L'inglese scatta a 80 km dall'arrivo e resta solo: Dumoulin non resiste, crollo di Yates
Una fuga d'altri tempi per Chris Froome. Il britannico del Team Sky ha compiuto una vera e propria impresa nella 19.esima tappa del Giro d'Italia, quella da Venaria Reale a Bardonecchia, conquistando la vittoria e la maglia rosa. Sul Colle delle Finestre lo scatto decisivo quando al traguardo mancavano 80 km. Ora Froome ha un vantaggio di 40" su Dumoulin in classifica. Crollo dell'ex maglia rosa Yates: 38'51'' di ritardo.
Follia, coraggio e strapotere. Per descrivere quello che ha fatto oggi Chris Froome bisogna scomodare i grandi del passato, da Coppi a Pantani passando per Merckx. L'inglese ha scritto una delle pagine più belle e intense del ciclismo, una di quelle che sarà ricordate per sempre. Un'impresa che riavvicina la gente a questo sport così bello quanto duro e crudele. Un'azione neanche immaginabile alla partenza se non nella testa del cannibale britannico. Perché quello che ha fatto è stato pianificato km dopo km dal team Sky, con rifornimenti tattici e mirati. Una giornata perfetta con la conquista della maglia rosa a Bardonecchia.
Il banco è saltato sul Colle delle Finestre. Il forcing dei compagni Puccio, Poels ed Henao ha fatto letteralmente crollare la maglia rosa Yates quando la scalata alla Cima Coppi era da poco iniziata. "Mors tua vita mea", da qui Froome ha trovato ancora più forza e a 80,3 km dal traguardo ha costruito il suo capolavoro. Una lunga accelerazione che ha ricordato quella del 2013 sul Mont Ventoux. Una frullata che ha fatto vittime importanti: Dumoulin e Pozzovivo. Nessuno ha potuto resistergli perché la strada verso Bardonecchia era ancora lunghissima. L'olandese è salito del suo passo cercando di limitare i danni, mentre l'italiano è andato fuori giri.
Sullo sterrato per arrivare ai 2178 metri del GPM, Froome è stato solido e non ha mai mollato per raggiungere il suo sogno. I 40" di vantaggio in vetta su Dumoulin, Pinot, Carapaz e Lopez sono dilatati nella picchiata per imboccare la salita verso Pragelato prima e Sestriere poi: oltre i due minuti. Da dietro nessuno ha saputo reagire ed è stata una cavalcata solitaria di Froome che ora possiamo definire, senza timore di essere contraddetti, come uno dei più grandi ciclisti della storia.
A Bardonecchia Froome è arrivato a braccia alzate con un vantaggio enorme: Dumoulin a 3'21", Pozzovivo a 8'29". Da solo per 80 km, il britannico ha ribaltato un Giro d'Italia che, vittoria sullo Zoncolan a parte, sembrava stregato. Dalla caduta di Gerusalemme a quella dell'ottava tappa che gli sono costate diversi minuti di ritardo in classifica. Giorno dopo giorno, però, la gamba è tornata quella dei giorni migliori e come un leone non ha mai mollato. D'altronde le sue origine sono keniote. Tutti lo davano per "finito", in molti hanno ipotizzato un suo ritiro e lui invece ha risposto così. Ora per il magico tris consecutivo Tour de France, Vuelta e Giro dovrà amministrare di 40" vantaggio su Dumoulin nella 20.esima tappa, quella che da Susa porterà a Cervinia.