Il dt delle squadre nazionali: "Il loro passaporto biologico parla chiaro"
"Io sull'onestà di questi 26 atleti non ho alcun dubbio. Il loro passaporto biologico parla chiaro, il loro profilo Wada è assolutamente regolare. Se venisse fuori qualcosa di diverso, ma da parte mia non credo sia possibile, vorrebbe dire che non ho capito nulla dell'ambiente in cui sto e lavoro e ne trarrei le conseguenze del caso". Così a Sportmediaset.it Massimo Magnani, Direttore Tecnico Organizzativo delle squadre nazionali di atletica.
Pronto a rivedere la propria posizione e "andare in vacanza" qualora uscisse qualcosa di diverso rispetto al pensiero più volte espresso. Una certezza, quella del professore Massimo Magnani, in mezzo a tanti dubbi. Dubbi relativi alle modalità con cui è stata condotta l'inchiesta in questione, inchiesta per "elusa disponibilità" ai controlli anti-doping che, va ricordato, non coinvolge solo l'atletica leggera. E poi una difesa chiara dell'operato dei tecnici federali e degli atleti: "Attenzione a generalizzare, attenzione a puntare il dito e giudicare su questi atleti che, non va dimenticato, sono anche pubblici ufficiali. Qui si parla di uomini e donne più e più volte controllati, con i profili Wada (l'agenzia mondiale anti-doping, ndr) perfettamente regalori nel tempo: andiamoci piano prima di bollare degli uomini e rovinare delle carriere". Il pensiero corre, per esempio a Daniele Meucci, campione europeo di maratona: "L'ho sentito oggi - ha continuato Magnani - era giustamente arrabbiato, deluso, provato: Daniele è un esempio di correttezza, ha sempre rispettato i suoi doveri e trovarsi sulla graticola fa male". Ora l'inchiesta farà il suo corso, con la massima collaborazione della Federazione e se emergeranno realtà diverse "non avrò problemi a trarne le conseguenze - ha chiuso Magnani - e ritirarmi in vacanza".