La saltatrice azzurra si arrende solo alla campionessa olimpica Mihambo autrice di un fantastico 7,22
di Redazione Sprintnews© Grana/Fidal
Larissa Iapichino ottiene il massimo nella finale del salto in lungo donne ai Campionati Europei d Roma, dove rimane leggermente distante dal podio per quasi tutta la gara, ma poi piazza all'ultimo salto un imperioso 6,94 che le regala l'argento dietro alla fenomenale campionessa tedesca, oro olimpico, Malaika Mihambo capace di arrivare sino a 7,22.
LE DICHIARAZIONI DI IAPICHINO
"È stata una gara veramente difficile, sono stata brava a rimanere sempre sul pezzo. All'inizio avevo un po' di crampi, ci tenevo a regalare anche io qualcosa di magico a questa meravigliosa Roma. Poi sono andata bene, in crescita costante. Non ci possiamo lamentare ma magari volevo qualcosina in più. Sono molto soddisfatta per la continuità dimostrata e già focalizzata sui prossimi appuntamenti. Voglio migliorare sempre, io ci provo. Spero di aver reso tutti orgogliosi di me".
Arriva pochi minuti dopo la fine della gara della saltatrice azzurra un'altra grande impresa nella finale dei 1500 maschili, con Pietro Arese che lotta sino alla fine addirittura per il secondo posto, dietro al fenomeno norvegese Jakob Ingebrigtsen poi vincitore in 3'31"95, ma deve cederlo per il ritorno del belga Jochem Vermeulen secondo con 3'33"30, conquistando in ogni caso un eccellente bronzo con il tempo di 3'33"34, mentre gli altri due azzurri in gara, Ossama Meslek e Federico Riva si piazzano in 14esima e 15esima posizione, rispettivamente con 3'36"35 e 3'37"37.
LE DICHIARAZIONI DI ARESE
"Dopo tanti sacrifici, dopo tanti ‘quasi’, ecco l’anno delle certezze. Ho messo anima, cuore e gambe: sapevo fosse alla portata, un pizzico di rammarico c’è per l’argento molto vicino. Ho messo un mattoncino alla volta, ho messo tanta determinazione in allenamento e fuori dall’allenamento. La dedica va ai miei genitori che non si perdono una gara e sono anche qui: sono stati fondamentali. Devo tantissimo al mio tecnico Silvano Danzi. Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ho raccontato un aneddoto: i compagni di Nazionale mi chiamano ‘il presidente’, lui ha sorriso”.
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