La commissione nutre dubbi sulle cause della morte del Pirata e sul test antidoping che portò all'esclusione dalla corsa
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E' stata resa pubblica la relazione della Commissione Antimafia sulla morte di Marco Pantani, secondo cui "sono possibili altre ipotesi sul decesso dell'ex campione di ciclismo anche considerando un eventuale ruolo della criminalità organizzata e di quegli ambienti ai quali purtroppo egli si rivolgeva a causa della dipendenza di cui era vittima". La Commissione sottolinea anche che "diverse sono le scelte e i comportamenti posti in essere dagli inquirenti che appaiono discutibili". Inoltre sulla vicenda che portò all'esclusione del Pirata dal Giro 1999 "diverse e gravi furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni".
La Commissione Antimafia guidata da Nicola Morra nella XVIII legislatura ha approfondito il caso anche attraverso il IV Comitato ‘Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme’, coordinato dal senatore Giovanni Endrizzi che ha proposto la relazione finale.
“L’inchiesta condotta dal IV Comitato ha fatto affiorare singolari e significative circostanze che rendono possibili altre ipotesi sulla morte” di Marco Pantani “anche considerando un eventuale ruolo della criminalità organizzata e di quegli ambienti ai quali purtroppo egli si rivolgeva a causa della dipendenza di cui era vittima”. E’ quanto sottolinea la Commissione parlamentare Antimafia nella relazione contenente le “Risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999″, approvata sul finire della scorsa legislatura e ora resa pubblica.
“Resta aperto l’interrogativo che da anni la famiglia del corridore pone: è davvero certo che Marco Pantani sia deceduto per assunzione volontaria o accidentale di dosi letali di cocaina, connessa all’assunzione anche di psicofarmaci?”, si chiede la Commissione.
“Gli elementi emersi dall’istruttoria svolta da questa Commissione parlamentare – si sottolinea nella relazione – consentono di affermare che una diversa ricostruzione delle cause della morte dell’atleta non costituisca una mera possibilità astratta che possa essere ipotizzata in letteratura e in articoli di cronaca giornalistica e devono indurre chi indaga a scrutare ogni aspetto della vicenda senza tralasciare l’eventualità che non tutto sia stato doverosamente approfondito, ricercandone, eventualmente le ragioni”.
"La vicenda di Marco Pantani ha scosso le coscienze di tutti e non soltanto di coloro che ne hanno apprezzato le gesta atletiche nelle salite più impervie, frutto della stessa tenacia con la quale oggi la signora Pantani invoca giustizia per il proprio figliolo. Nell’opinione pubblica, dopo un primo momento di incertezza dovuta, forse, anche a un’informazione che, nei giorni immediatamente successivi alla squalifica, lo aveva condannato senza possibilità di appello, è stata sempre diffusa la convinzione che qualcosa di anomalo fosse accaduto sia a Madonna di Campiglio che a Rimini nella tragica sera di San Valentino del 2004. Questa Commissione ritiene che i numerosi elementi dubbi che sono emersi nel corso dell’istruttoria siano di tale rilievo da meritare un attento approfondimento: le ipotesi fondate su quegli elementi non possono essere ridotte a mere possibilità astratte oggetto di discussione in servizi televisivi o su articoli stampa” sottolinea la Commissione parlamentare Antimafia nella relazione.