L'ex campione americano squalificato a vita per doping: "Avevo un pensiero fisso: l'Epo"
L'ormone della crescita a 21 anni, poi le operazioni e le cure devastanti per combattere il tumore e alla fine il ritorno alle corse con un pensiero fisso: doparsi. "Era arrivata l’Epo e sapevo che con lei potevo vincere e diventare ricco - racconta nel film documentario 'Lance' su Espn Lance Armstrong, squalificato a vita per doping nel 2012 e privato della vittoria di 7 Tour de France -Mi serviva solo un medico bravo, Eddy Merckx mi presentò il migliore, Michele Ferrari. Quando iniziai a vincere non dovevo nemmeno respingere le accuse: è un sopravvissuto, scrivevano i giornalisti, figuriamoci se Lance si dopa".
E ancora: l'odio per tutti i rivali, tranne Ullrich. E tre cose per cui si è pentito: "Ho rovinato la vita alla mia massaggiatrice, ho violentato Filippo Simeoni, che denunciò il mio legame col dottor Ferrari. e ho piantato mia moglie Kristin e i bambini per flirtare con la starlette di turno". E alla fine: "Ho chiuso i conti con la giustizia ma resterò un emarginato. L’Italia ha ucciso Pantani, la Germania disprezza Ullrich e gli americani mi odiano. Per tre come noi non ci sarà redenzione".