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ATLETICA

Marta Zenoni sorprende chi non la conosce per il suo storico primato italiano sui 1500 indoor

La carriera altalenante di uno dei maggiori talenti di sempre dell'atletica italiana

di Redazione Sprintnews
21 Gen 2025 - 12:20
 © Meeting Luxenbourg

© Meeting Luxenbourg

Marta Zenoni ha realizzato domenica sera nel corso del CMCM Luxembourg Indoor Meeting il nuovo primato italiano al coperto sui 1500 metri con tempo di 4'03"59, migliore del precedente 4'04"01 del 1982 ottenuto a Milano dalla campionessa olimpica di Los Angeles 1984 Gabriella Dorio, e questa impresa della 25enne mezzofondista è apparsa a taluni quale una sorpresa, anche perché il suo precedente personale era di 4'08"92 del 9 febbraio 2024 a Lione, ma di sorprendente in realtà c'è stato ben poco salvo il fatto che la sua partecipazione stessa non fosse stata in alcun modo preannunciata da alcun comunicato stampa.

Nata a Bergamo il 9 marzo 1999 è uno dei più grandi talenti dell'atletica italiana, dimostrato sin da giovanissima nel mezzofondo delle categorie giovanili dove è riuscita a conquistare tanti titoli e record nazionali, ma soprattutto a livello internazionale il bronzo nel 2015, a soli 16 anni e pochi mesi, sugli 800 metri dei campionati del mondo under 18 di Cali in Colombia, alla fine dei quali pochissimi giorni dopo essere tornata in Italia, ha conquistato il suo primo italiano assoluto sempre sul doppio giro di pista a Torino, dominando la gara dall'inizio alla fine in solitaria e diventando la seconda atleta italiana più giovane, dopo Nicole Svetlana Reina che nel 2013 all'età di 15 anni si impose nei 3000 metri siepi, a vincere una maglia tricolore assoluta.

La sua grande predisposizione per la corsa non deriva nemmeno da particolari geni trasmessile dai genitori, che non hanno mai avuto una particolare attitudine per lo sport, ma la sua voglia di correre sempre nasce da bambina quando, come da lei stesso raccontato, andava a scuola di corsa seguendo la macchina della madre che accompagnava i fratellini a scuola.

Un’eccellente atleta, ma anche una ragazza dotata di straordinarie doti umane con una particolare attenzione per il sociale al punto che, nel 2016, le venne conferito dal Capo dello Stato l’attestato d’onore di “Alfiere della Repubblica per l’attività sportiva associata alla solidarietà sociale".

© Getty Images

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Una mezzofondista piuttosto alta, 180 cm, che all'inizio della carriera sembrava particolarmente a suo agio proprio per gli 800 metri, disciplina in cui nel giugno del 2016 ha realizzato a 17 anni il suo ottimo personale di 2’01″91 che faceva presagire grandi possibilità future, senza che nessun traguardo le potesse essere precluso in ogni caso anche su distanze più lunghe, salvo aspettare la sua naturale maturazione fisica.

Nella storia di uno/a sportivo/a, però, non sempre basta il talento, la passione, la voglia di sacrificarsi, perché si può incorrere in problematiche legate fondamentalmente a infortuni che impediscono di proseguire la normale attività di tutti i giorni, costringendo a lunghi stop che poi, nell’ottica della ripresa, non sono mai semplici da superare e così, proprio alla fine del 2016 iniziano i suoi problemi che ne rallentano la preparazione per l’anno seguente, il 2017, dove finisce solo una gara e, nell’ultima che corre a luglio sulla pista di Nembro a pochi chilometri da casa sua, cade e si ritira.

Da quel momento di lei si hanno poche notizie ma poi, all’improvviso, dopo circa 18 mesi il 3 febbraio 2019 si presenta in gara al Pala-indoor di Ancona, per i campionati italiani promesse sui 3000 metri, dove vince il titolo correndo in 9’28″67 e desta grande emozione tra tutti i presenti e i suoi tantissimi tifosi.

Era come se fosse cominciata, a neanche vent’anni, una nuova vita agonistica per l’atleta azzurra che, nel corso del 2019 ha ottenuto soddisfacenti risultati tra cui la medaglia di bronzo agli europei under 23 di Gavle nei 1500, il secondo posto sui 3000 nei campionati europei a squadre di Bydgoszcz e due titoli italiani assoluti all’aperto, su 1500 e 5000, ma avrebbe anche potuto fare la sua prima esperienza a un campionato del mondo, quello di Doha, in Qatar tra fine settembre e inizio ottobre, in quanto si era qualificata nei 1500 metri grazie al ranking mondiale, pur non avendo il minimo, ma un altro sfortunato colpo della sorte l’ha fermata a inizio settembre, e costretta a portare per circa un mese e mezzo un tutore a un piede.

Poi verso gennaio 2020 sembrava che tutti i suoi problemi fisici fossero risolti, e la sua testa era totalmente concentrata sul grande sogno olimpico di Tokyo 2020, ma è successo l’inimmaginabile, l'esplosione della grande pandemia mondiale da fine febbraio e, la zona della bergamasca dove abitava ai tempi Marta ha rappresentato, durante il lockdown, l’apice di tutti contagi da Corona-virus, costringendola a rimanere totalmente bloccata in casa per 45 giorni con intorno a lei un ambiente drammatico che sicuramente avrà colpita in particolar modo la sua straordinaria sensibilità.

© Grana/Fidal

© Grana/Fidal

La ripresa, quindi, è stata problematica perché anche le persone più determinate e appassionate possono avere dei momenti di calo della indispensabile tensione agonistica e, per tutto quell'anno, Marta non ha avuto più la voglia di soffrire per raggiungere i suoi sogni di sempre, sin da quando era bambina, trascinandosi poi un certo disagio interiore anche nella primi mesi del 2021 sino a quando, ancora una volta all'improvviso, il 29 aprile si presenta in gara per un meeting regionale a Rodengo Saiano in provincia di Brescia, sotto un diluvio pazzesco, per un piccolo test che in realtà doveva essere limitato a fare 2000 dei 3000 metri della gara in programma, ma la mezzofondista si ritrova nella sua corsa facile e leggera, arrivando sino alla fine senza alcun problema e con la consapevolezza di aver definitivamente ritrovato gli stimoli persi.

Da quel giorno di aprile del 2021 la carriera agonistica di Zenoni diventa più continua, e in quell'anno si toglie a luglio la grande soddisfazione di conquistare la medaglia d'argento agli Europei under 23 di Tallinn sui 1500 metri, dietro all'altra italiana Gaia Sabbatini, ottimo risultato considerando oltretutto la totale mancanza da parte sua di una reale preparazione nel periodo invernale di quella stagione e, a fine anno, c'è una grande svolta nella sua vita in quanto si trasferisce definitivamente a vivere e allenarsi a Roma, dove peraltro stava frequentando dalla fine del 2019 l'Università Luiss, entrando nel Gruppo Sportivo proprio dell'Università che crede fermamente in lei, soprattutto grazie al suo responsabile Paolo Del Bene, grande appassionato di atletica.

© Colombo/Fidal

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Con il passaggio al nuovo Gruppo dal suo precedente dell'Atletica Bergamo, c'è anche un cambio di tecnico, dal suo storico Saro Naso a Emilio De Bonis, e il 2022 si dimostra per lei un anno di transizione con qualche buon riscontro cronometrico e una buona continuità negli allenamenti, anche se non riesce a qualificarsi per nessuno dei principali appuntamenti internazionali dell'anno ma, nella fase della preparazione per il 2023, subisce il peggiore stop della sua carriera per motivi fisici, in quanto è costretta a un intervento chirurgico a entrambi i tendini di Achille, in febbraio, con la prospettiva inevitabile di dover saltare totalmente tutte le gare dell'anno e il timore che potesse subire il definitivo contraccolpo psicologico, che le impedisse definitivamente di ritrovare la voglia e la gioia di correre.

La grave operazione, che la costringe ovviamente a una lunga riabilitazione, rappresenta invece per lei quasi una svolta, riuscendo a trovare una forza e una determinazione nel reagire all'ennesima sfida del destino e, quasi miracolosamente, riesce a tornare a correre già all'inizio dell'autunno, per poi riprendere a gareggiare a novembre nelle gare di preparazione agli Eurocross di Bruxelles del 10 dicembre dove partecipa nella staffetta mista che chiude al quarto posto.

Sull'abbrivio della grande e inaspettata veloce ripresa dopo l'intervento ai due tendini, Marta parte nel 2024 con la ferma determinazione di puntare sui 1500 metri, disciplina in cui decide di concentrarsi totalmente, sia per gli Europei di Roma che soprattutto per le Olimpiadi di Parigi, riuscendo nel primo intento ma poi finendo squalificata per una caduta da lei procurata nel corso delle batterie, ma dopo questa occasione sfortunata fissa il proprio personale sulla distanza all'aperto a 4'03"00 il 20 giugno, esattamente una settimana prima dei campionati italiani dove se avesse ottenuto un piazzamento tra le prime due avrebbe certamente acquisito il diritto della partecipazione a cinque cerchi, ma sbaglia la gara, chiude quarta e deve rinunciare al suo sogno olimpico.

© Getty Images

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Per la mezzofondista l'ennesima cocente delusione, ma le grandi soddisfazioni da lei vissute in altri ambiti quale la laurea magistrale in management ottenuta sempre presso la Luiss con 110 e lode l'hanno ancora una volta fatta reagire con enorme determinazione, anche se ha voluto in qualche modo isolarsi nei suoi allenamenti abbandonando di fatto alla ripresa della preparazione autunnale il suo gruppo di lavoro di Roma con De Bonis, seguendo solo i consigli di un giovane allenatore rumeno di nome Viorel Lache, sotto la cui nuova guida ottiene alla fine del 2024 l'enorme gioia del titolo europeo nella staffetta mista agli Europei di Cross ad Antalya, già disputati nell'anno precedente, ma questa volta vinti.

© Getty Images

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Domenica sera la notizia del suo straordinario e storico record sui 1500 al coperto, in una gara in cui ha seguito perfettamente il ritmo della lepre per 900 metri, correndo di fatto gli ultimi tre giri totalmente da sola senza esitazioni o cedimenti per un crono finale che la proietta verso nuove dimensioni sia al coperto che all'aperto, che sicuramente potrà raggiungere per quella che potrebbe diventare nei prossimi anni la meritata consacrazione del suo infinito talento, a patto di vincere definitivamente quelle paure che lei stessa pochi anni fa citava in un suo post su Instagram del luglio 2021.

"Non sono un'atleta fortunata, (ci metto del mio lo ammetto).
Non sono un asso nel risolvere i problemi, me li creo piuttosto.
Non ho mai avuto continuità, non sono mai riuscita a fare una stagione completa per vari problemi, ho perso anni interi di esperienza e di allenamento.
Ho perso tantissime occasioni.
Non so gestire il pregara, non sono consapevole del mio potenziale, tendo ad abbattermi di fronte alle difficoltà.
Penso troppo, quando mi succede mi isolo.
Quando il 22 marzo sono tornata al campo dopo mesi di stop nessuno ci credeva, forse nemmeno io.
La presenza agli europei l'ho messa in discussione fino all'ultimo minuto, non sentivo buone sensazioni, non mi trovavo.
Probabilmente ho bruciato tre quarti delle energie nervose prima della gara facendomi inutili pippe mentali.
È stata dura rientrare per la terza volta alle competizioni, soprattutto di testa, perché ho perso fiducia in me stessa.
Lo stesso motivo per cui ultimamente mi succede sempre di essere chiusa nel gruppo e fare la gara sulla difensiva.
Io amo l'attacco, sono sempre stata istintiva.
Sono fiduciosa che presto mi ritroverò.
Questa medaglia la dedico a chi perde, a chi si perde come a volte faccio io.
C'è sempre una strada; certo, è in salita, ma vale la pena percorrerla e cambiare insieme al paesaggio che ci circonda.
Forse non arriveremo mai, ma magari ci troveremo percorrendola
".

© Getty Images

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