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INTERVISTA ESCLUSIVA

Simone Consonni cerca il bis olimpico nell'inseguimento a squadre: "Mi farò trovare provare pronto per omnium e madison"

Il 29enne di Brembate Sopra rappresenterà ancora una volta il "collante" della formazione tricolore, decisa a ripetere il trionfo di Tokyo 2020

di Marco Cangelli
21 Giu 2024 - 17:35

Simone Consonni è l'anello di congiunzione all'interno del quartetto italiano dell'inseguimento a squadre. Spesso nascosto fra due corazzieri come Filippo Ganna e Jonathan Milan, il 29enne di Brembate Sopra è un elemento imprescindibile della squadra azzurra che da Rio de Janeiro 2016 in poi ha fatto incetta di medaglie. Chiamato a dare equilibrio a un team a trazione frontale, il portacolori della Lidl-Trek si è messo al collo nove medaglie iridate e sei europee nel ciclismo su pista a cui si aggiunge il capolavoro di Tokyo dove ha accompagnato l'Italia all'oro oltre che al record del mondo. A distanza di tre anni da quel magico 4 agosto 2021 Consonni ha tutta l'intenzione di ripetersi alle Olimpiadi seguendo l'esempio dell'amata Atalanta e provare a spiccar il volo anche nelle prove individuali. 

Come state preparando l’appuntamento olimpico?

Io, Milan e Ganna abbiamo fatto il Giro d'Italia. Abbiamo fatto una settimana di stacco e poi ci siamo ritrovati a Livigno per un raduno di quindici giorni. Loro sono scesi un attimo prima perché hanno preso parte ai Campionati Italiani a cronometro, mentre io affronterò soltanto la prova in linea. Visto che Ganna dovrà preparare anche la cronometro, abbiamo calendarizzato alcune giornate da affrontare in pista e per questo motivo da metà della prossima settimana saremo fissi a Montichiari. 

Trattandosi della sua terza Olimpiade, ci racconta qual è la differenza rispetto alle altre gare del calendario internazionale?

L'Olimpiade si svolge ogni quattro anni e questa la rende già un evento globale ed esclusivo. Con quella entri nell'Olimpo perché, anche se non sei appassionato di ciclismo, la seguirai e ti ricorderai di un'eventuale medaglia. 

C’è una pressione maggiore rispetto a Tokyo 2020 complice il titolo a cinque cerchi da difendere?

Dal mio punto di vista a un'Olimpiade non vai a difendere il titolo, ma a conquistare una medaglia. Alla fine campione olimpico rimani tutta la vita. La pressione c'è sicuramente, anche se sappiamo di esser un gruppo forte, affiatato. Venendo da Rio dove eravamo tutti giovani, pieni di sogni e aspettative, Tokyo è stato il coronamento del nostro percorso. Sinceramente non ci aspettavamo di vincere l'oro perché la Danimarca ha dimostrato di esser superiore e noi ci siamo presentati per giocarsela a viso aperto. Abbiamo sfoderato tre prestazioni perfette e questo ci ha consentito di imporci. 

Agli Europei avete dovuto inchinarvi alla Gran Bretagna e alla Danimarca. Sono loro le nazionali che temete maggiormente?

Sicuramente gli inglesi hanno fatto vedere delle prestazioni di altissimo livello negli ultimi anni. Sappiamo la storia che hanno alle spalle e come lavorano, motivo per cui saranno alcuni dei molti avversari presenti alla rassegna a cinque cerchi. Insieme a loro ci saranno la Danimarca, la Nuova Zelanda e l'Australia non dimenticandoci che gli All Blacks che a Tokyo abbiamo battuto per una manciata di centesimi e che avrebbero vinto il bronzo a Tokyo se non fosse stato per una caduta che li ha fermati. Questo fa capire quanto, con pochissimo, si possa passare dal vincere l'oro nell'inseguimento a squadre a finire quarti ed essere una delusione totale. Questa disciplina è veramente particolare, va fatto un lavoro certosino e tutto si risolverà per una questione di centesimi. 

Nel corso del triennio Marco Villa ha provato diverse soluzioni inserendo anche giovani come Manlio Moro e Davide Boscaro. Ci potrebbe essere qualche novità in vista dei Giochi?

Non essendoci ancora le convocazioni, siamo ancora tutti in lista. I quattro che sceglierà Marco Villa scenderanno in pista a Parigi visto che non si può inserire la riserva come al Mondiale o agli Europei. Avremo base fissa a Montichiari e poi Marco farà le sue scelte sulla base dei tempi che esprimeremo. Nel gruppo ci sono diversi giovani come Moro e Boscaro, ma anche Niccolò Galli e Luca Giaimi, motivo per cui bisognerà essere in forma per strappare un posto da titolare.  

Al Giro d’Italia l’abbiamo visto lavorare a fondo per Jonathan Milan. Svolgere il ruolo di “apripista” su strada aiuta a rafforzare i meccanismi nel quartetto?

Sono contento perché in questi anni, anche se non in qualità di leader, mi sto ritagliando uno spazio importante sia su strada che su pista. Mi hanno proposto di lavorare per Johnny con la Lidl-Trek che è una squadra importante e che ha tanta voglia di crescere. Abbiamo creato un gran treno per Milan e al Giro lo abbiamo dimostrato. In pista, se verrà confermato il quartetto di Tokyo, sarò ancora una volta inserito nel mezzo fra Ganna e Milan e per questo dovrò gestirmi un po' di tecnica. Indipendentemente da chi sarà scelto, saremo un gruppo forte anche perché il segreto del quartetto è quello di aiutarsi l'uno con l'altro e mettere l'eventuale pezza qualora qualcuno avesse una giornata di defaillance. I numeri ce l'abbiamo, motivo per cui non vediamo l'ora di rimettere in pista il miglior quartetto possibile. 

Sappiamo che, oltre a essere compagni di Nazionale, siete anche grandi amici. Cosa ha provato quando ad Andora si è trovato a inseguire Filippo Ganna per favorire Jonathan Milan?

Sicuramente ho avuto un gran mal di gambe. Quello è stato un finale impegnativo con il Capo Mele dove Pippo ha fatto un grande numero. Quando sei lì comunque c'è un obiettivo ed essendo un professionista devi guardare a quello. Con Pippo siamo amici da anni e quindi un pochino mi è dispiaciuto dopo, ma fortunatamente abbiamo vinto noi, altrimenti se avesse vinto un altro velocista sarebbe stato peggio. Con il senno di poi è andata bene così anche perché Pippo si è poi tolto una bella soddisfazione con la cronometro di Desenzano sul Garda. 

Oltre all’inseguimento, nel programma olimpico c’è anche la madison dove a Tokyo ha ottenuto un decimo posto con Elia Viviani. Considerate le vostre caratteristiche, si potrebbe riproporre quel tandem oppure ci potrebbe essere una sfida con lei e Milan al via?

Sia Ganna che Milan avrebbero caratteristiche ottime per correre la madison. Più che nel quartetto serve avere tecnica, dimestichezza con il cambio e le tempistiche giuste per attaccare. Johnny non ha mai corso una madison o una gara di gruppo su pista, motivo per cui le possibilità di vederlo schierato alle Olimpiadi sono veramente poche. Nonostante non sia mai riuscito a vincere, ai Mondiali ho ottenuto medaglie in entrambe le specialità. Elia chiaramente è ovviamente una persona di riferimento soprattutto nell'omnium con il successo di Rio e il podio di Tokyo, ma in questi mesi cercherò di essere al top della forma per essere schierato in tutte e tre le discipline. Nell'omnium sono la prima riserva, un motivo in più per farmi trovare pronto, mentre nell'americana in Giappone siamo arrivati un po' scarichi dopo le medaglie che avevamo ottenuto e per questo abbiamo un po' mollato fisicamente. Per questo vorrei tornare al 100% per puntare a una medaglia in tutte e tre le discipline, anche se è difficile conciliare la preparazione in due gare così diverse come l'inseguimento e la madison. Avremmo bisogno di correre di più in pista, ma i numerosi impegni su strada ce lo impediscono. 

Visto che l’Atalanta ha conquistato l’Europa League, a questo punto Consonni potrebbe regalare una nuova soddisfazione a Bergamo alle Olimpiadi?

Sto lavorando per questo perché, vedendo il percorso dell'Atalanta, emerge tutta la mentalità dei bergamaschi, grandi lavoratori che non mollano mai. Mi tengo stretto anch'io questa qualità che abbiamo e mi impegnerò per portare qualcosa di bello a Bergamo da queste Olimpiadi. 

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