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ALPINISMO

Da Polenza: "Samina è la nostra alpinista di punta ma ad alta quota le disavventure sono imprevedibili"

A metà settimana una valanga ha costretto a tornare al campo base anche la missione scientfica italiana Ice Memory

di Stefano Gatti
06 Lug 2024 - 16:03
 © Riccardo Selvatico

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Inizio di luglio particolarmente complicato per la spedizione alpinistica italo-pakistana “K2-70” che punta a celebrare con un tentativo di vetta a fine mese i settant’anni dalla prima assoluta e italiana sugli 8611 metri della seconda vetta del pianeta. L’alpinista pakistana Samina Baig (la più esperta del gruppo composto da quattro alpiniste paksitane e altrettante italiane) è stata evacuata nella mattinata di venerdì 5 luglio dal campo base del K2 a causa di problemi respiratori. Date le sue condizioni di salute e vista l'impossibilità di far intervenire un elicottero a causa delle condizioni meteo, è stato deciso di far scendere Samina con un cavallino fino ad Askole. Ad accompagnare l’alpinIsta pakistana (l’unica del gruppo ad essere già stata in vetta al K2, nel 2020) ci sono il fratello, alcuni portatori suoi connazionali e l’altra alpinista Amina Bano, anch’essa componente della spedizione... a trazione femminile K2-70 organizzata dal CAI (Club Alpino Italiano) in collaborazione con EVK2Cnr.

© Riccardo Selvatico

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“Samina Baig è l’alpinista di punta del gruppo pakistano della spedizione. Ma le disavventure sanitarie, legate all’ambiente estremo e all’alta quota, possono colpire chiunque, anche i più allenati. E l’alta quota incide in maniera negativa sulla capacità di guarigione. Per questo motivo, con Lorenza Pratali, medico della spedizione, abbiamo deciso, visto l'aggravarsi dei sintomi, di farla rientrare dai 5000 metri del campo base. Considerata l’impossibilità per gli elicotteri di intervenire a causa del peggioramento del meteo, previsto anche per i prossimi giorni, la dottoressa Lorenza Pratali, il fratello di Samina Baig ed io abbiamo deciso di farla scendere con un cavallino fino al villaggio di Askole”.

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Come detto all’inizio, primi giorni di luglio ricchi di imprevisti per la spedizione alpinistica ma anche per quella scientifica ad essa collegata. Nella giornata (anzi nella prima serata) di mercoledì 3 luglio un grande seracco sommitale si era staccato dalla parete est del K2, precipitando per oltre tremila metri sull’ampio ghiacciaio Godwin-Austen, al centro del quale - a 5600 metri di quota - era installato il campo di lavoro del progetto Ice Memory, la missione glaciologica (che rientra nel progetto K2-70 del Club Alpino Italiano), impegnata a studiare per la prima volta neve e ghiaccio del Karakorum con l'obiettivo di comprendere gli impatti dei cambiamenti climatici sulla regione e preparare una futura missione Ice Memory sul ghiacciaio Godwin-Austen.

© Riccardo Selvatico

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Pur trovandosi ad una distanza di oltre un paio di chilometri dal punto di impatto della valanga, in un’area sopraelevata ritenuta sicura, il campo è stato colpito dallo spostamento d’aria e i residui del materiale glaciale ha travolto le due tende che ospitavano il ricercatore Jacopo Gabrieli, la guida alpina Paolo Conz, l’operatore Riccardo Selvatico e i tre portatori d’alta quota pakistani, Muhammad Nazir, Muhammad Sharif e Muhammad Ali, che si stavano preparando per la notte. Il gruppo, in accordo con il capospedizione, ha deciso di evacuare immediatamente l'area rientrando al campo base, che è stato raggiunto attorno alla mezzanotte. Tutti stanno bene e nei prossimi giorni ritorneranno al campo per valutare i danni e recuperare le attrezzature.

© Riccardo Selvatico

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