Intervista esclusiva al velocista azzurro sempre alla ricerca di nuovi prestigiosi traguardi
di Redazione Sprintnews© Grana/Fidal
Filippo Tortu, reduce dalla medaglia d'argento sui 200 e da quella d'oro nella staffetta agli Europei di Roma, è certamente nella memoria di tutti gli appassionati di atletica e non solo, quale l'ultima frazionista della staffetta 4x100 maschile italiana oro olimpico a Tokyo ma anche come colui che, per primo in Italia, è riuscito ad abbattere la barriera dei 10 secondi sulla distanza regina dei 100 metri, il 22 giugno 2018 a Madrid con il crono di 9"99.
Nato a Milano il 15 giugno 1998, ha vissuto gran parte della sua vita a Costa Lambro frazione di Carate Brianza ed è sempre stato molto predisposto per lo sport, dapprima giocando a calcio e basket ma poi, sulle orme del fratello Giacomo velocista diverse volte nazionale di varie categorie, si è dedicato totalmente all'atletica seguito sempre dal padre Salvino, a sua volta ex velocista in età adolescenziale ma anche da master dopo i 35 anni.
Si è posto all'attenzione internazionale sin da giovanissimo quando, nel 2014, ai Giochi Olimpici giovanili di Nanchino in Cina si è qualificato per la finale dei 200 metri, poi non disputata perché sul traguardo della semifinale è caduto rovinosamente e si è procurato una doppia frattura a radio e ulna in entrambe le braccia, mentre nel 2015 ha realizzato il primato italiano allievi dei 100 metri con 10"33 che resisteva dal 1976, e quello dei 200 con 20"92 il cui precedente risaliva al 2001.
Nel 2016 ha infranto il vecchio record juniores del 1982 sui 100 con 10"24, e nello stesso anno ha partecipato al suo primo campionato internazionale assoluto, gli Europei di Amsterdam, sfiorando la finale sempre nei 100, ma soprattutto è stato medaglia d'argento sulla stessa distanza ai Mondiali under 20 di Bydgoszcz, in Polonia, dietro l'attuale fenomeno della velocità mondiale lo statunitense Noah Lyles.
Dopo che nel 2017 ha vinto il titolo europeo under 20 a Grosseto sui 100, ed ha partecipato ai suoi primi Mondiali assoluti sui 200 a Londra fermandosi alle semifinali, nel 2018 il 22 giugno a Madrid ha battuto il vecchio primato italiano sui 100 metri appartenente dal 1979 a Pietro Mennea, correndo in 9"99 e segnando di fatto una nuova era per l'atletica italiana che, da quel giorno, è stata riscoperta anche a livello mediatico dopo anni buoi a causa di risultati generali insoddisfacenti.
Ai Mondiali di Doha 2019 ha riportato l’Italia in una finale iridata dei 100 metri dopo trentadue anni chiudendo al settimo posto, nel 2020 anno della pandemia è stato pur con una scarsa attività agonistica generale, il miglior velocista europeo della stagione a livello di crono sui 100, nel 2021 ha trionfato alle Olimpiadi con lo storico oro nella 4x100, nel 2022 ai Mondiali di Eugene ha realizzato il proprio personale sui 200 metri con 20"10, mancando la finale di soli tre millesimi, ma ha poi vinto il bronzo agli Europei di Monaco di Baviera nella stessa disciplina, e nel 2023 ha conquistato l’argento mondiale a Budapest ancora con la mitica 4x100.
10 anni di successi ininterrotti e indimenticabili, che lo rendono sicuramente uno degli atleti più amati in Italia ma anche molto conosciuto a livello mondiale.
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Filippo la notizia della tua rinuncia agli assoluti ha creato qualche preoccupazione tra i tuoi tifosi. Cosa puoi dire per rassicurarli?
"Non ci deve essere nessuna preoccupazione, anche se mi fa piacere l’affetto con cui la gente mi segue. È una semplice scelta tecnica per avvicinarmi al meglio a Parigi. Sto bene e devo risparmiare le cartucce per le Olimpiadi.
Gareggerai ancora prima delle Olimpiadi e quale sarà il tuo percorso di avvicinamento verso Parigi?
"Gareggerò sicuramente ma non abbiamo ancora preso decisioni definitive, allenamento dopo allenamento decideremo quando e che gara affrontare. Posso dire di essere molto fiducioso e ho molta voglia di correre i 200 dopo gli Europei".
Hai dichiarato, anche dopo la vittoria con la 4x100, che la tua delusione per la finale persa dei 200 agli Europei sarebbe rimasta dentro di te per sempre. Lo pensi ancora?
"Essere delusi per un argento europeo lo reputo un privilegio in quanto ho raggiunto un grande traguardo che mancava da tempo al nostro Paese, ma avrei voluto qualcosa in più. Posso dire di essere orgoglioso ma non soddisfatto".
Guardando solamente avanti, quale è il tuo obbiettivo per le Olimpiadi?
"L’obbiettivo rimane lo stesso di inizio stagione, la finale nei 200 e l'oro con la 4x100. Sono due traguardi difficilissimi da raggiungere, quasi impossibili. Non vorrei che la mia ambizione venisse scambiata per presunzione in quanto sono consapevole delle difficoltà per ottenere tali risultati, ma nello sport penso che gli obbiettivi debbano coincidere con i sogni. Questi sono i miei e darò tutto me stesso per provare a raggiungerli".
La 4x100 maschile è ormai diventata una delle principali icone di tutto lo sport italiano nel mondo. Quanto credi alla possibilità di rivincere l’oro di Tokyo?
"Gli Stati Uniti sono i favoriti e poi ci sono 5/6 squadre che si equivalgono, tra le quali ci siamo anche noi, ma entreremo in pista per provare a battere tutti. Se avessimo creduto nelle possibilità non avremmo vinto a Tokyo dove erano prossime allo zero. Abbiamo pensato solo a correre e faremo lo stesso anche a Parigi".
Sempre sul tema 4x100, che formazione vedi per Parigi? Le alternative di formazione sono sempre maggiori e di qualità, specie dopo i grandi risultati di Ali. Hai mai pensato che anche tu, sebbene simbolo di questa staffetta, potresti rischiare uno stop? Come vivresti un’esclusione?
"La formazione che vedo è quella che vedremo tutti il giorno della gara e la decideranno il Prof. Filippo Di Mulo e Giorgio Frinolli. Non penso abbia senso parlare ora di chi correrà, noi daremo tutti la disponibilità a correre e a stare in panchina. La nostra forza è il “gruppo” e ci comporteremo in tal senso nell'interesse generale, come abbiamo sempre fatto".
Uno dei due grandi appuntamenti della stagione si è appena concluso, che bilancio fai a oggi? Pensi di aver affrontato al meglio la preparazione o, tornando indietro, tu e il tuo allenatore cambiereste qualcosa?
"Per ora mi do un 7, ma le Olimpiadi peseranno moltissimo su questo bilancio. Spero di chiudere in positivo. Sono orgoglioso e felice del tanto lavoro svolto fino a ora, arriverò a Parigi nelle migliori condizioni possibili, poi toccherà a me correre. Il mio allenatore ha fatto grandi sacrifici e come sempre un ottimo lavoro, devo tutto a lui".
Qualche anno fa hai dichiarato che non ti vedevi a gareggiare oltre le Olimpiadi di Los Angeles 2028. Sei sempre dello stesso avviso?
"Non sono mai stato in Australia (dove si svolgeranno le Olimpiadi del 2032 ndr) e ho sentito dire che il 2032 sarà un ottimo periodo per visitarla".
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