Intervista esclusiva al campione olimpico di Tokyo frenato da un infortunio a metà aprile ma determinato a difendere il titolo
di Redazione Sprintnews© Colombo/FIDAL
Massimo Stano campione olimpico uscente della 20 km di marcia, specialità che inaugurerà alle 7,30 di giovedì 1 agosto a Parigi le prove a cinque cerchi dell'atletica, è reduce da uno sfortunato infortunio al piede subito il 21 aprile scorso ad Antalya in Turchia, nel corso della staffetta mista dei campionati mondiali a squadre, ma sta cercando di recuperare la grande forma mostrata all'inizio della stagione, per cercare di difendere in Francia l'oro di Tokyo 2020.
Nato il 27 febbraio 1992 a Grumo Appula, ma cresciuto a Palo del Colle sempre in provincia di Bari, si avvicina all'atletica nel 2003 disputando la prima grande manifestazione internazionale giovanile nel 2009 a Bressanone, in occasione dei mondiali under 18, seguita l'anno successivo dalla partecipazione a quelli under 20 di Moncton in Canada, per poi partecipare ai grandi eventi internazionali assoluti dal 2014 negli Europei di Zurigo, continuando con i mondiali di Pechino 2015, ancora con gli Europei di Berlino 2018 e con i mondiali di Doha 2019, non riuscendo però mai a trovare quella necessaria continuità, a causa di molti infortuni, per esprimere al meglio le proprie potenzialità.
Il 5 agosto 2021, tuttavia, alla sua prima partecipazione olimpica, conquista l'oro nella 20 km di marcia dei giochi a cinque cerchi in Giappone, a Sapporo, ed entra definitivamente in una nuova dimensione internazionale, confermata dal titolo mondiale conquistato il 24 luglio 2022 a Eugene in Oregon, anche se poi qualche altro problema gli impedisce di arrivare sul podio ai successivi europei di Monaco, mentre nel 2023 pur presente non riesce a gareggiare ai mondiali di Budapest nella condizione ideale.
Il 2024 era iniziato per lui nel migliore dei modi, avendo migliorato il 3 marzo a Taicang in Cina il suo record italiano della 20 km di marcia, con il tempo di 1h17'26, a dimostrazione di un'eccellente forma, ma poi il destino si è messo di traverso facendogli mettere il piede su una bottiglietta mentre stava disputando, il 21 aprile scorso, la staffetta mista dei mondiali a squadre in Turchia, e procurandogli una frattura da cui sta però recuperando con enorme carattere.
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Massimo ad Antalya uno sfortunatissimo infortunio da cui hai subito saputo reagire con grande determinazione. A meno di quattro settimane dalla tua gara del 1° agosto sulla 20 km come procede il recupero?
"Sta andando tutto bene nel senso che sto cercando giorno dopo giorno di recuperare la migliore condizione, anche se non ho avuto la possibilità di marciare per circa 40 giorni e questo, a pochi mesi dalla gara olimpica di Parigi, è stata certamente una enorme disdetta, ma è successo e ho cercato in tutti i modi, con il mio staff, di tenere il fisico attivo con tantissimi allenamenti in acqua ma anche con sistemi innovativi quali l'AlterG".
Il titolo olimpico del 2021 a Tokyo sulla 20 km non ti ha certamente appagato e anzi ai mondiali del luglio 2022 a Eugene hai vinto il titolo sulla 35 in luglio. Però poi sia agli europei di Monaco dell'agosto successivo, che ai mondiali di Budapest dell'anno scorso non sei riuscito a esprimerti secondo il tuo enorme potenziale. Da cosa è dipeso?
"Agli Europei in Germania, in realtà, ero reduce da un piccolo infortunio patito dopo i mondiali e non sono riuscito ad arrivare nella forma ideale, mentre l'anno scorso ci sono stati durante la preparazione varie tipi di problemi che mi hanno anche condizionato mentalmente, e per cui ho anche dovuto ricorrere a un supporto. In pratica io e il mio allenatore volevamo puntare alla conquista dell'oro, sia nella prova dei 20 che in quella dei 35 ai mondiali di Budapest, ma l'errore è stato quello di fare una doppia programmazione e questa mi ha creato vari problemi, mentre invece sarebbe stato molto meglio farne una sola come se si stesse preparando una prova unica".
Quale obiettivo ti poni per Parigi nella gara individuale e ritieni possa essere cambiato a causa dell'infortunio?
"Avevo iniziato la stagione veramente molto bene e mi sentivo in crescita di forma giorno dopo giorno, non avendo tra l'altro avuto nessun particolare problema fisico, per cui è chiaro che l'idea fissa che avevo nella testa fosse la riconquista del titolo olimpico di Tokyo. Adesso non posso negare che qualcosa sia cambiato, ma sono veramente molto curioso di vedere con quale condizione io possa arrivare all'appuntamento olimpico, e ovviamente determinato più che mai a dare il meglio di me".
E' sempre difficile nella marcia riuscire a capire le condizioni dei propri avversari perché ogni percorso fa storia a se. In ogni caso quali ritieni possano essere i più pericolosi?
"Sicuramente lo spagnolo Alvaro Martin, bi-campione del mondo a Budapest, poi il giapponese Ikeda che quest'anno ha fatto un grande crono, lo svedese Karlstrom (campione europeo della 20 a Roma ndr) che è in forma tutto l'anno, l'ecuadoriano Pintado, il brasiliano Bonfim, ma in realtà a mio avviso c'è una grande concentrazione di possibili candidati al podio che, a mio avviso, possono arrivare sino a quindici".
Il direttore tecnico La Torre ha dichiarato che la formazione della staffetta mista, dove purtroppo per il tuo sfortunato incidente avremo solo una squadra in gara, sarà determinata dopo la prova individuale. Pensi di poter affrontare senza problemi due gare a distanza di pochi giorni?
"Veramente un peccato quanto accaduto in Turchia perché, se non mi fossi dovuto fermare, c'era la possibilità di fare una straordinaria doppietta a livello di posizioni e avremmo due squadre da schierare a Parigi, con ancora maggiori possibilità, mentre così ce ne sarà una sola con delle necessarie scelte da fare. Il mio pensiero in questo momento è sulla gara individuale e sul cercare di dare il massimo, per cui dopo sarò certamente a disposizione se mi sentirò fisicamente di esserlo, ma in passato ho sempre dimostrato di non avere certo problemi nel recuperare in pochi giorni".
Al di là del fatto che il tuo personale ricordo di Antalya sulla nuova staffetta mista olimpica non possa che essere negativo, cosa pensi di questa nuova disciplina anche nell'ottica del futuro della marcia?
"Posso dire che la mia personale sensazione, provata per intero nel primo esperimento fatto in gennaio a Modugno in Puglia, sia stata quella di una gara che fa sentire alla fine come un senso di impotenza, vale a dire si finisce di gareggiare ma in realtà non si sa quale sia il piazzamento, perché manca tutto il tempo dell'ultima frazione della compagna di squadra, che a sua volta immagino provi emozioni diverse. Però è la logica della staffetta, a cui ovviamente non siamo mai stati abituati e credo comunque che vista da fuori, in streaming, possa essere divertente per chi la guarda, a condizione però che vengano fatta delle riprese che facciano capire al meglio le posizioni in gara".
Del Giappone hai uno straordinario ricordo per cui Tokyo 2025 con i Mondiali saranno certamente nel tuo mirino e poi?
"Adoro il Giappone ovviamente che considero una mia seconda patria per cui, quando ho saputo che ci sarebbero stati i mondiali, ne sono stato molto felice e ovviamente farò di tutto per esserci perché, avendo saltato i campionati europei nella mia prima, voglio fare almeno quelli mondiali nella mia seconda. Poi per il futuro ulteriore vedremo, purtroppo ho un fisico un po' di cristallo e non riesco mai a fare una stagione senza nessun infortunio, per cui cerco di pensare a un obiettivo alla volta e, per adesso, sono totalmente e unicamente concentrato sulla gara del 1° agosto".
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