Intervista esclusiva al 19enne saltatore in lungo che potrebbe ottenere l'ennesimo riconoscimento per la sua straordinaria stagione
di Redazione Sprintnews© Getty Images
Mattia Furlani, unico atleta italiano in grado di conquistare un podio nelle tre principali manifestazioni dell'anno, argento nei Mondiali al coperto di Glasgow, argento agli europei di Roma e bronzo alle Olimpiadi di Parigi, è uno dei tre candidati finali di World Athletics, la massima federazione di atletica, per l'assegnazione dell'Oscar mondiale quale miglior atleta emergente dell'anno, il più prestigioso premio esistente a livello giovanile che il diciannovenne lunghista azzurro ha già vinto nel 2023 a livello di federazione europea.
La cerimonia di assegnazione dell'ambito trofeo che è stato istituito nel 1988 a livello assoluto, mentre quello cosiddetto "Rising Star" esiste dal 2005, sarà nella giornata di domenica primo dicembre, e a contendere il successo a Furlani ci saranno altri due giovani fuoriclasse quali il triplista giamaicano Jaydon Hibbert, quarto alle Olimpiadi e il mezzofondista olandese Niels Laros sesto sempre nei giochi a cinque cerchi nei 1500, per cui il fatto che Mattia sia l'unico dei tre ad avere ottenuto un podio anche nella più importante manifestazione esistente, fa ben sperare sul risultato finale della votazione.
Va ricordato come mai un italiano abbia vinto l'Oscar mondiale dell'atletica, ne a livello assoluto che giovanile, e come quest'ultimo abbia un valore estremamente significativo essendo stato conquistato in passato da enormi campioni quali su tutti lo svedese Armand Duplantis, ma anche il norvegese Karsten Warholm e il canadese Andre De Grasse.
Per Furlani, che nel 2024 ha pure realizzato il record del mondo under 20 con 8,38 superato in occasione degli Europei di Roma, sarà l'occasione di scrivere l'ennesima pagina storica di una carriera appena cominciata, ma il suo pensiero è già per la prossima stagione che sta preparando in questo momento al sole di Tenerife dove si trova in ritiro con tutto il suo team.
© Furlani
Mattia, il tuo 2024 è stato sensazionale, in quanto unico atleta italiano ad avere conquistato un podio in tutte le tre principali manifestazioni, dai Mondiali al coperto agli Europei sino alle Olimpiadi. Ti aspettavi, a soli 19 anni, di poter gestire al massimo tutti questi impegni agonistici sia da un punto di vista fisico che mentale?
"Grazie! È stato davvero un anno incredibile e onestamente non mi aspettavo di arrivare a questo livello così presto. Però devo dire che sono sempre stato molto focalizzato su ogni singolo obiettivo, senza pensare troppo all’aspetto del successo. Mi sono concentrato su allenamenti e gare con la giusta mentalità e determinazione. Per quanto riguarda la gestione fisica e mentale, cerco di avere un equilibrio e mi affido molto al mio team, sia a livello di preparazione atletica che mentale, facendomi aiutare nel recupero per riuscire a essere al massimo ogni volta che scendo in pedana".
La sensazione evidente che traspare dal di fuori è che tutta la notorietà che ti ha travolto nell’ultimo anno non abbia minimamente scalfito la tua serenità interiore. Come ci riesci considerando soprattutto che i tuoi impegni extra sportivi siano ovviamente aumentati tanto, con un ulteriore carico di stress da gestire?
"La serenità interiore è una cosa a cui tengo molto. Sono sempre stato una persona abbastanza tranquilla, anche prima che iniziassero ad arrivare i risultati. Ho una famiglia che mi sostiene e mi aiuta a mantenere i piedi per terra. Per quanto riguarda gli impegni extra-sportivi, cerco di separarli il più possibile dalla parte agonistica. È normale che ci sia una crescita, ma preferisco non farmi influenzare troppo dal mondo esterno. È tutto un equilibrio. Quando sono in pedana sono concentrato solo su quello, quando sono fuori cerco di ritagliarmi del tempo per me stesso e per chi mi sta vicino".
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Adesso sei a Tenerife per il primo ritiro della prossima stagione. Ci saranno delle novità nei tuoi carichi di allenamento?
"Sì il ritiro a Tenerife è un ottimo inizio per la stagione. Sto lavorando su una preparazione fisica solida, cercando di migliorare ancora una volta la mia velocità e potenza. I carichi di allenamento cambiano ogni anno, in base a cosa abbiamo imparato dalla stagione precedente. Non sono cambiamenti radicali, ma ci sono sempre degli aggiustamenti e delle evoluzioni. Ad esempio quest’anno mi concentrerò di più su alcuni aspetti tecnici che mi permetteranno di essere ancora più competitivo nei salti di potenza".
A tuo avviso, quali sono i principali margini di miglioramento su cui puoi lavorare per poter crescere ulteriormente?
"Ci sono sempre margini di miglioramento, specialmente in una disciplina come il salto in lungo. Personalmente credo che la parte più importante su cui devo lavorare sia la velocità di approccio e la fase di stacco, due elementi cruciali per migliorare la mia distanza. La tecnica è fondamentale e sto cercando di perfezionarla sempre di più, migliorando la fase di volo e atterraggio. L’aspetto mentale poi è sempre una parte importante e anche su quello continuo a lavorare".
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Il 2025 sarà un anno ancora pieno di importanti appuntamenti, ancora una volta con tre grandi manifestazioni, in questo caso due al coperto con europei e mondiali a marzo, e poi i mondiali all’aperto di settembre a Tokyo. Punterai a tutti e tre gli eventi?
"Sì l’obiettivo è essere competitivo in tutte e tre le manifestazioni. Sarà un anno molto impegnativo ma sono molto motivato. Mi concentro sull’allenamento passo dopo passo, senza pensare troppo a tutto ciò che ci sarà da affrontare, perché so che ogni competizione richiederà il massimo. Sarà importante non perdere la concentrazione e avere la giusta gestione durante tutto l’anno".
Nella stagione appena conclusa hai vinto due argenti e un bronzo, in gare dove il vincitore è sempre stato il fenomenale greco Tentoglou e solo alle Olimpiadi ti ha superato di poco anche il giamaicano Pinnock. Che obiettivi ti poni per la prossima?
"Il 2024 è stato fantastico ma sono sempre alla ricerca di miglioramento. L’obiettivo per il prossimo anno è sicuramente quello di superare me stesso. Tentoglou è un avversario straordinario, ma il mio focus è sempre su come posso migliorare la mia prestazione. Spero di avere un anno ancora più competitivo e, se possibile, riuscire a salire un gradino più in alto sul podio, soprattutto nelle competizioni più importanti".
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Ciò che colpisce di te non è solamente lo straordinario talento, ma anche il desiderio che già provi, pur se ancor giovanissimo, di essere un esempio per i ragazzi che si avvicinano all’atletica e allo sport in generale. Il tuo libro appena uscito “Il salto più lungo” nasce proprio da questo?
"Esatto. Il libro è nato dal desiderio di raccontare la mia esperienza, ma anche di dare qualcosa di positivo a chi si avvicina al mondo dello sport. Credo che lo sport possa insegnare moltissimo sia a livello fisico che mentale. Quando ero più giovane, avevo i miei idoli e mi ispiravano, quindi penso che se la mia storia possa essere di ispirazione per qualcun altro, sia un regalo che voglio fare. Voglio dimostrare che con impegno e passione si possono raggiungere traguardi anche quando sembra difficile".
A proposito di salti lunghi, il record del mondo di 8,95 di Mike Powell fu fatto nel 1991 ai Mondiali di Tokyo, ma sembra improbabile che per ora possa essere avvicinato. Lo consideri per te un sogno o un possibile obiettivo per un futuro più o meno prossimo?
"Il record di Mike Powell è un sogno, senza dubbio. È una cifra storica e irripetibile, ma non posso negare che mi piacerebbe un giorno essere nelle condizioni di avvicinarmi o, se possibile, batterlo. Certo il salto di 8,95 è un obiettivo molto lontano, ma io lavoro ogni giorno per migliorare. Sogno in grande, e se mai dovessi raggiungere quei numeri, sarebbe un sogno che diventa realtà. Però per ora, sono concentrato su ogni piccolo passo che mi porta a crescere".
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A proposito di ragazzi invece, uno del 1985 che l’anno prossimo compirà 40 anni, Andrew Howe primatista italiano del lungo con 8.47, ha ripreso ad allenarsi e si è trasferito a Roma da Rieti per allenarsi nel gruppo di Fabrizio Donato con Andy Diaz. Hai mai gareggiato contro di lui e ti piacerebbe trovarlo in una grande competizione?
"Non ho mai gareggiato contro Andrew ma lo rispetto moltissimo. È un atleta che ha fatto la storia dell’atletica italiana, e il suo record è un traguardo ancora oggi difficile battere. Mi piacerebbe sicuramente affrontarlo in una grande competizione, perché sarebbe stimolante competere con un atleta del suo livello. La sua esperienza è qualcosa di prezioso e credo sia una grande fonte di ispirazione per molti di noi giovani".
Il salto in alto che è stato il tuo primo amore in atletica dovrebbe essere stato accantonato definitivamente, ma le corse veloci forse no. Per l’anno prossimo potremmo vederti anche sui blocchi o sarai ancora solo concentrato sul lungo?
"Il salto in alto è stato sicuramente il mio primo amore ma ora mi concentro principalmente sul lungo. Le corse veloci, però, sono sempre state una parte fondamentale del mio allenamento e della mia preparazione. Non è detto che non possa fare qualche gara sui 60 metri o anche sui 100 in futuro, ma per il momento il mio focus principale è il salto in lungo. Ovviamente, la velocità è un aspetto fondamentale per migliorare nel lungo quindi continuo a lavorarci in allenamento".
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