Compagno di cordata dell'esperto Ragno di Lecco sul Cerro Torre il giovane ma molto promettente Giacomo Mauri
di Stefano Gatti© Arianna Colliard
È iniziata venerdì 23 marzo con la partenza per il Sudamerica la nuova spedizione di Matteo Della Bordella. Missione Patagonia per il trentanovenne Ragno di Lecco varesino che ha scelto di ritardare la sua nuova campagna sulle Ande anche per provare ad ovviare alle conseguenze del cambiamento climatico anche nella pratica alpinistica. Presidente dello storico sodalizio dal 2018 al 2021, Matteo fa cordata questa volta con il collega Ragno Giacomo Mauri. Il loro obiettivo è quello di tentare diverse linee nella zona del Cerro Torre. Un piano iniziale che non esclude a priori l’idea di raggiungere la vetta della montagna-simbolo della Patagonia stessa, nell’anno del cinquantesimo anniversario dalla prima salita, proprio da parte dei Ragni di Lecco, il 13 gennaio del 1974. “Mi piacerebbe provare ancora una volta a raggiungere la vetta del Cerro Torre, per qualche via affascinante” spiega Della Bordella, che già ha scalato la montagna tre volte: per la via dei Ragni (con Nicola Lanzetta, nel 2019), per la via del Compressore (con Silvan Schüpbach, nel 2016) e per la nuova via Brothers in Arms aperta insieme a Matteo De Zaiacomo e David Bacci tra il 25 e il 27 gennaio 2022, al terzo anno di tentativi.
© Archivio Matteo Della Bordella
E la chiamano estate, viene da dire. Balza subito... all'occhio la scelta insolita di MDB di partire dall'Italia alla fine febbraio, vale a dire ormai agli sgoccioli della stagione estiva dell'emisfero australe. Una decisione dettata principalmente dalla voglia di tornare a El Chalten, di respirare anche quest’anno l’aria patagonica.
“Quest’anno ho deciso di rimandare la mia ormai consueta partenza per diverse ragioni. Lo scorso 21 dicembre sono diventato papà per la seconda volta, di una bellissima bambina. Volevo e dovevo esserci! La seconda ragione è invece di carattere strategico: partire più avanti nella stagione può forse essere un vantaggio per ovviare al problema delle alte temperature che negli ultimi anni sono stati l'ostacolo principale al successo delle spedizioni in Patagonia”.
© Archivio Matteo Della Bordella
"Anche l’alpinismo deve fare i conti con i cambiamenti ambientali dovuti alla crisi climatica. Già sulle Alpi si è capito che bisogna adattare i tempi e le stagioni di alcune salite. Ancora non ci siamo abituati a fare questo ragionamento quando si parla di spedizioni extraeuropee, ma penso che dovremmo iniziare a sperimentare. Questo per me è un tentativo, un esperimento legato a molti fattori. Arriveremo proprio al termine di una bella finestra. Dovremo prestare molta attenzione alla meteo, cercando di sfruttare ogni buon momento per fare quantomeno un tentativo”.
© Archivio Matteo Della Bordella
Il timing ritardato rispetto alle precedenti occasioni presenta opportunità e rischi in egual misura. Arrivare all'attacco delle difficoltà alpinistiche in prossimità della coda dell’estate australe potrebbe comporta avere a che fare con temperature più basse, offrendo quindi condizioni più favorevoli per la scalata. Per conto, bisognerà fare i conti con le finestre meteo. Matteo ne è ben consapevole, al momento di intraprendere un viaggio che mette momentaneamente in passa il suo ruolo di responsabile del progetto Eagle Team che - con il patrocinio del CAI (Club Alpino Italiano) - offre ad alcune tra le migliori promesse dell'alpinismo tricolore una grande opportunità di fare esperienza ed ampliare il proprio orizzonte.
© Archivio Matteo Della Bordella
Compagno d'avventura di Della Bordella sarà il ventiquattrenne Giacomo Mauri: giovane, ma già molto forte ed esperto. Negli ultimi anni infatti Giacomo ha messo in bacheca diverse esperienze di altissimo livello. Una su tutte: la ripetizione di Eternal Flame sulla Nameless Tower alla Torre di Trango (Pakistan).
© Archivio Matteo Della Bordella
Oltre che sulla comune appartenenza al gruppo dei Ragni della Grignetta, l'inedita cordata (ma solo per quanto riguarda le spedizioni overseas) può contare su una confidenza reciproca e su procedure registrate e affinate nelle scorse settimane sulle pareti delle Alpi, come precisa Matteo:
“Per noi è la prima volta insieme in spedizione, ma abbiamo avuto modo di trascorrere molto tempo in parete e di allenarci durante l’inverno. Pochi giorni fa, come ultimo test prima della partenza, siamo riusciti a ripetere in giornata ‘Apriti Cielo’, una via di 36 tiri e 1100 metri di sviluppo alla parete di Osogna. La via presenta una difficoltà massima di 7b+ ed è la più lunga del Canton Ticino. L’idea era di salirla in giornata per provare a scalare senza fare troppe pause. Alla fine, arrampicando in conserva siamo riusciti a dividere la via in sette tiri e arrivare in cima otto ore e 15 minuti dopo aver attaccato”.
© Archivio Matteo Della Bordella