Gli alpinisti della spedizione patrocinata dal Club Alpino Italiano stanno facendo rientro in Italia
di Stefano Gatti© CAI Eagle Team Ufficio Stampa
Si 'è conclusa con un grande successo alpinistico la spedizione "didattica" CAI Eagle Team, patrocinata dal Club Alpino Italiano e guidata sul campo da Matteo Della Bordella che - con la collaborazione di un gruppo di tutor di altissimo livello - ha guidato sul granito della Patagonia i sei finalisti del progetto. Dario Eynard (bergamasco classe 2000), lo stesso Della Bordella e l'alpinista veneto Mirco Grasso (che si è unito alla spedizione a lavori iniziati) hanno raggiunto nelle prime ore dell'ultimo giorno di febbraio la vetta del Cerro Piergiorgio (spettacolare scudo di roccia che svetta a 2719 metri di quota nel gruppo del Fitz Roy), completando la via “Gringos Locos” a distanza di trent'anni (1995) dal primo tentativo di Maurizio Giordani e Luca Maspes sul versante nord-ovest della montagna. È questo il risultato più eclatante (ma non certo l'unico) della spedizione in Patagonia del CAI Eagle Team finanziata dal Club Alpino Italiano, coronamento di un progetto formativo durato due anni.
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GRINGOS LOCOS - CERRO PIERGIORGIO
La via ha uno sviluppo totale di 27 tiri, con difficoltà massima di 7a/A2. Nei tratti più difficili, i tre alpinisti hanno alternato passaggi in libera a tratti in artificiale mediante skyhook. Negli ultimi cinque tiri la via si ricongiunge alla “Via dell'Hermano” dei Ragni di Lecco, aperta nel 2008 da Hervé Barmasse e Christian Brenna. La cordata è arrivata in vetta alle tre del mattino di venerdì 28 febbraio, per poi avviarsi immediatamente lungo la discesa allo soopo di evitare l'arrivo del famigerato maltempo patagonico che ha spesso rallentato le operazioni lungo l'arco di una spedizione della durata complessiva di un mese, iniziata con il ritrovo dei suoi effettivi nel campo base del villaggio di El Chaltén, dove il capospedizione MDB aveva anticipato il gruppo, preparando il terreno e mettendo a segno alcune importanti salite nelle prime due settimane dell'anno.
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Assiduo frequentatore della Patagonia da oltre un decennio, Matteo Della Bordella ha così commentato il risultato più importante di una spedizione molto diversa da quelle da lui affrontate precedentemete in questa regione e per questa ragione ancor più motivante:
"Siamo veramente al settimo cielo per questa nuova via, una delle più belle e difficili che io abbia mai fatto, unica nel suo genere: affronta una parete verticale, senza evidenti fessure che indicano una linea naturale, e la risale con uno stile pulito. Non poteva esserci miglior conclusione del progetto CAI Eagle Team: abbiamo realizzato una spedizione complessa, che ha messo alla prova tutti i partecipanti nel loro battesimo con le montagne più belle al mondo". (Matteo Della Bordella)
L'apertura di “Gringos Locos” è stata accolta con grande soddisfazione da Antonio Montani, Presidente generale del Club Alpino Italiano:
"Sono orgoglioso del fatto che il CAI sia riuscito a riproporre un alpinismo di alto livello partendo dal coinvolgimento dei giovani alpinisti, ragazzi e ragazze che hanno dimostrato non soltanto doti tecniche, ma quello spirito di aggregazione che contraddistingue da oltre un secolo e mezzo il nostro sodalizio".
Anche Maurizio Giordani, arrivato in Patagonia per seguire la salita da lui iniziata con Luca Maspes a metà degli anni Novanta del secolo scorso, si è complimentato con il team di vetta: "Questo risultato è la perfetta conclusione di un progetto storico, che rimane nei miei ricordi come un'avventura irripetibile".
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VARIANTE JINETEADA - AGUJA MEDIALUNA
Da parte loro, gli "aquilotti" Camilla Reggio (torinese classe 1996) e Giacomo Meliffi (originario di Urbania, in provincia di Pesaro, classe 1996) hanno aperto sulla spettacolare Aguja Medialuna (nel massiccio del Cerro Torre) "Jineteada”, una variante di duecento metri della "Rubio y Azul". La nuova via, composta da cinque tiri con difficoltà massima 7a, parte sullo strapiombo del versante sud-est della Aguja de la Medialuna, per poi girare lo spigolo e ricongiungersi alla Rubio y Azul. Per Reggio e Meliffi Jineteada "consente un'arrampicata tutta in fessura, pulita, piena di incastri bellissimi su tutti i tiri".
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LE ALTRE CORDATE
Alessandra Prato (milanese classe 1995), Marco Cordin (trentino classe 1999)e il tutor Massimo Faletti sono stati colpiti da una violenta forma di influenza intestinale ai piedi delle pareti e hanno dovuto rinunciare alle salite. L’ultima cordata azione, quella composta da Luca Ducoli (originario di Breno, in provincia di Brescia, classe 2001) e dalla tutor Silvia Loreggian, ha effettuato un tentativo verso la vetta del Cerro Torre (metri 3128) per la storica Via dei Ragni giovedì scorso ma si è dovuta calare senza raggiungere la vetta a causa della presenza di ben dieci cordate, un numero inusualmente elevato per il classico e impegnativo itinerario aperto cinquantuno anni fa (metà gennaio 1974) dai Ragni di Lecco e in generale per la inconfondibile "lancia" di granito del Torre, che insieme al Fitz Roy è la montagna simbolo della Patagonia.
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A metà febbraio Ducoli e Loreggian avevano raggiunto la vetta dell'Aguja Poincenot (metri 3002), dapprima tentando la salita della via Potter-Davis sulla parete nord, per poi ripiegare sulla Whillans-Cochrane (una via classica per la vetta) a causa delle avverse condizioni meteorologiche.
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