Rohan Dennis si dichiara colpevole di "guida pericolosa": l'australiano rischia sette anni di carcere per la morte della moglie

Svolta per Rohan Dennis che, in occasione del processo per la morte della moglie Melissa Hoskins, si è dichiarato colpevole di "guida pericolosa con conseguente morte" e "guida senza la dovuta attenzione". Due capi di imputazione che rischiano di far finire in carcere l'ex ciclista australiano per sette anni, ma che gli hanno consentito di cancellare le accuse di omicidio.

Una mossa concordata con la difesa che ha cambiato la posizione del pluricampione del mondo a cronometro che lo scorso 30 dicembre aveva investito la compagna al termine di un furioso litigio. La donna aveva infatti cercato di trattenerlo dal partire con la sua auto venendo così investita mortalmente. Come spiegato dall'avvocata dell'ex atleta oceanico non vi sarebbe stata "alcuna intenzione da parte del signor Dennis di fare del male alla moglie" e questa accusa non gli imputerebbe "alcuna responsabilità per la sua morte”.

Una tesi che è stata accettata dai magistrati che hanno deciso di far cadere le accuse originali formulando così un’accusa aggravata di creazione di probabilità di danno. "Ciò che è stato concordato per oggi è che ci sarà un patteggiamento per il terzo capo d’accusa. Le accuse originali saranno ritirate”, ha commentato il magistrato Justin Wickens, con un nuovo capo d’imputazione basato “sull’imprudenza” al volante di Dennis, che non ha tenuto conto dei rischi quando la moglie era sul suo veicolo o nelle sue vicinanze, sapendo che avrebbe potuto causare danni o essendo sconsideratamente indifferente al fatto che questi venissero causati. L’aggravante è stata riconosciuta in quanto i due avevano una relazione, mentre la pena massima è ora di sette anni di carcere con perdita della patente di guida per cinque.