Intervista esclusiva allo specialista del salto con l'asta che racconta il suo infortunio e il lungo percorso della ripresa
di Ferdinando Savarese© Courtesy Claudio Stecchi
Claudio Stecchi, 33enne primatista italiano al coperto di salto con l'asta grazie alla misura di 5.82 che rappresenta anche il suo personale all'aperto, ha subito lo scorso 16 febbraio a Torun in Polonia, nel corso del meeting Gold di Continental Tour Indoor, il gravissimo infortunio della rottura del tendine destro di Achille, durante la rincorsa di una prova, con l'inevitabile conseguenza di dover effettuare un intervento chirurgico di ricostruzione a cui sta seguendo un periodo di riabilitazione, iniziato da poche settimane, che lo costringerà a rinunciare a qualsiasi evento agonistico del 2025, cominciato peraltro bene con due buone misure nelle prime gare disputate, di 5,63 a Miramas in Francia e di 5,52 a Lodz sempre in Polonia.
Nato a Bagno di Ripoli in provincia di Firenze, figlio d'arte sportiva in quanto il padre Gianni è stato primatista italiano della specialità per tre anni con 5,60 dal 1987 al 1990, Claudio ha ottenuto sin da giovane eccellenti risultati a iniziare dall'argento nei mondiali under 20 di Moncton in Canada nel 2010 con 5.40, ma purtroppo il suo grande talento è stato sempre un po' frenato da vari problemi fisici culminati con due operazioni ai tendini di Achille, la prima nel novembre 2015 al destro, la seconda nel marzo 2017 al sinistro, anche se non per rotture totali come nell'ultima circostanza, ma per rimuovere in entrambi le situazioni delle sporgenze ossee che gli creavano fastidio.
Sfortunata in particolare anche la sua prima partecipazione olimpica a Tokyo in Giappone nel 2021, disputata senza riuscire nemmeno a fare un salto valido in qualificazione, a cui è seguito un altro lungo periodo di inattività agonistica di circa un anno e mezzo, ma poi all'inizio del 2023 la miglior prestazione italiana al coperto di 5.82, la partecipazione ai mondiali di Budapest all'aperto con un buon nono posto finale, e infine nel 2024 pur non alieno da altri intoppi, dopo avere di fatto debuttato solamente agli Europei di Roma, per un fastidio persistente proprio al tendine di Achille destro, non riuscendo ad andare oltre i 5.25, c’è stata la più che buona seconda presenza a cinque cerchi a Parigi, dove con un salto a 5,70 ha sfiorato la finale come primo tra gli esclusi in qualificazione.
Un 2024 archiviato in maniera estremamente positiva comunque, anche e soprattutto per la felicità derivatagli dall'essere convolato a nozze in ottobre con la top model Mariacarla Boscono, ideale coronamento della loro bellissima storia d'amore che pochi mesi dopo li ha riuniti anche su un set fotografico di moda, per la nuova campagna Gucci dedicata al giorno di San Valentino, una festa che ironia della sorte si celebra il 14 febbraio, proprio due giorni prima del bruttissimo infortunio capitato al saltatore azzurro.
© Courtesy Maison Gucci
Claudio, purtroppo l'ennesimo infortunio in un momento peraltro positivo che sembrava preludere a una buona stagione al coperto. Cosa è successo esattamente?
"Stavo facendo il quarto salto della gara a Torun, il secondo tentativo a 5.50 e, dopo aver iniziato la rincorsa tra il quarto e il sesto appoggio, ho avuto all'altezza del mio tendine destro come la sensazione di una corda che si spezzasse, accompagnata da un rumore netto quasi come fosse uno sparo, con la gamba che mi ha ceduto e sono crollato a terra"
Hai pensato subito potesse essere qualcosa di molto grave e cosa hai provato in tempo reale?
"Purtroppo ho capito immediatamente che non poteva essere che una rottura netta del tendine di Achille, anche perché ho sentito un dolore fortissimo, tra l'altro acuito da una situazione emotiva di particolare disagio in quanto accaduto in gara, davanti a tanta gente nel palazzetto dove poi sono uscito su una sedia a rotelle per essere trasportato subito in un pronto soccorso della città. Anche se ovviamente il danno sarebbe stato identico, se fosse successo durante un allenamento nel mio abituale contesto, avrei quantomeno affrontato quel momento così drammatico con altro spirito".
© Grana/Fidal
Cosa è successo nei giorni a seguire?
"Sono tornato in Italia dove, gli accertamenti con esami strumentali presso il centro di medicina dello sport del CONI a Roma, hanno confermato quanto già emerso nella prima radiografia dell'ospedale di Torun la sera dell'infortunio, la rottura netta del tendine di Achille che però, unica piccolissima fortuna, è stata proprio a metà nel senso che il pezzo rimasto attaccato all'osso era praticamente identico a quello attaccato al polpaccio, per cui la ricostruzione è stata leggermente più semplice da programmare".
Quando è avvenuta l'operazione, chi l'ha effettuata e come è andata?
"L'intervento è stato eseguito sabato 22 febbraio a Forlì dal prof. Francesco Lijoi, uno dei luminari dell’ortopedia e traumatologia italiana, che proprio l'anno scorso ha operato anche Elena Vallortigara (specialista dell'alto donne ndr) per una rottura molto simile alla mia, ed è andato clinicamente molto bene nel senso che la ricostruzione è avvenuta perfettamente con 21 punti di cucitura, anche se devo dire di aver provato nei giorni a seguire veramente tanto dolore a dimostrazione, credo, che la soglia del dolore di noi maschi sia nettamente inferiore a quella delle donne, perché mi sono confrontato proprio con Elena sui postumi della sua quasi identica operazione, e mi ha detto di aver sofferto invece abbastanza poco".
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A distanza di poco più di un mese come stai e quali saranno i tempi di recupero?
"Sono in graduale ma lenta ripresa, nel senso che il piede è completamente bloccato da un tutore che ovviamente non mi permette di camminare, per cui devo muovermi su una carrozzina quasi sempre, salvo qualche altro momento con le stampelle ma preferisco se posso non rischiare troppo di poter magari appoggiare per sbaglio l'arto. La ripresa andrà a fasi e questa è solo la prima parte della prima in quanto tra qualche giorno, ad aprile, comincerò con la fisioterapia che è fondamentale nell'ottica della seconda fase, quella di poter fare delle brevi camminate senza problemi, e questo potrà avvenire solo tra fine maggio e inizio giugno. Poi, senza nessuna fretta, ci sarà la fase del rafforzamento dei muscoli del polpaccio destro che nel frattempo avrà perso tantissimo tono e ancora a seguire, verso la fine dell'estate o l'inizio dell'autunno mi immagino di poter riprendere a correre".
A novembre compirai 34 anni, un'età in cui vari atleti cominciano a pensare al ritiro. Quanta voglia hai ancora di rimetterti in gioco?
"Se l'infortunio fosse avvenuto alla fine di questa stagione agonistica, in particolare dopo i mondiali di Tokyo che erano il mio obiettivo dell'anno, con i risultati che ero convinto di poter raggiungere per come stava andando la preparazione, avrei probabilmente ringraziato il tendine per avere retto sino a quel momento e immagino avrei pensato ad altro, ma così assolutamente no, c'è sicuramente dentro di me ancora tantissimo desiderio di proseguire, senza fretta però perché prima di ricominciare ad allenarmi in un certo modo devo avere la certezza che tutto sia realmente a posto. In ogni caso, pensando al grande Renaud Lavillenie (francese ex primatista del mondo prima di Duplantis ndr) che questo inverno è salito a 5,91 a 38 anni, posso ancora credere di fare qualcosa di importante"
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Come passi le tue giornate adesso quando sei a casa tua a Firenze?
"Ho moltissimo tempo da dedicare a tutte le attività extra sportive che mi piacciono e in particolare leggo veramente tanto, anche se poi magari mi capita ogni tanto di annoiarmi un po' e sono molto grato a Maria Carla che ha tanta pazienza con me in questo momento particolare, rinunciando pure ultimamente a delle trasferte di lavoro per starmi vicino".
Propria con tua moglie sei stato protagonista di una bellissima campagna pubblicitaria in occasione di San Valentino per una famosissima casa di moda. Quanto ti è piaciuta questa esperienza e pensi di poterla ripetere, magari dopo la fine della carriera e anche da solo?
"Mi sono certamente divertito e non escludo di poterlo rifare a prescindere dal fatto che sia ancora un'atleta in attività o meno, ma sicuramente solamente con Maria Carla perché lei è una straordinaria professionista che può aiutarmi in un contesto peraltro non semplice per me da affrontare, al di la che magari io possa avere il fisico giusto, ma poi serve avere anche tanta pazienza perché ci sono durante le riprese fotografiche tantissimi tempi morti, e uno come me abituato al movimento continuo fa sempre fatica, oltre al fatto che bisogna avere un carattere particolarmente solare che non mi appartiene del tutto".
© Courtesy Claudio Stecchi
Nell'augurio di rivederti al più presto sulla pedana, anche se purtroppo dal di fuori quale è il tuo pensiero sulla passata stagione internazionale indoor dell'asta?
"L'extraterrestre Duplantis, oltre al suo nuovo record del mondo, è dovuto scendere un attimo sulla terra per superare nei campionati del mondo il mio amico greco Karalis, atleta veramente dalle enormi potenzialità e sono ovviamente felice dei suoi ulteriori progressi che l'hanno portato a 6.05, ma mi ha fatto anche piacere a livello nazionale la crescita del 22enne Matteo Oliveri salito a 5,70 che è misura di livello, senza dimenticare il 20enne Simone Bertelli anche lui molto promettente".
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