Gara difficilissima e stupenda, vinta dal coraggioso olandese con un attacco all'ultima salita. Spiazzati Valverde, Bernal e Fuglsang
La 113esima edizione del Giro di Lombardia va a Bauke Mollema, solo sul traguardo al termine dei bellissimi 243 km da Bergamo a Como. L'olandese, alla prima Classica Monumento vinta in carriera, scappa a un plotone di campioni sull'ultima salita e non viene più raggiunto. Alle sue spalle Valverde, secondo in volata su Bernal e Fuglsang. Sfortunato Vincenzo Nibali, che sul Civiglio rischia la caduta e perde l'occasione di competere per la vittoria.
La chiamano Classica delle Foglie Morte ed è l'ultima Classica Monumento della stagione, eppure nonostante la collocazione nel calendario viene disputata in una giornata tiepida e soleggiatissima. Quasi a voler salutare Felice Gimondi, che dalla sua Bergamo sorride da una gigantografia resa più luminosa dal meteo perfetto. E nel nome del grande campione scomparso (cui è dedicata la maglia del vincitore) Bauke Mollema si toglie la soddisfazione di una vita e scrive definitivamente il suo nome nell'attuale Gotha della bicicletta, vincendo con classe, grinta e coraggio una gara storica e bellissima. E soprattutto lo fa a discapito di un plotoncino di autentici fuoriclasse, tra cui non compaiono, purtroppo, corridori italiani nella nota stonata di giornata. Male Vincenzo Nibali, deludono anche tutti gli altri quando il Giro di Lombardia entra davvero nel vivo.
Tante le asperità di giornata (Colle Gallo al 6%, salita del Ghisallo al 6,2%, Colma di Sormano al 6,6%, il terribile Muro di Sormano al 15% con punte vicine al 30%, salita del Civiglio al 9,7%, San Fermo della Battaglia al 7,2%), che inevitabilmente fanno selezione. La prima fuga a otto uomini regge fino al Ghisallo, dove scappa Fausto Masnada (poi raggiunto in discesa da Toms Skuijns). Sul Muro di Sormano si accende quindi Ciccone, primo scalatore ad attaccare, seguito quasi subito da Fuglsang, Bernal, Valverde e Nibali. Lo Squalo però è costretto ad arrendersi sul Civiglio: dopo un contatto in salita rischia la caduta e poi si stacca irrimediabilmente dal gruppo di testa e dai principali candidati alla vittoria. Un'altra conferma di una condizione fisica e atletica ben lontana dai giorni migliori: appoggiare il piede per terra toglie le residue forze al messinese, già apparso in grande difficoltà.
Dopo un primo attacco di Valverde, dunque, è Mollema ad assumersi il coraggio di tentare la fuga in solitaria sull'ultimo strappo: a 10 km dalla fine accumula 40 secondi sugli inseguitori, che però non stanno a guardare. Prova a reagire Roglic, quindi è ancora una volta Valverde a lanciarsi in un inseguimento che in discesa appare possibile quando i migliori sono già entrati nell'abitato di Como. Ai 3 km il distacco è quindi di appena 25 secondi, che però scendono a 16 sul traguardo: Mollema ha anche il tempo di mettersi in posa per i fotografi, alle sue spalle Valverde si fa raggiungere anche da un immenso Bernal, che però perde la volata conclusiva, cui partecipa anche il rientrante Fuglsang. Da applausi Primoz Roglic, che arriva sì settimo ma alle spalle di un gruppo di autentici fuoriclasse. A capo chino l'Italia: primo azzurro è infatti Giovanni Visconti, solo 17esimo. Per Nibali, invece, la corsa era finita a 20 km dalla fine. E per lui si conclude la serie positiva che, dal 2013 al 2018, lo aveva visto prendersi almeno una Monumento o una corsa a tappe a stagione.