Logo SportMediaset
In evidenza

Seguici anche su

ALPINISMO

Cazzanelli, Ratti e Della Bordella sulla via Bonatti: "Grazie Walter, è stata un'avventura fantastica!"

La storica via aperta nel 1965 dal grande alpinista ed esploratore italiano nel racconto di tre protagonisti dell'alpinismo contemporaneo

di Stefano Gatti
22 Feb 2025 - 17:31
 © Museo Nazionale della Montagna CAI Torino

© Museo Nazionale della Montagna CAI Torino

Parafrasando il cinema, viene da dire: cinque giorni un’impresa. Soprattutto sessant’anni. Tanti ne sono passati dalla prima invernale - e in solitaria - di Walter Bonatti sulla parete nord del Cervino, quella che troneggia sul paese di Zermatt (gemello diverso... e rossocrociato di Breuil-Cervinia) e sulle montagne del Vallese. Cinque giorni - da giovedì 18 a lunedì 22 febbraio - per un’impresa alla quale Walter mise mano da solo poiché i suoi compagni d'avventura - il friuliano Alberto Tassotti e l'abruzzese Gigi Panei - si erano ritirati dopo il primo tentativo, abbandonato causa maltempo, lasciando Bonatti ad affrontare la "nord" con la sola compagnia... di Zizì, un orsacchiotto di pezza!

© Museo Nazionale della Montagna CAI Torino

© Museo Nazionale della Montagna CAI Torino

La Nord del Cervino di Bonatti rappresenta un punto cardine nella storia dell’alpinismo. Anzi un voltapagina per il grande alpinista italiano scomparso alla metà di settembre del 2011 che dopo quella performance - oltre alla croce di vetta della Gran Becca raggiunta alle tre del pomeriggio del quarto giorno in parete e raddrizzata per lui da tre guide italiane che lo avevano preceduto in vetta dal versante italiano-era stata piegata da una tempesta - si lasciò alle spalle l’alpinismo di punta ma di certo non l’avventura tout court, dedicandosi da lì in avanti all’esplorazione di mondi non per forza verticali ma spesso altrettanto (se non di più ancora) estremi, selvaggi e sconosciuti.

© Paris Match

© Paris Match

Per rendere omaggio a Bonatti abbiamo scelto di lasciare la parola e chi sull’argomento ne sa infinitamente più di noi, grazie alla sua frequentazione diretta del Cervino stesso: François Cazzanelli. Ci siamo rivolti al trentacinquenne alpinista originario proprio di Breuil-Cervinia. Insieme ai colleghi Francesco Ratti e Matteo Della Bordella (un vero e proprio dream team!) François portò a termine poco meno di quattro anni fa (martedì 30 e mercoledì 31 marzo 2021) la via Bonatti sulla nord del Cervino. Poco meno di tre mesi più tardi Cazzanelli - da tempo amico di Sportmediaset - pubblicò sulla sua pagina web ufficiale www.francoiscazzanelli.it un dettagliato racconto della ripetizione: impeccabile e puntuale da punto di vista tecnico ma al tempo stesso ricco delle emozioni provate dai tre alpinisti in parete e di riconoscenza per Walter.

© Museo Nazionale della Montagna CAI Torino

© Museo Nazionale della Montagna CAI Torino

Inevitabile a questo punto da parte nostra chiedere a François di ripubblicare il racconto e di arricchirlo con le foto scattate in parete. Assenso prontamente ricevuto dal nostro per mezzo di un “vocale” mentre era diretto verso la sua ennesima serata a sfondo alpinistico, da divulgatore efficace e preciso di un’attività che in pochi sanno svolgere al suoi livello e ancora meno raccontare, facendone partecipi i suoi ascoltatori, portandoli in alta quota come una guida alpina fa con il suo cliente, Proprio come nel caso del récit d’ascension che segue.

© François Cazzanelli

© François Cazzanelli

Per gentile concessione di François Cazzanelli

Quando sogni da parecchi anni una cosa, ti aspetti che sia perfetta. In montagna difficilmente le cose vanno come te le immagini, anzi spesso è tutto il contrario. Però è proprio questo il bello, no? Se potessimo calcolare tutto al millimetro l’avventura non esisterebbe. Sarò onesto, l’idea che mi ero fatto di questa via non si è rivelata molto distante dalla realtà.

La “Bonatti” è una via stupenda con difficoltà che in termini moderni possiamo definire quasi classiche. Questa via però dev’essere ben contestualizzata perché non siamo sul Gran Flambeau o sulla Nord dell’Aguilles du Midi, bensì nel cuore della parete nord del Cervino e chi conosce questa montagna sa che quando tocchi la croce di vetta sei solo a meta dell’opera. La cosa che ancora mi lascia senza parole è immaginare Walter in pieno inverno ben 56 anni fa (ricordiamo che il racconto si riferisce alla ripetizione del 2021, ndr) che apre questa via IN SOLITARIA! I giorni dopo la nostra ripetizione mille domande mi sono passate per la mente: Cos’avrà provato Bonatti? Chissà cos’avrà visto? Come si sarà mosso? Purtroppo non potendogliele più fare ho elaborato a fondo la nostra salita e l’unica cosa che mi sento di dire è: GRAZIE WALTER! Ci hai regalato l’ennesimo capolavoro, sarà nostro compito valorizzare e far conoscere agli alpinisti del futuro la bellezza di questa via.

Era da quando abbiamo aperto la via sul Pilastro Rosso del Brouillard che io, Matteo e Francesco parlavamo della Bonatti. Finalmente a fine marzo del 2021 la meteo sembrava dalla nostra ed eravamo tutti e tre liberi però la parete era bella secca. Che fare? Due elementi su tre erano dalla nostra, proviamo!

© François Cazzanelli

© François Cazzanelli

Martedì 30 marzo, zaino in spalla, partiamo da Plateau Rosà in direzione rifugio Hornli. Martin il gestore è un mio caro amico e ci ha lasciato le chiavi dello splendido rifugio che si trova ai piedi dell’omonima cresta. Arrivati in rifugio lasciamo il materiale e andiamo subito a fare la traccia fino all’attacco della via. Decidiamo di lasciare una delle nostre mezze corde fissa sui primi sessanta metri di parete, di modo da essere più rapidi il mattino seguente. Rientrati al rifugio ci aspetta una notte a cinque stelle dentro il nuovissimo e modernissimo rifugio. Il locale è bello caldo e cenare bevendo acqua gasata e Rivella non ha prezzo. Ci appisoliamo felici e rilassati sotto a dei morbidi piumoni. La sveglia suona alle quattro e alle cinque si parte. Tutto fila liscio e in poco tempo siamo in cima alla corda fissata il giorno prima. Tocca a me partire: come dice la relazione di Walter mi tocca subito un camino corto ma non facile dove trovo alcuni vecchi chiodi.

© François Cazzanelli

© François Cazzanelli

Superato il camino le difficoltà non sono estreme e velocemente scaliamo i trecento metri di parete che ci portano alla partenza del famigerato Traversata degli Angeli. Qui tocca a Francesco che velocemente percorre due lunghezze divertenti su roccia sana. Arriviamo così nella zona del famigerato Pendolo e qui prende il comando Matteo che senza pensarci troppo inizia ad attraversare! Arrivato a metà tiro ci urla: “Possiamo passare senza pendolare, ci provo”. Io e Francesco ci guardiamo e non diciamo nulla, la nostra fiducia è totale: se Matteo dice che si passa, si passa! Matteo arriva in fondo al traverso e ci dice che ci sono dei chiodi, collega tutto, rinforza la sosta e ci urla di partire. Siamo un pelo distanziati: essendo in traverso è bene non stare troppo vicini. Raggiungo Matteo in sosta mi assicuro e lui mi dice di assicurare Francesco, così gli fa un video con la GoPro. Francesco toglie l’ultima protezione e in quel momento il sottile strato di ghiaccio sotto i suoi piedi si rompe. Vola e pendola sotto la sosta, non lo vediamo più per alcuni secondi fino a quando ci urla che sta bene e che sta iniziando a risalire le corde. Tutto bene, pericolo scampato! Qualche secondo per riordinare le idee e si ricomincia. Matteo riparte. Adesso gli tocca il tiro di sesto grado. Da fuoriclasse qual lui è lo sale rapidamente. Il tiro è strapiombante con tanto vuoto sotto ai piedi ma la roccia è splendida e le difficoltà durano pochi metri.

© François Cazzanelli

© François Cazzanelli

Ci troviamo finalmente nel grande anfiteatro dove purtroppo le condizioni sono molto asciutte e saliamo lentamente. A metà dell’anfiteatro Francesco trova un guanto di lana inglobato nel ghiaccio e i pensieri vanno subito a Bonatti. Sarà suo? Forse abbiamo lavorato troppo di fantasia ma in quel momento pensare che quel guanto fosse di Walter ci ha emozionato tantissimo.

© François Cazzanelli

© François Cazzanelli

Le difficoltà però non sono finite. Ci aspetta ancora un muro compatto di roccia rossa poco solida, solcato a metà da una grande fessura. Parte Matteo e con grande classe risolve un problema che probabilmente con più ghiaccio sarebbe stato più semplice, ma non fa niente. Superata la fessura, con un paio di tiri più semplici Francesco ci porta in cima alla rampa della via Schmidt. Siamo a circa quattromila metri di quota e ci aspettano ancora quasi cinquecento metri di parete. Tocca di nuovo a me. Conosco bene questa parte e dentro di me sono ben conscio che se vogliamo uscire con la luce ci tocca accelerare. Scaliamo veloci, non dobbiamo più cercare la via e questo è già un grande vantaggio ma purtroppo è tutto molto secco, i canali e le goulottes di ghiaccio che semplificano rendono semplice questa parte sono solo un ricordo. Finalmente alle nove di sera in punto con gli ultimi raggi di luce tocchiamo la punta del Cervino.

© François Cazzanelli

© François Cazzanelli

Siamo felici, finalmente abbiamo ripetuto la Bonatti! Siamo la seconda cordata ad uscire in giornata e onestamente con condizioni così asciutte non è stato semplice!

Foto di rito e si comincia a scendere sulla cresta del Leone. Francesco è davanti, Matteo in mezzo e io chiudo la fila. In questa parte giochiamo in casa, il copione lo conosciamo bene! Alle undici e mezza siamo in Capanna Carrel. Ci cuciniamo una meritata pasta e ci buttiamo a letto! La mattina seguente in due ore siamo a Cervinia e ci concediamo un meritato pranzo al ristorante di mia mamma “Les Skieurs d’Antan” cucinato da mio cugino Stefano "Teto" Stradelli!

Che dire? È stata un’avventura fantastica, l’ennesima sulla mia montagna di casa! Ci tengo a ringraziare i miei compagni di cordata per aver condiviso assieme questa salita!

Un ringraziamento speciale va anche alla Società Guide del Cervino, a Martin Lehner gestore del rifugio Hornli, a Nicola Corradi direttore dell’Heliski Cervinia, Giuliano Trucco, Anjan Truffer e a mio cugino Stefano Stradelli.

© François Cazzanelli

© François Cazzanelli

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri