Intervista esclusiva al ventunenne atleta milanese grande rivelazione dell'atletica italiana nel 2024
di Redazione Sprintnews© Grana/Fidal
Luca Sito, primatista italiano dei 400 metri con il tempo di 44"75 realizzato nella semifinale degli Europei di Roma, dove ha poi chiuso al quinto posto in finale ma ha pure conquistato due argenti con le staffette 4x400 e 4x400 mista, farà questa sera a Montecarlo nel Principato di Monaco il suo debutto in Diamond League nel meeting Herculis, prima grande esperienza internazionale fuori dai confini nazionali, che sarà il preludio della sua partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, che lo vedranno sui blocchi di partenza del giro di pista alle 19,05 del 4 agosto, fermo restando la possibilità di un suo inserimento nella staffetta mista del miglio le cui semifinali saranno il 2 agosto.
Nato a Milano il 12 maggio 2003, si è dedicato per circa 10 anni al calcio, nel ruolo di attaccante, ma poi nell’autunno del 2019 per sfruttare le sue doti di velocità ha cominciato a correre in pista e, nel 2021, si è messo in evidenza a livello nazionale sui 400 con il quinto posto in 48"09 nei campionati italiani under 20, poi vinti nel 2022 con il personale di 46"82, per poi non riuscire a esprimersi al meglio nei mondiali juniores di Cali in quanto condizionato da uno stato febbrile.
La svolta definitiva della sua carriera avviene all’inizio del 2023, con il passaggio tecnico sotto la guida del gruppo di lavoro diretto e coordinato a Giussano in provincia di Monza e Brianza da Alessandro Simonelli, anno in cui ha vinto il tricolore promesse migliorandosi con 46"31 prima degli Europei under 23 di Espoo dove ha sfiorato la finale individuale, mancata di quattro centesimi, e conquistato l'oro con la staffetta 4x400.
Nel 2024, alla vigilia del suo ventunesimo compleanno ha subito fatto all’esordio stagionale di aprile un ottimo 45"65, poi ulteriormente portato a 45"35 prima degli Europei di Roma dove ha entusiasmato, sia con le sue prove nelle tre gare individuali disputate, che con le sue prime frazioni delle staffette 4x400, sia uomini che mista, dove ha registrato ogni volta crono eccellenti.
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Luca una stagione incredibile, con risultati straordinari anche se era nell'aria che tu potessi migliorare tantissimo in questo 2024. Ti aspettavi così tanto?
"Se a gennaio mi avessero chiesto se sarei stato sicuro di stabilire il nuovo record italiano in giugno, candidamente posso affermare che no, non mi sarei aspettato di migliorare così tanto, ma con altrettanta franchezza posso dire di aver lavorato ogni giorno, divertendomi perché mi piace quello che sto facendo, per migliorarmi. In tal senso sono grato ai miei allenatori Alessandro Simonelli, Marco Orsenigo e Luca Braghetto che sono stati in grado, dall'inizio della nostra collaborazione, di propormi un piano di lavoro ideato e cucitomi addosso in modo da esaltare le mie caratteristiche. Io sono stato in grado di rispettarlo e metabolizzarlo bene, e le sensazioni positive provate durante la stagione indoor mi hanno fatto venire voglia di allenarmi con ancora più costanza e dedizione, in un clima sereno e stimolate, modificando alcune mie abitudini che non si conciliavano bene con l’attività sportiva di alto livello".
A Roma hai dimostrato una capacità fuori dal comune di saper reggere i turni, con 5 gare sui 400 metri ad altissimi livelli tecnici, grazie anche alla tua corsa molto decontratta che ti fa risparmiare in parte fatica. Si tratta di una caratteristica totalmente naturale o ci hai anche lavorato per poterla acquisire?
"Innanzitutto ci tengo a precisare che l'incredibile atmosfera dello Stadio Olimpico, con il tifo costante del pubblico sulle tribune, mi ha dato una carica particolare e mi ha permesso di affrontare tutte le gare in maniera ottimale, come se in qualche modo mi facesse sentire meno la fatica. Chiaramente la mia corsa molto decontratta, ideale per correre una disciplina quale i 400 metri, mi aiuta sempre tantissimo e devo dire che è una dote che non avevo quando ho iniziato ad allenarmi in maniera costante, ma sono riuscito ad acquisirla molto in fretta e, oggi, ne vado molto fiero credendo di essere tra i migliori ad avere questa dote".
Hai solo 21 anni, addirittura non sei nemmeno per ora un atleta professionista, ma la tua dimensione internazionale ormai è totalmente cambiata e sei al centro di ogni tipo di attenzione anche mediatica. Hai mai paura di poter essere un po' distratto da tutto questo?
"In effetti credo di essere molto giovane per aver stabilito il record italiano dei 400, e dopo gli Europei si è creata molta attenzione mediatica su di me sia per questo con relativa finale, che per le medaglie nelle staffette, oltre al fatto che nessuno in Italia avesse mai corso su questi ritmi in tante gare molto ravvicinate. Penso di essere stato in grado di gestire questa ondata di interesse piuttosto bene, perché sono riuscito a rimanere concentrato e non ho mai sentito la necessità di trasformarmi in una persona diversa da quella che sono. Mi fa piacere mi si conosca anche tra i non appassionati di atletica, e credo che con il tempo imparerò a gestire il tutto ancora meglio, ma mi sento a mio agio anche così e con questa attenzione addosso".
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Lo straordinario momento che sta vivendo l'atletica italiana fa anche si che le attese per ogni specialità siano sempre maggiori, e che per ogni atleta ci sia il rischio di critiche in caso di controprestazioni, specialmente da fonti social ma anche da una stampa sportiva non specializzata in atletica. Sei preparato a questo?
"Ai recenti Europei l’Italia è diventata la regina dei campionati ed è prevedibile che gli appassionati di questo sport, ma anche chi non conosce le varie discipline dell’atletica, si aspettino prestazioni non dissimili duranti le Olimpiadi. Non posso parlare a nome di tutti, ma so che ciascun atleta che ha partecipato agli Europei e che parteciperà alle Olimpiadi ha lavorato sulla base di programmi pensati per avere due picchi, uno in giugno per quanto già successo e uno in agosto durante le Olimpiadi. Il nostro sport è seguito da chi si può permettere critiche costruttive, da chi fa l’allenatore da divano e purtroppo anche da alcuni haters, quindi ci sta che arrivino critiche. Ho recentemente firmato il Manifesto della Comunicazione non Ostile dello Sport, perché credo sia importante dare segnali importanti e non è che si debba per forza tollerare la frustrazione altrui che sfocia in offese feroci. So però che, purtroppo, questo è ancora lo scotto che uno sportivo rischia di pagare perché l’odio risulta essere ancora un potente collante sociale. Da parte mia, mi sto impegnando a rilasciare interviste il più possibile esaustive, per limitare nei limiti del possibile il diffondersi di informazioni fuorvianti che creano comunque opinione pubblica".
Mancano meno di quattro settimane al tu debutto olimpico del 4 agosto prossimo per il primo turno dei 400? Come sarà il tuo percorso di avvicinamento?
"Dopo i campionati italiani dove ho corso i 200, ho rifiatato un paio di giorni prima di tornare ad allenarmi. Ora ho iniziato un nuovo ciclo di allenamento che mi porterà ai Giochi, passando per la tappa monegasca della Diamond League, prima di trasferirmi al fresco di Predazzo in Val di Fiemme per il raduno nazionale con la 4x400 mista".
Quale obiettivo ti sei prefissato per Parigi?
"L’obiettivo è quello di raggiungere il secondo picco di forma che mi consenta di raggiungere la semifinale con il sogno della finale, ma voglio ovviamente dare il mio meglio anche con le staffette, mista e maschile".
Sei ovviamente il leader e punto di riferimento anche della 4x400 e sembra che tu abbia stimolato pure i tuoi compagni visto che Edo Scotti è tornato ai suoi livelli migliori di 4 anni fa. Dove pensi possa arrivare questa staffetta?
"Le staffette si corrono in 4 e io sono solo una parte di esse. In particolare per quella solo maschile penso che si possa arrivare molto in alto e sono particolarmente felice per Edo, perché sta tornando ai suoi massimi livelli, anche se so che avrebbe voluto ottenere la qualificazione per la gara individuale, ma il fatto di non esserci riuscito lo ha ulteriormente caricato per la staffetta, e quindi sono solo curioso di capire dove potremo arrivare".
Femke Bol, giusto per fare l'esempio più eclatante, ha dimostrato che si possono reggere tanti turni in una grande manifestazione internazionale, sia per la gara singola del giro di pista, anche se la sua è con ostacoli, che per le due staffette del miglio. Tu sei pronto a tutto?
"Tutti i grandi atleti internazionali, uomini o donne che siano, rappresentano per me un enorme esempio e stimolo. Io sono prontissimo anche per la staffetta mista del miglio dove credo ci si possa altrettanto divertire come l'altra".
Quanto ti piacciono i 200, che hai fatto agli assoluti, e pensi di dedicarti in maniera più costante, insieme ovviamente ai 400, negli anni futuri?
"I 200 metri sono la mia gara preferita, non c'è dubbio. Chiaro che però ci siano due differenti sistemi di allenamento tra questa disciplina e i 400, per cui è molto difficile prepararle al meglio entrambe. Per adesso, ovviamente, mi dedicherò quasi esclusivamente al giro di pista dove ho dimostrato di poter fare meglio, correndo ogni tanto qualche 200, ma sono ancora agli inizi e vedremo negli anni a venire".
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