Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia sono, insieme a quelle di Vallanzasca, il perno della nuova inchiesta della procura di Trento
"Se Pantani vinceva il Giro il banco saltava. E la Camorra, l'alleanza di Secondigliano, avrebbe dovuto pagare diversi miliardi in scommesse clandestine e rischiava la bancarotta". È quanto riferito da un collaboratore di giustizia eccellente ai carabinieri, e riportato nei verbali della Commissione antimafia di cui LaPresse ha preso visione, che indagavano sulla morte di Marco Pantani. Ora quelle dichiarazioni, unitamente alle rivelazioni di Renato Vallanzasca a cui era stato detto da un detenuto di "scommettere sull'esclusione di Pantani dal Giro", sono il perno della nuova inchiesta della procura di Trento.
"Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse clandestine e collegata al decesso del ciclista" è l'ipotesi di reato su cui indaga la pm Patrizia Foiero che nei prossimi giorni ascolterà una decina di persone informate sui fatti. Sotto la lente la frazione di Madonna di Campiglio del Giro d'Italia 1999. Il Pirata, a due tappe dal termine, era saldamente in testa alla classifica con quasi 6 minuti di vantaggio. Ma la mattina del 5 giugno i controlli anti-doping positivi, sui c'è il sospetto della "manipolazione" ad opera della Camorra, lo misero fuori gioco.
"Già parecchio tempo prima rispetto al giugno 1999, era noto alla popolazione carceraria di origine campana che Pantani sarebbe stato escluso dal Giro, poiché tale manifestazione era condizionata dall'intervento di un clan camorristico", avrebbe confermato Renato Vallanzasca prima dell'aggravarsi delle condizioni di salute.