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ALPINISMO

CAI Eagle Team Patagonia: tanta esperienza e primi successi in parete

La spedizione "didattica" patrocinata dal Club Alpino Italiano è entrata nella sua fase decisiva

di Stefano Gatti
19 Feb 2025 - 11:47
 © CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Prime soddisfazioni arrampicatorie per le giovani aquile di CAI Eagle Team(e per i loro tutor naturalmente) sul granito della Patagonia. Sfruttando al massimo una finestra di tempo finalmente favorevole e sufficientemente stabile (-come da quelle parti è indispensabile essere pronti a fare), la spedizione italiana ha portato a casa i primi risultati concreti e si prepara ad incrementare il bottino di vie ma prima ancora di esperienze umane oltre che sportive nella seconda parte di una campagna alpinistica la cui conclusione è prevista ai primi di marzo.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Tre le cordate in azione nei giorni scorsi: l'aquilotto" Luca Ducoli e la tutor Silvia Loreggian hanno affrontato due vie classiche sull'Aguja Poincenot, mentre il team leader Matteo Della Bordella, il promettente Dario Eynard e il fort alpinista veneto Mirco Grasso (che si è recentemente aggiunto alla squadra e aveva già scalato nel mese di gennaio con MDB) si sono confrontati sul Cerro Piergiorgio per tentare di aprire una uova via sulle sue pareti verticali. La terza cordata attiva nei giorni scorsi è stata quella composta dal tutor Massimo Faletti insieme a Giacomo Meliffi e Marco Cordin. Appena rientrati (come il loro colleghi) al campo base di El Chaltén, gli ultimi due hanno subito ripreso la via della montagna per integrare un’operazione di soccorso a due colleghi alpinisti in discesa dal Fitz Roy, che ha avuto fortunatamente esito positivo.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Entriamo nei dettagli, partendo dalla cordata Loreggian-Ducoli che ha messo mani e piedi sul granito della Aguja Poincenot (un ago di roccia che supera di un paio di metri quota tremila), mettendosi "di prima intenzione" all'opera sulla via Potter-Davis, un superclassico patagonico che risale al 2021 e corre lungo la parete nord della Poincenot, potendo oltretutto contare sulle indicazioni fornite loro da Della Bordella e Grasso appunto, che l'avevano ripetuta con successo nei primi giorni del nuovo anno.  Freddo estremo e ghiaccio nei punti chiave dell'itinerario hanno costretto i due alla resa e al rientro in tenda per chiarirsi le idee e progettare un piano b affatto di ripiego.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Ducoli e Loreggian hanno spostato l'attenzione sulla non meno classica ma più frequentata via Whillans-Cochrane (aperta già inizio anni Sessanta), opportunamente affrontata in assetto invernale, riportando in questo caso pieno successo con l'uscita in vetta. Ecco a seguire il racconto di Ducoli (alla sua prima vetta in Patagonia) sulle due scalate.

“Siamo saliti al Passo Superior mercoledì 12 febbraio, partendo la mattina da El Chaltén. È stato bellissimo avvicinarsi attraverso il ghiacciaio scoprendo il gruppo del Fitz. Da qui praticamente hai accesso a tutto il gruppo. Siamo partiti dal passo il giorno seguente alle 3.40 del mattino dalla tenda. Abbiamo risalito sei tiri di roccia, ma erano tutti intasati di ghiaccio e facevamo una faticaccia. In più abbiamo preso vento e non abbiamo mai visto il sole, avevamo freddissimo ed era impossibile continuare a scalare. Così ci siamo ritirati e siamo rientrati alla tenda. Il mattino dopo siamo ripartiti, sempre con obiettivo l’Aguja Poincenot, ma questa volta con assetto invernale. Abbiamo salito la Whillans-Cochrane, una via classica per la vetta. Era tutto completamente pieno di ghiaccio, così abbiamo scalato con picche e ramponi. Praticamente non abbiamo mai tolto i guanti, nemmeno a scalare su roccia. Per me è stata la prima cima patagonica, è stato bellissimo”. 

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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Lombardo come Ducoli, Dario Eynard ha fatto squadra (anzi cordata) sulla parete nord-ovest del Cerro Piergiorgio con il guru della spedizione Matteo Della Bordella e con il trentaduenne alpinista accademico del CAI Mirco Grasso che - come spesso accade nelle dinamiche di una stagione di scalate (in Patagonia come in Himalaya o in Karakorum) - si è aggiunto "in corsa" agli effettivi di CAI Eagle Team. Come detto sopra, Grasso era attivo sul granito della Patagonia fin dai primi giorni del 2025 e - oltre alla Potter-Davis con Della Bordella - insieme all'ex presidente dei Ragni di Lecco e al suo corregionale (di Grasso) Alessandro Baù aveva aperto una nuova via ribattezzata Quién Sigue! (Sotto a chi tocca!) sulla Aguja Val Biois.

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Obiettivo dei tre alpinisti il completamento di una via iniziata da Maurizio Giordani e Luca Maspes nel 1995 sul versante nord-ovest della montagna. che aveva già visto Grasso impegnativo in parete qualche anno fa nel corso di un precedente tentativo. La cordata è riuscita a risalire metà della parete, per poi fare rientro a El Chaltén per il progressivo peggioramento delle condizioni meteo con nuvole e vento. È così iniziata l'attesa per una nuova finestra di bel tempo che - se fosse adeguatamente prolungata e stabile, darebbe ai tre buone chances di tornare in parete per riprendere e completare la loro via.  Eynard intanto commenta così la prima... metà dell'opera:  

“È la prima vera finestra di bel tempo e direi che la nostra cordata l'ha sfruttata alla grande, abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati e se siamo fortunati con il meteo il progetto si potrebbe concludere. Il Cerro Piergiorgio è spaventosamente grande e isolato, però sento che nella cordata c'è stato affiatamento e abbiamo remato tutti verso lo stesso obiettivo. Ho ancora molto da imparare sulla logistica in contesti come questi, completamente differenti dalle Alpi, e i tutor mi hanno trasmesso veramente molta esperienza. Sono molto contento di come si è svolta questa seconda uscita”.

© CAI Eagle Team Ufficio Stampa

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