l'eliminazione in batteria nel corso degli Europei di Roma a giugno, rafforzata ovviamente dal fatto di gareggiare non solo in Italia ma nello stadio della propria città, mentre il non essere riuscita a passare il primo turno alle Olimpiadi francesi va invece vista come una grande esperienza agonistica dove l'azzurra ha corso ben due prove di batteria, laddove nella prima ha addirittura fatto il proprio personale con 1'59"19, mentre nella seconda di ripescaggio il giorno dopo ha risentito leggermente dello sforzo precedente, chiudendo in ogni caso con grande onore.
La sua crescita agonistica appare molto costante e può certamente portarla a traguardi ancor più prestigiosi, a iniziare dal 2025 dove le sfide internazionali saranno tante, a partire dagli europei e mondiali indoor a marzo, ma soprattutto con i mondiali all'aperto di settembre a Tokyo in Giappone, con un pensiero sempre più importante per i primati italiani degli 800, quello all'aperto di Gabriella Dorio che resiste dal 1980 con 1'57"66, ma anche quello al coperto di Elisa Cusma datato 2009 di 1'59"25.
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Eloisa vista dal di fuori un'ottima stagione, con l'unica reale delusione che immaginiamo tu abbia provato a Roma. Che voto ti dai?
"Sono molto contenta infatti di come siano andate le cose, a iniziare dalle gare al coperto dove ho fatto un ottimo personale scendendo sotto i 2 minuti, ancora più difficile per il doppio delle curve nei palazzetti indoor, e per essermi poi migliorata anche all'aperto varie volte di cui l'ultima a fine stagione, dopo aver lottato ai limiti delle mie possibilità durante le Olimpiadi. In definitiva mi do tra l'8 e il 9, e non di più solamente per non essere riuscita a ottenere nel corso degli Europei di Roma quel che mi ero prefissato".
Cosa non è andato per il verso giusto in quella batteria a Roma?
"La abbiamo analizzata tanto, io e il mio allenatore Emilio (De Bonis ndr), e siamo giunti alla conclusione che sia stato un problema tecnico legato al fatto che nel momento decisivo del secondo giro, poiché era una gara tattica ed eravamo tutte insieme, ho provato ad attaccare ma in maniera troppo brusca e non in progressione, per cui alla fine ne ho risentito e non sono più riuscita a chiudere in maniera brillante. Purtroppo delle volte si fanno degli errori, ma certamente è un ulteriore bagaglio di esperienza che mi porterò dietro".
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A Parigi, pur non avendo passato le batterie, hai disputato due gare compreso il ripescaggio, dimostrando grande carattere e coraggio. Cosa ti ha colpito maggiormente in questa tua prima esperienza a cinque cerchi?
"È stato tutto stupendo e sono veramente felice di aver vissuto questa mia prima esperienza, che rappresenta certamente qualcosa di unico per ogni atleta. L'atmosfera dello stadio era incredibile, sempre pieno in ogni ordine di posto sia di mattina che di sera, ma era bellissima anche la vita all'interno del villaggio con le relazioni che si potevano instaurare con sportivi di tutto il mondo".
Hai solo 23 anni e sei in continuo miglioramento. Ti spaventa l'idea di poter magari fallire una stagione, non riuscendo a progredire?
"Devo dire sinceramente che non penso minimamente a questa eventualità, perché la mia crescita è sempre stata graduale in quanto il mio tecnico ha sempre adattato i miei carichi di lavoro all'età che avevo, senza mai esagerare, per cui sono convinta di avere ancora molto margine di progressione e voglio essere positiva, perché gli obiettivi stimolanti sono fondamentali per fare sempre meglio".
Si pensa al futuro ma si guarda anche al passato. Nella tua pur giovane carriera quale ritieni sia stato il momento più bello da ricordare e quale quello da dimenticare?
"Praticamente impossibile scegliere un momento definibile il più bello, perché devo dire che sono stati tanti, nonostante la mia età e ognuno ha un significato particolare. Invece vorrei sottolineare di come per me sia fondamentale ricordare anche i momenti difficili vissuti, che non voglio assolutamente dimenticare, ma tenere ben presenti nella mente a dimostrazione della mia forza e della mia resilienza, ulteriore stimolo nel mio processo di crescita".
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Il 2025 prevede tre principali appuntamenti internazionali, gli europei e i mondiali indoor, a marzo tra Olanda e Cina, e i mondiali all'aperto di Tokyo in Giappone a settembre. Pensi di puntare a tutti e tre?
"Non abbiamo ancora definito perfettamente la situazione, ma sia a me che al mio allenatore piacciono molto le gare al coperto, per cui ritengo al 99% di poter gareggiare sia agli europei che ai mondiali di marzo, oltretutto organizzati in date molto compatibili tra loro, e poi chiaramente all'appuntamento di settembre per i campionati iridati di Tokyo, che sarà quello più importante".
Quali obiettivi ti poni per l'anno prossimo?
"Continuare la mia crescita, sia in termini cronometrici che ovviamente di piazzamenti, nel senso che cercherò di passare quanti più turni possibili nelle grandi manifestazioni internazionali e puntare ovunque alle finali".
I record sono fatti per essere battuti ma quelli degli 800 in Italia, sia indoor che soprattutto outdoor, sono molto resistenti. Ci pensi mai e credi di avere maggiori probabilità per quello al coperto o all'aperto?
"Penso sicuramente ai tempi dei record italiani, ma principalmente perché so che correndo intorno a quei crono farei parte delle più forti specialiste al mondo e potrei quindi giocarmi ancor di più le mie possibilità negli eventi principali, sia dei campionati che dei meeting internazionali. È anche vero però, che sarebbe molto prestigioso scrivere il mio nome nella storia italiana dei primati, per cui mi auguro di avvicinarli e sogno di batterli, dandomi pari possibilità per entrambi anche se per quello all'aperto sono un po' più lontana".
Tra una finale ai campionati del mondo senza record e un'eliminazione con primato cosa sceglieresti?
"Diciamo che è quasi impossibile non accedere alla finale di un campionato del mondo all'aperto facendo 1'57"66 che è il primato di Gabriella Dorio, per cui non scelgo e mi prendo entrambe le soddisfazioni".
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