Sotto il diluvio inglese l'Italia corre alla grande, ma viene beffata dal danese
Medaglia d'argento per Matteo Trentin ai Mondiali di ciclismo nello Yorkshire. L'azzurro ha corso in maniera tatticamente perfetta, ma ha perso lo sprint con Mads Pedersen (Danimarca) che si è laureato nuovo campione del mondo. Bronzo per Stefan Kung (Svizzera). Sotto il diluvio quarta posizione per Moscon che si è staccato dai compagni di fuga negli ultimi km.
L’occasione forse della carriera per Matteo Trentin sfuma perché dopo oltre 6 ore di corsa sotto la pioggia e alle prese con il freddo le gambe non sono quelle necessarie per andare a prendersi un oro che dopo la resa del grande favorito, l’olandese Van der Poel, sembrava essere davvero alla portata. A vincere in volata, invece, è il 23enne danese Mads Pedersen che ha più gamba di Trentin e lo beffa sul traguardo di Harrogate, alla fine di un Mondiale 2019 nello Yorkshire che regala sorprese anche nella prova in linea maschile.
Si inizia ancora prima della partenza, con il percorso accorciato a causa del maltempo che non lascia un attimo di tregua per tutta la giornata. Tanti grandi nomi escono dal gruppo dopo pochi chilometri, senza però avere ambizioni di successo: si muovono tra gli altri Roglic, Quintana e Carapaz, che però non avranno voce in capitolo per la vittoria finale. Un ruolo importante potrebbe averlo Gilbert che però resta coinvolto in una caduta a 124 km dalla fine ed è costretto al ritiro, seguito da altri nomi importanti come il campione del mondo 2018 Valverde e l’altro spagnolo Luis Leon Sanchez. L’Italia, invece, perde per strada solo uno sfortunato Ulissi e tatticamente si impone all’interno del gruppo. Prima Gianni Moscon si infila in un tentativo di allungo ai 40 km circa dal traguardo, quando poi a muoversi in prima persona è l’olandese Van der Poel ai meno 33 il primo a reagire con grande prontezza è Matteo Trentin.
Il duo italo-olandese recupera sugli altri attaccanti e così in testa restano in cinque, con due italiani, Trentin e Moscon, l’olandese Van der Poel, lo svizzero Kung e il danese Pedersen. Da dietro il gruppo non si organizza e nessuna squadra ha la forza per ricucire il margine che si crea. I colpi di scena però non sono ancora finiti, perché mentre tutti attendono il duello Trentin-Van der Poel, a 12 km dalla fine, l’olandese va in crisi di fame e si sfila scuotendo la testa, abbandonando così i propri sogni di vittoria. La strada sembra allora spianata per Trentin, l’ammiraglia azzurra urla che la corsa è praticamente finita e che a giocarsela sono i quattro superstiti di una giornata infinita. Moscon si stacca, Trentin si prepara alla volata finale e scatta a circa 200 metri dall’arrivo, la gamba però non lo accompagna, Pedersen lo sorpassa e si prende un successo dolce e inaspettato, lasciando all’Italia un argento che oggi non può che avere il gusto misto di gioia, rabbia e rammarico.