Il 26enne di Carate Brianza ha spazzato via qualsiasi dubbio in vista dell'inizio della stagione all'aperto
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"So che se le cose con la 4x100 non dovessero andar bene, qualcuno dirà che la colpa è attribuibile ad attriti emersi tra Jacobs e il sottoscritto, a un rapporto che si è incrinato. Non ci sarebbe nulla di più falso: il nostro rapporto, come ho detto, è più che buono". Parola di Filippo Tortu che, dopo il caso di spionaggio nei confronti del campione olimpico di Tokyo 2020, è costretto a far i conti con un clima di tensione continua.
Il finanziere brianzolo è stato coinvolto indirettamente nella questione complice il ruolo svolto dal fratello Giacomo che, attraverso l'ausilio del "superpoliziotto" Carmine Gallo, ha provato a trovare indizi su un'eventuale positività di Jacobs all'antidoping. Tortu ha dovuto far i conti con una situazione intricata, che però non ha cancellato il suo rapporto con il velocista bresciano.
"Non ho un’opinione precisa. All’inizio sono rimasto molto, molto sorpreso. Adesso so solo quello che viene riportato dai media. Come tutti. Ciò che più mi premeva era riuscire a parlare con Marcell. Mi ha detto cose che mi hanno fatto tanto piacere. E che poi ha anche ribadito pubblicamente. Per me questo era molto importante. Quello che dicono gli altri non mi interessa - ha spiegato Tortu in un'intervista a La Gazzetta dello Sport -. Ora farsi troppe domande non ha molto senso, tutto ciò che si sa della vicenda è ciò che viene riferito dai media. A oggi ci sono procedure da rispettare. Preferisco concentrare le mie energie su quello che è in mio potere, quindi sull’allenamento. Conto che ciò che alla fine emergerà, avrà contorni meno marcati di quello che appare ora. Corretti, puliti".
Come già ripetuto più volte e come è emerso anche dagli interrogatori svolti dalla Procura di Milano, Tortu sarebbe rimasto completamente all'oscuro dell'intera vicenda con il fratello che si sarebbe mosso in totale autonomia. Ora però l'attenzione però l'attenzione è sulla staffetta 4x100 metri dove presto potrebbe condividere nuovamente l'esperienza con Jacobs. "La rivalità, come la nostra amicizia, è cominciata nel 2018, quando abbiamo iniziato a sfidarci, e non c’è nulla di più normale nello sport, anche se molti in passato hanno cercato di creare una narrazione lontana dalla realtà. Non mi stupirebbe se qualcuno continuasse a farlo - ha sottolineato il 26enne di Carate Brianza -. Ora si apre un nuovo quadriennio, comincia un nuovo percorso e siamo in tanti ad ambire a un posto nel gruppo. A Roma saremo in undici pur senza Jacobs, Ali e Simonelli: tutto verrà messo in discussione. E attenzione al diciassettenne Diego Nappi, sardo di Porto Torres, campione europeo under 18 dei 200. Emergerà al vertice in fretta".
Per cancellare la delusione del mancato accesso alla finale olimpica nei 200 metri e il quarto posto con la staffetta 4x100, Tortu non vede l'ora di tornare in pista e dimostrare quanto valga, indipendentemente dalle polemiche che lo circondano: "Ne ho approfittato per cambiare un po’ di cose, in particolare per quanto riguarda gli aspetti legati alla forza massima, che adesso curo insieme a Stefano Serranò. Non mi snaturo: le mie caratteristiche elastiche non vengono meno. Ma ora ho qualche arma in più. A metà marzo, poi, ho trascorso una settimana a Catania, con Melluzzo e Rigali: il professor Di Mulo, referente federale della velocità, mi invitava da anni. Sono stato accolto in modo splendido - ha concluso l'azzurro -. La delusione di Parigi 2024 è come se fosse benzina sul fuoco, se la dimenticassi dovrei smettere di fare atletica. E ancora di più continuo a non digerire l’argento europeo sui 200. Quei risultati mi danno ulteriore carica: punto ai 200, ma è facile che torni a frequentare anche i 100. Intanto non vedo l’ora che cominci il raduno".