Nemmeno Usain e Carl a 20 anni erano scesi sotto il muro dei 10"
Il termine di paragone era Pietro Mennea, quel 10”01 datato 1979 e benedetto dagli oltre 2000 metri di quota di Città del Messico. Filippo Tortu era virtualmente oltre quel limite prima della magica serata di Madrid. 9”99, appena al di sotto della soglia temporale che per chi corre i 100 metri spesso e volentieri è la linea di confine tra incubo e sogno. Filippo è entrato nella storia dello sport italiano con una facilità imbarazzante, in antitesi con le tormentate vicende agonistiche di Mennea, che ha violentato a tratti il suo fisico per diventare il più grande della sua epoca.
Tortu viaggia veloce ma lo fa con la leggerezza di un ventenne di oggi. Vent’anni appunto. A quell’eta nemmeno Carl Lewis e Usain Bolt avevano violato il muro dei 10 secondi. Battuto il totem Mennea i nuovi punti di riferimento per Tortu diventano più impegnativi e allo stesso tempo stimolanti. Allora godiamoci questo fenomeno che torna a mettere sotto i riflettori uno sport reduce da anni critici, tant’è che il record sui 100 era vecchio di 39 anni.